101esima

La 101esima e quei novemila aerei per salvare la Francia

Tutti sanno che la mattina del 6 giugno 1944 ebbe luogo la più grande invasione della storia umana: lo sbarco sulle spiagge della Normandia, l’espugnazione del Vallo Atlantico e la conseguente ritirata dei tedeschi verso Cherbourg.
Quello che non tutti sanno, è come sia stato possibile per gli Alleati riuscire a superare una difesa che contava su migliaia di uomini in arrivo dall’entroterra.

6 giugno 1944

Diverse ore prima dell’invasione di terra, ben novemiladuecento bombardieri e trasporti avevano lasciato le coste britanniche per dare il via ad una vasta operazione aerea che avrebbe coinvolto inglesi e americani allo stesso tempo. Il piano era far atterrare piccole unità di forze speciali che avrebbero sabotato reti ferroviarie, strade e condutture. In questo modo si voleva impedire ai tedeschi di inviare rinforzi alle spiagge di Omaha e Utah durante l’invasione di terra.

In seguito, i paracadutisti si sarebbero uniti alle forze di sbarco per proseguire verso altre destinazioni.
Sfortunatamente, l’operazione ebbe buon esito solo con un alto costo di vite umane; nonostante gli esploratori britannici esperti di incursione fossero atterrati senza problemi, le forze americane rischiarono di fallire nei loro obiettivi. La costante formazione a V dei loro gruppi di aeromobili fece ben presto identificare, disperdere e distruggere buona parte delle unità dalla contraerea tedesca. I gruppi della 101esima aviotraportata e dell’86esima furono sparsi in un raggio di cento chilometri. Faticarono a raggrupparsi per dare il via ad azioni efficaci contro i tedeschi, e alcuni dei soldati, rimasti praticamente da soli, mai ritrovati.

101esima

La 101esima

Ciò nonostante, l’addestramento eseguito nelle campagne britanniche fu d’aiuto all’operazione: convogli carichi di soldati e munizioni furono devastati dalle mine piazzate lungo le strade e almeno otto treni non raggiunsero mai la destinazione prevista. Dopo la liberazione di Sainte-Mère-Eglise, le unità americane della 101esima, sparpagliate attorno al borgo di Carentan, si prepararono alla battaglia più lunga.

Catturare la cittadina fu un’azione semplice, ma i Fallschirmjaeger tedeschi si stavano semplicemente raggruppando per sferrare il contrattacco, annientare i parà americani e porre fine all’invasione il prima possibile. Dopo quasi un giorno di attesa, sotto il fuoco dei mortai e con i Panzer leggeri che comunque non davano scampo alla fanteria, nel pomeriggio sopraggiunsero le prime unità corazzate statunitensi, inviate direttamente dalle spiagge. I tedeschi, impreparati per affrontare un numero così ampio di truppe, furono costretti a ripiegare su Cherbourg. L’invasione era ufficialmente iniziata ed era possibile avanzare nell’entroterra.

Le operazioni aeronavali condotte dagli inglesi e dagli americani costarono care: oltre diecimila morti e quasi duemila dispersi, per terra e per mare.

Ma senza le “aquile urlanti”, forse oggi non saremmo qui a parlarne.

FONTI

“Nuovi profili storici 3” a cura di Giardina-Sabbatucci-Vidotto, Wikipedia

 

CREDITS

Copertina

 Immagine1

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.