via

La via

Siamo come inadatti all’amore

quando strappiamo le pagine

dai quaderni appena appena

sussurriamo l’orpello crociato

di una fiammata recente;

siamo adesi all’essere

quando corriamo per l’egida di Minerva

e ci pare di notte la vita morirci addosso,

come del resto non c’è alcuna necessità alla vita.

In questo la via, il modo, che ne cerchiamo la linfa,

la lingua, nella modalità: ho intrapreso con ali storte

una strada cariata, dovere di cronaca

era il mio un tempo divino,

in questo stava il desiderio fondo di morte,

in questo l’ara distribuiva trita e francesini,

in questo l’ora striava di notte l’assile delle panchine.

Stando così le cose presi il viale appena alle spalle,

inchiodando le mani alla resina di un fogliame qualunque

e, scorti i maneggi della massa, ebbi ben compreso

quel che mi spettava: mi voltai

e presi tra le mani una spianata di terra,

mi ci cosparsi il mento, il viso, e giù, a terra,

senz’altro se non la pietà del freddo.

 

di  Victor Attilio Campagna

credits

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