L’invasione degli gnomi a Wroclaw

Dopo un lungo vagabondare tra monti e valli, mi ritrovai una volta in un paese lontano lontano. In questo paese, sorgeva una città antichissima e misteriosa, in cui riscontrai un bizzarro fenomeno: accanto al consorzio civile degli uomini, cresceva e prosperava una florida e variegata comunità di circa trecento gnomi. Gli gnomi si comportavano proprio come gli esseri umani: vi era lo gnomo soldato e quello prigioniero, il commerciante e il cuoco. La mattina, passeggiando per la piazza del mercato, ho avvistato uno gnomo in coda per il bancomat, e poi uno che mangiava il gelato. La sera, prima di coricarmi, ho trovato uno gnomo ancora sveglio a bere birra vicino al mio ostello.
Lo so che questa storia degli gnomi inizia a sembrarvi un po’ troppo fantasiosa. Ma prima di accusarmi d’essere una cantastorie truffaldina in cerca di scoop, c’è solo un particolare sul quale forse non sono stata proprio chiara e limpida: gli gnomi sono fatti di bronzo! Vi spiego di cosa si tratta: a Wroclaw, città polacca della Bassa Slesia, (pronunciata dai locali “vrozuaf” e dagli italiani “breslavia”, in ricordo del precedente nome tedesco) a partire dai primi anni del XXI secolo, su iniziativa del Comune e di privati, sono state costruite e disseminate per la città moltissime sculture di gnomi, intenti nelle più disparate attività.
Ad oggi, la loro ricerca, grazie all’utilizzo di mappe tematiche e più recentemente di un’app apposita, è una delle attività preferite dei turisti e un modo giocoso per scoprire la città. Seguendo le statuette, e cercando di non cedere alla terribile tentazione di scattare un selfie con ognuna di loro (il rischio è un album molto monotono, sono veramente più di trecento!), si scopre una capitale europea della cultura 2016 e una delle città più belle della Polonia.
Gli gnomi che oggi abitano a Wroclaw non sono stati i primi a comparire per le vie della città. A differenza della loro discendenza odierna, la vita per gli gnomi pionieri, nel remoto 1981, non fu facile. In quell’epoca, la Polonia faceva infatti parte del blocco comunista, e gli gnomi sorgevano sotto forma di incontrollabili e irriverenti graffiti. Gli organizzatori di questa beffarda e iconica invasione furono gli studenti del movimento anarchico underground di Pomarańczowa Alternata (“Alternativa arancione“).
Questo gruppo di ispirazione socialista-surrealista fu particolarmente attivo nel periodo tra il 1986 e 1989. Non si trattava di una lotta per la libertà nazionale o economica, anzi i ragazzi di Alternativa arancione non avevano delle esplicite rivendicazioni. Ma nelle strade, con dei disegni, e con una serie di successivi happening divertenti e dissacranti (nel 1988, una folla si riunì a intonare commossi inni staliniani davanti agli attoniti scimpanzé dello zoo), riuscirono a insinuare l’imprevisto nelle vite dei loro concittadini. E dall’imprevisto, dalla fantasia, nasce la pericolosissima e bellissima idea di una verità plurale e confutabile che fa tanto paura alle dittature.
Ancora oggi, la Orange Alternative Foundation, creata nel 2007, continua a far vivere lo spirito di quei tempo, per creare comunità di cittadini più aperte e responsabili, negli stati post-sovietici, in particolare Ucraina e ovviamente Polonia.
Gli gnomi, oggi, sono un’attrazione per turisti e hanno perso il significato sovversivo dei loro antenati, ma conoscono ancora tante storie per chi vuole ascoltare. Quella di un movimento, che ha contribuito all’allegria e all’emancipazione della Polonia negli anni difficili del comunismo, ad esempio, me l’hanno raccontata loro.

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