Léon: il professionista

Quando la routinaria vita di un sicario italoamericano incrocia quella di una ragazzina sopravvissuta miracolosamente al massacro della sua famiglia, nasce una delle trame più drammatiche e toccanti della storia del cinema contemporaneo. Pellicola del 1999 interamente girata e diretta da Luc Besson, questo classico cinematografico ci porta ad esplorare le vicende del sicario Léon (Jean Reno), che conduce una vita abitudinaria e priva di emozioni, e della piccola Mathilda (Natalie Portman), unica superstite di un raid della DEA in cui hanno perso la vita le uniche persone a lei care. Dopo averla salvata da una morte certa, Léon fatica a convivere con lei, convinto che la vicinanza alla ragazzina possa distrarlo dal suo lavoro di “spazzino” preciso e letale.

Con sua grande sorpresa, Mathilda si impegna invece ad imparare il mestiere del sicario, accompagnandolo persino durante i contratti e diventando una risorsa quasi fondamentale per il suo lavoro. La relazione tra Mathilda e Lèon, iniziata come un semplice debito morale, diventa col passare del tempo un rapporto ambiguo, con la dodicienne ormai innamorata del suo mentore e il sicario confuso e spaesato da un mare di emozioni ed esperienze mai provate in vita sua. Sullo sfondo, lo psicotico omicida Agente Capo Stansfield (Gary Oldman) rimane un elemento inquietante per tutta la durata del film, tra battute sagaci, un fare diabolico completamente fuori dalla ragione umana e pura crudeltà.
Léon: Il professionista è un film con personaggi ricchi di fascino come lo stesso Jean Reno, all’epoca ancora un attore semisconosciuto e Natalie Portman, nel suo film d’esordio; persino Gary Oldman, con il suo fare squilibrato lascia un’impronta indelebile nello spettatore. In aggiunta, la bellezza della città di New York, set immenso per l’intera vicenda, abbaglia con scorci ampi ed estremamente ben resi di Central Park, l’attuale Ground Zero e i quartieri governativi. Luc Besson è stato capace di rendere indimenticabile una storia d’amore tanto improbabile, con una colonna sonora intrigante e toccante allo stesso tempo, una forte componente emotiva, e un cast che già all’epoca sapeva stregare gli spettatori.

Léon: Il professionista è una storia triste, amara, animata da un sentimento che la stessa Mathilda definisce “Amore o morte”.


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