Il genocidio armeno cantato dai System of a Down

Il popolarissimo gruppo metal-rock americano dei System of a Down (noto anche come SOAD) è certamente un perno fondamentale della cultura musicale moderna. Quello che però alcuni non sanno, è che tutti i membri della band sono discendenti delle vittime del genocidio armeno del 1915 portato avanti dalla Turchia.

Formalmente creato dal gruppo base Soil nel 1993, formato da Serj Tankian (voce e tastiera), Daron Malakian (voce e chitarra) e Shavo Odadjan (basso), i System of a Down diventano una realtà solo attorno al 1995, quando alla band si unisce il batterista John Dolmayan. Con il primo omonimo album la band conosce da subito un buon successo, ma è nel 2001, anno di uscita del loro secondo lavoro, Toxicity, che, con il debutto al primo posto nelle classifiche statunitensi e canadesi, si rende un gruppo attivo musicalmente su tutti i fronti, compreso quello sociale.

C’è stato un forte dibattito sull’appartenenza del loro genere, che si è comunque concluso definendolo un gruppo alternative-metal-rock, con echi rap in alcuni testi. Insomma un gruppo a tutto tondo. Il loro obiettivo è sempre stato quello di trasmettere l’orrore dello sterminio armeno utilizzando una musica ruvida, violenta e drammatica, come si può ascoltare in testi quali P.L.U.C.K., che tratta del massacro, o Holy Mountains,  dedicato ai territori montuosi caratteristici armeni.
Dopo l’uscita di altri tre album (Steal This Album!, Mesmerize Hypnotize), il gruppo divenne inattivo dal 2006 al 2010, tanto che si pensò a uno scioglimento definitivo.
Invece, nel 2011, spuntò un post del loro bassista che parlava vagamente di un incontro della band, il che riaccese le speranze di tutti i fan. Di fatto, i System of a Down non sono mai tornati insieme davvero, ma in occasione del centenario dello sterminio armeno, hanno deciso di intraprendere una serie di tour mondiali in memoria dei propri antenati.

L’ultima tappa del tour iniziato il 7 aprile, proprio a Yerevan, capitale armena, fu trasmessa in diretta TV dalla rivista «Rolling Stone» per sensibilizzare ancora di più l’opinione pubblica riguardo al tema del genocidio armeno per mano turca. Il chitarrista Daron Malakian avrebbe definito l’evento “una vendetta” per tutti i suoi compatrioti uccisi.
Questa è stata di fatto l’ultima apparizione pubblica della band unita.

La strage armena non è tuttavia l’unico tema affrontato dalla band californiana. I System of a Down sono palesemente contrari alla violenza in qualsiasi forma e si sono sempre opposti alla politica belligerante americana sostenuta da Bush e al comportamento neutrale adottato dal presidente Obama.
Proprio per questo il gruppo rock è stato costantemente bersaglio di critiche da politici e non solo. Molti americani considerano la loro musica un’offesa al libero stile di vita americano, soprattutto in questi tempi di cambiamento a cavallo tra un presidente e l’altro.

Attualmente non si hanno notizie di un possibile progetto unitario della band, né di un tour in stato di organizzazione. I loro brani e i loro album sono comunque facilmente reperibili e i loro pezzi più celebri come Aerials, Chop Suey! e Toxicity contano decine di milioni di visualizzazioni su Youtube.


Fonti

Wikipedia

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