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Il Bosco di San Francesco, un viaggio tra arte e spiritualità

Il bosco di San Francesco

Il Bosco di San Francesco ad Assisi rappresenta un angolo di Umbria apparentemente nascosto e inaspettato. Eppure raggiungerlo è più facile di quanto si possa pensare. Lasciatevi alle spalle la celeberrima Basilica di San Francesco e gli affreschi di Giotto, inforcate invece lo stretto sentiero che vi porta a fondovalle. Qui troverete un portoncino e,  varcata la sua soglia, 64 ettari di bosco si apriranno davanti a voi. Coloro che decideranno di proseguire sulle orme dei seguaci di San Francesco troveranno sulla strada molte sorprese tra cui i resti di un centro benedettino e una grandiosa opera d’arte contemporanea realizzata da Michelangelo Pistoletto.

Tutto ebbe inizio in epoca medievale quando il bosco era popolato dai seguaci di San Francesco e dai Benedettini. I due ordini presentavano un diverso approccio nei confronti della natura. Se per i francescani il bosco nella sua selvaticità era destinato alla peregrinazione e alla sopravvivenza individuale, per i secondi l’area era finalizzata allo sfruttamento commerciale delle piantumazioni. Tra il XIII e il XIV secolo il fondovalle era abitato dalle monache benedettine e ancora adesso la zona ospita edifici del tempo come la piccola chiesa romanica di Santa Croce con un prezioso affresco seicentesco, un mulino, i resti di un monastero e di un ospedale, che offrì assistenza e ristoro a pellegrini e malati all’interno di una fitta rete di abbazie.

Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto

Proseguendo sempre nel fondovalle si entra in uno scenario decisamente più contemporaneo. Dal 2011 questo vasto spazio ospita Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Si tratta di un’opera di Land Art che ha visto come attivo protagonista l’artista stesso che ha arato il terreno fino a ricreare un sentiero di tre cerchi concentrici interamente costeggiati da ulivi. La struttura dell’opera richiama il simbolo dell’infinito e i tre cerchi rappresentano tre paradisi percorribili: quello naturale, quello dei consumi e dei bisogni artificiali ed infine il terzo, un’incoraggiante rappresentazione futura della possibile coesistenza tra uomo e natura.

L’intervento del FAI

Nel Bosco di San Francesco natura, arte, religione e spiritualità si incrociano tra loro per offrire all’uomo fragile una nuova e possibile prospettiva di vita sulla terra. E pensare che fino a pochi anni fa il bosco non era altro che una discarica. Poi l’intervento del Fondo Ambiente Italiano (FAI) che insieme al prezioso lavoro dei volontari ha adottato il bene, ripulendolo e rendendolo nuovamente fruibile al pubblico.

Tra le numerose iniziative che il FAI ha lanciato per godere a pieno di questo patrimonio culturale e naturale si contano le passeggiate naturalistiche attraverso il bosco accompagnati dal proprio cane, da qui il divertente slogan “In cammino a 6 zampe”; una seconda iniziativa è “Orto che passione!”, momento in cui gli appassionati di orto e giardino potranno cimentarsi nell’agricoltura sinergica, un metodo che promuove l’autofertilità delle piante e del suolo, lavorando la terra senza disturbarla; infine è possibile visitare il bosco con il direttore di questo, per scoprire ed approfondirne la storia. A chiudere in bellezza, una degustazione di prodotti enogastronomici e locali sarà a disposizione dei partecipanti.

Un posto perfetto per chi ama la natura, le passeggiate, la storia, l’arte ma soprattutto cerca un po’di pace!

FONTI

Fondo Ambiente Italiano (FAI), Ufficio stampa Bosco di San Francesco

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