L’arte dell’animazione

Negli ultimi anni il cinema d’animazione ha cominciato ad acquistare una crescente popolarità presso il grande pubblico e molta dignità di creazione, con l’approfondimento e la diversa qualità dei temi trattati e la maggiore strutturazione dei personaggi – sempre più introspettivi e più vicini al dramma che alla commedia.

Abbandonando un po’ alla volta la sua natura parodistica e – in alcuni casi – satirica, quest’arte si è diversificata in una serie di tecniche e format, arrivando ad invadere anche il mondo della musica. Basti pensare alla band inglese Gorillaz, nei cui video musicali compaiono i loro avatar animati – e quindi si abbandona la funzione primaria dell’animazione– divertire i bambini – per sconfinare ad intrattenere anche “i più grandi”, portando all’attenzione temi più profondi e di grande attualità. E non sempre le parole servono in questo processo: spesso sono omesse in favore di una qualità del disegno superiore e ben studiata, senza lasciare nulla ad imprecisioni e permettendo che le immagini possano dire, far intendere e suscitare messaggi, riflessioni o emozioni grazie all’universalità del loro impatto.

Di seguito riportiamo una classifica – senza vincitori né vinti – di esempi dal grande impatto, prodotti in questi ultimi anni e non, film dialogati o più esaustivi corti, tutti, però, con una potenza narrativa e visiva indiscutibile.

  1. Perfect Blue

Opera di debutto di Satoshi Kon, il film è incentrato sulla percezione di identità condizionata dal ruolo che si decide di interpretare nella società – Mima Kirigoe è un idol che lascia il gruppo J-Pop CHAM! con grande disapprovazione dei fan, per crescere come attrice – e sull’impatto negativo e pervasivo che la tecnologia ha sul nostro modo di vivere – argomento approfondito poi con un altro lavoro: Paprika – sognando un sogno. Tutto questo porta ad ammattire, portandoci a tratti a confondere il reale, il concreto e il falso, “l’immaginato”. Pazzia che nel film si traduce in depressione e in una percezione alterata e distorta –di Mima ma anche dello spettatore – della realtà, che mette in discussione anche l’identità e la sanità mentale.

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Persepolis

Acclamato al Festival di Cannes e vicino all’Oscar nel 2008 – vinto alla fine dal “pixariano” Ratatouille –, Persepolis è il primissimo lavoro che tratta di un tema – delicatamente – politico come la rivoluzione iraniana e gli anni di guerra civile a seguire. Gli occhi di Marjane sono stati testimoni di violenza e dolore – realtà ad oggi ancora viva – vicino ai valori puri della sua famiglia, ma ha avuto anche la possibilità di sperimentare il benessere vuoto e frivolo seppure tranquillo dell’Europa occidentale. Lo scontro tra due civiltà, due modi di pensare e due modi di combattere la quotidianità è profondamente spiazzante, accentuato ancora dallo stile di disegno: in bianco e nero – che assume colore solo alla fine – e molto semplice nel tratteggiare i personaggi – come nel fumetto di Marjane Satrapi da cui il film è tratto.

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  1. Colorful

Colorful è, invece, un anime non convenzionale, che incentra la sua attenzione su di un’anima –donna o uomo che sia non è dato saperlo all’inizio – che ha commesso un grande peccato, ma a cui, comunque, è data la possibilità di redimersi per tornare a vivere ancora. Per poter riuscire in questa impresa dovrà solo ricordare il suo grande peccato, tornando sulla terra come Kobayashi Makoto, un ragazzino che si è suicidato, e nel frattempo affrontare i drammi della vita di quest’ultimoe le conseguenze che il suo atto ha portato su se stesso e sull’ambiente scolastico e familiare. Si tratta di trovare senso alla vita dopo averla lasciata intenzionalmente e poi esservi tornato nuovamente. Colorful è un film delicato e rude al tempo stesso, che porta alla coscienza di dover “Progress colourfully and continue living colourfully” come dice PuraPura – ad oggi non esiste un doppiaggio italiano – essendo grati di poter avere un domani.

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  1. Tsukimi no ie (La casa dei piccoli cubi)

Ciò che siamo è dato da quello che abbiamo vissuto e su queste esperienze abbiamo costruito la nostra vita, da questo derivano i nostri ricordi: possono andare dimenticati, ma quando ritornano alla mente si arriva  alla consapevolezza del nostro presente, sorridendo benevolmente al passato. Corto giapponese in cui è persistente un’aria nostalgica, il senso di solitudine in cui la percezione del tempo è rallentata ed anzi è riavvolta, dandoci un senso di atemporalità.

  1. L’Illusionniste

Un mago in declino che combatte perché la sua magia continui a vivere agli occhi della sua giovane amica, pur dovendo alla fine fare i conti con la realtà, con il cambiamento e con la frenetica dinamicità del mondo che non dà vita facile a chi crede nelle illusioni. Crescere è difficile, soprattutto, perché siamo stati tutti innamorati della magia degli illusionisti – proprio loro, gli stessi che non credono più nello stupore e nella meraviglia di cui erano profeti; ma nel distaccarci e, attenzione, nel non dimenticarsene arriviamo alla nostra trasformazione più profonda.

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