di Serena Pirozzi
Capelli lunghi, fiori, colori, droghe e tanta musica: sono questi gli ingredienti di Hair, musical degli anni ‘60 nato dalla creatività di due giovani autori, James Rado e Gerome Ragni, che volevano portare sul palcoscenico la controcultura giovanile dell’epoca, in particolare il movimento hippie. I protagonisti principali sono Claude e Berger, personaggi autobiografici, a capo di una tribù hippie, nella città di New York, che vive in pieno gli anni della guerra del Vietnam, condannata dai giovani attraverso canzoni e gesti provocatori. Inizialmente rifiutato dai teatri di Broadway, per i temi troppo scandalosi, il musical debutta al Joseph Papp Public Theater nel 1967.

La musica scorre veloce e ritmata e i 31 brani che compongono Hair affrontano varie tematiche: il mondo hippie, con l’amore libero e l’uso sconsiderato di droghe, la religione, la guerra e persino testi tratti dall’Amleto e Romeo e Giulietta. Il musical, a parte la critica conservatrice che ne rimase sconvolta soprattutto per la scena di nudo, ebbe grande successo, e canzoni come Aquarius, Let the Sunshine rimangono ben conosciute ancora oggi.
Nel 1979 Miloš Forman è fautore della trasposizione cinematografica: il film (Hair), pur essendo tratto dal musical, pare un prodotto a sé; ambientazione e periodo storico sono gli stessi, la trama è totalmente stravolta. I brani hanno lo stesso gioco forza e a livello testuale si mantengono fedeli all’originale. Una pecca è l’eccessiva esaltazione degli aspetti più negativi del movimento hippie: l’uso eccessivo di allucinogeni e la precarietà economica, facendo passare in secondo piano i valori positivi e pacifisti tanto sostenuti da Rado e Ragni.

Il musical di Hair è considerato il primo vero musical rock mai allestito, rappresenta e riunifica un’intera cultura e lo fa in modo provocatorio, trasgressivo, esilarante e coinvolgente.
Come ho potuto appurare Hair non è certamente uno dei musical più conosciuti, ed è un vero peccato che rimanga in secondo piano rispetto ai classici e moderni rifacimenti di Grease, Dirty Dancing, Cats, per citarne alcuni. Perché, ciò che Hair mette in scena è attuale oggi più che mai: criticare e ironizzare sul razzismo, la discriminazione, la violenza, la guerra, la repressione sessuale, offrendo allo spettatore una visione di quegli anni dal punto di vista dei giovani.
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