Come cambiano le connessioni cerebrali negli anni?

Elisabeth Davison e il suo team di ricerca hanno scoperto che in una singola persona il numero di connessioni cerebrali che si attivano allo stesso tempo rimane costante al  di là che l’attività in cui il soggetto è coinvolto sia impegnativa o meno.

Lo studio è stato pubblicato pochi giorni fa sulla rivista PLOS Computational Biology e si è avvalso  dell’utilizzo di uno strumento (di cui avevamo già parlato) che consente di visualizzare istantaneamente le aree del cervello che sono attive mentre il soggetto sta svolgendo un’attività specifica, la Risonanza Magnetica Funzionale.

Normalmente gli studi sulle connessioni cerebrali utilizzano un enorme numero di misurazioni di cui vengono calcolati i valori medi, in questo caso è invece stato introdotto un metodo innovativo. Gli autori hanno infatti ricostruito le mappe delle diverse reti di regioni cerebrali coinvolte e delle connessioni tra esse prendendo in prestito dalla matematica il metodo dell’analisi degli ipergrafi: uno dei campi della teoria dei grafi che studia le possibili connessioni tra oggetti dal punto di vista teorico.

Tramite ulteriori approfondimenti effettuati su 77 soggetti di età compresa tra 18 e 75 anni è emerso che durante i compiti mnemonici si possono notare notevoli somiglianze tra individui con la stessa età. Nei giovani infatti, sono apprezzabili poche reti neurali particolarmente ampie, mentre negli anziani si osserva un notevole aumento numerico e una diminuzione delle dimensioni.

L’interpretazione di questo risultato non va in alcun modo associata alla presenza dei deficit patologici che siamo abituati a vedere in alcuni anziani, ma rappresenta semplicemente una perdita di coordinazione delle reti neurali che è fisiologica con il passare degli anni.

I risultati ottenuti da questo studio sono molto interessanti ma come ha dichiarato la stessa Davison “Il risultato forse più importante è che abbiamo messo a punto strumenti potenzialmente molto efficaci per cercare di comprendere in che modo differenti caratteristiche cerebrali siano correlate al comportamento, alla salute e alle malattie”

 

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