Le mie paure girano per la stanza.

Le mie paure girano per la stanza, scontrandosi con il mio “io” più profondo.

Ma le frasi le chiudo con il lucchetto, nella mia scatola cranica, come

le persone che non voglio dimenticare.

Tanto che quelle paure di cui parlo, mi fanno venir voglia di starmene

distesa, sotto le mie coperte invernali, per paura di affrontare l’inverno,

o meglio, per paura di affrontare le responsabilità, che onestamente non

mi voglio più prendere.

 

Ultimamente gestisco la mia vita un po’ come viene

e resto solida nelle cose che restano fisse nella mia memoria interna

e non resto più davanti alle porte che non si aprono, perché tanto,

se non si sono aperte subito, credetemi, non si apriranno mai

e a questo ci sono arrivata dopo moltissimo tempo.

Un tempo senza misura, che non sembra passare, ma passa velocissimo,

tutto quel tempo a guardare la mia vita che scorre davanti ai miei occhi,

senza poter toccare niente; l’unica cosa che ho potuto fare in quei momenti

è stata alzare le braccia, mettermi le mani davanti agli occhi e coprirli,

cosi da non vedere cose indesiderate che, per parti maggiori della mia vita,

ho voluto non vedere.

Vorrei anche cancellare cose nella mia scatola cranica che però,

rimangono, e sono quelle che fanno male.

Magari non ci pensi, poi i sogni ti corrodono e da quelli non scappi,

da quelli non c’è un tasto
(no) (stop) (indietro) (avanti veloce) (cancella)
per quei sogni, non ci sono questi tasti, quelli devi per forza lasciarli
andare e l’unica cosa che puoi fare è rimanere a guardare,
svegliarti con il brutto umore e tenerlo per il resto della giornata,
a meno che non ci sia qualcosa-qualcuno tanto forte da
cambiare il tuo umore a tal punto da farti dimenticare.
Molte persone si sono prese una parte nella scatola cranica,
senza permesso e non riesco a mandarle via; entrano nei miei sogni,
dicono cose, fanno cose, ma non voglio più niente di tutte queste “cose”,
nemmeno che tornino nella mia vita.

 

Per esempio, tu.

Tu, ti sei preso il mio tempo.

I “mi manchi” ricorrenti, che mi girano per la testa,

non vorrei più saper assolutamente niente,

quindi ti prego vai via da tutto quanto,

lasciami respirare, ti prego, perché non è tutto tuo,

non puoi togliermi anche questo, è l’unica cosa che mi resta,

mi hai tolto tutto, ti prego lasciami respirare, lasciami almeno questo.

Ho conosciuto grazie a te il dolore e l’amore, ma non voglio più saperne,

perché tu non l’hai mai conosciuto il mio stesso dolore.

Tu ti sei sempre fatto salvare da qualcuno.

Quando tutte le volte ci siam detti “addio”,

non eri solo, avevi qualcuno su cui appoggiarti, qualcuno che ti salvava,

dal tuo fardello, (che tanto te lo giuro sul cielo, puoi stare con chi vuoi,

aggrapparti a chi vuoi tu, ma quel fardello ce l’avrai per sempre).

Tu ti sei sempre salvato con qualcuno.

e infatti fai schifo, perché non sei come me,

io mi sono sempre salvata da sola.

credits

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