Islam, quando la verginità diventa un business

Nell’Islam, come nelle altre religioni, la verginità è un grande valore. Le donne, secondo la tradizione, devono arrivare al matrimonio illibate. Tuttavia, mentre nel mondo occidentale, e quindi nell’ambito cristiano, oramai è diventato un elemento puramente simbolico, per molte donne musulmane è una condicio sine qua non.
Infatti la maggior parte degli uomini islamici non sopporterebbe di sposare una “fornicatrice”, che ha già avuto esperienze precedenti.

Così, a fronte di un mondo che va comunque avanti nonostante i precetti del Corano, si sono trovati alcuni rimedi tecnologici al problema. Uno di questi, venduto soprattutto in Iran, è chiamato “kit della verginità”, una confezione di capsule riempite di liquido rosso come il sangue che, inserite all’interno della vagina durante la prima notte di nozze, si rompono durante la penetrazione e simulano il sanguinamento. Una soluzione che però non garantisce sempre un risultato convincente. Così, se si vuole andare sul sicuro, interviene la chirurgia plastica, attraverso un’operazione volta a ricostruire l’imene, in modo che le donne possano far credere ai partner di essere stati “i primi”. L’imenoplastica viene praticata soprattutto in medio oriente. Tuttavia anche in Europa le operazioni di “ripristino” della verginità sono in crescita, e non sono solo le musulmane ad usufruirne.

Le ragioni di questa intransigenza nei confronti delle future mogli risiede nell’importanza capitale che il matrimonio continua ad avere nelle società medio orientali. Lo dimostra la pratica della suryya, l’esibizione del lenzuolo macchiato di rosso dopo la prima notte di nozze. Una tradizione presente anche nelle regioni del sud Italia, fino ad un secolo fa. Anche se i trucchi per ingannare il prossimo al riguardo si sono sempre trovati. Ma ora che la tecnologia è andata così avanti, si riesce ad ingannare pure sè stessi.

Dietro tutto questo si cela una grande ipocrisia, tanto che fino a qualche anno fa in paesi come la Tunisia era addirittura vietata. Il motivo era che ciò che si ripristina è la verginità fisica, non quella morale. Ma nonostante la spiegazione più che sensata, la lobby dei chirurghi estetici si è impegnata affinchè si potesse operare non più in clandestinità, come è avvenuto per molti anni, ma in modo legale.
Il business che vi gira intorno è notevole: in Italia le pazienti che vogliono essere operate in tempi brevi e in strutture private arrivano a pagare fino a 4000 euro. Nei paesi del Maghreb sono molto più bassi, l’equivalente di 500 euro, che tuttavia, rapportati al loro tenore di vita, sono molti di più.

Ma se è vero che la verginità continua ad essere un grande valore, è giusto che abbia un prezzo notevole!

Fonti:

http://www.arabismo.org/imenoplastica-e-tunisia-scoprire-luna-per-capire-laltra/

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ritocco-delle-nozze-cos-musulmane-si-rifanno-verginit-1255293.html

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