Questa volta il famoso detto sostituisce ”rubano” in favore di un verbo sicuramente più piacevole, creativo ed anche green. Quante volte girando per le strade della città troviamo biciclette abbandonate, inutilizzabili perché ormai arrugginite dalle intemperie o peggio ancora private di molte parti, come ruote o selle. Aarhus, nominata capitale della cultura del 2017, è la seconda città più popolata della Danimarca; è situata sulla costa orientale in corrispondenza della foce del fiume omonimo e la sua etimologia in danese antico significa appunto “foce del fiume”. Ed è proprio nata qui, nella zona del quartiere latino, l’iniziativa di un gruppo di ragazzi di trasformare le biciclette abbandonate, in piccoli giardini e orti urbani che sfruttano cestini e portapacchi come vasi e cassette di piante, fiori ed erbe aromatiche. Questo progetto si chiama “Cykelhaver”, ossia “giardini della bicicletta” e aggiunge un ulteriore tocco pittoresco alla tipica architettura ”da casa delle bambole” che caratterizza queste zone, ripulendo le strade dai rifiuti antiestetici e contrastando l’inquinamento.
A tal proposito viene spontaneo riflettere sulle innumerevoli volte che ci siamo lamentati della sporcizia e del degrado delle nostre strade, di progetti mal sfruttati o spazi pubblici disorganizzati. In questo caso la Danimarca è celebre per il suo grandissimo uso di biciclette, già green di per sé, e dunque si è occupata di una questione vicina alla sua quotidianità. Oggi potrebbe essere arrivato il nostro turno.
Milano è la capitale della moda, del design: perché non creare un vero e proprio supermercato che contenga esclusivamente negozi di merce realizzata con materiali riciclati? Sarebbe un paradosso tanto divertente quanto provocatorio aprirlo magari proprio di fianco al gigante appena sorto ad Arese. Boutique di vestiti di seconda mano o altrimenti, per i brand più ricercati, direttamente realizzati in carta da macero e plastica. Per quanto riguarda il mobilio invece, sono innumerevoli gli oggetti che vengono abbandonati sulle strade ogni giorno. Al di là dello squallore di chi finge di non avere neanche il tempo per portarli almeno in una discarica, divani, comodini e credenze che sostituiamo come fossimo bambini viziati per far posto all’articolo più “in”, sono perfettamente ancora utilizzabili.
Sicuramente se adottassimo pratiche più ecologiche in ogni caso, utilizzando meno la macchina e più le biciclette come i nostri amici danesi, le nostre vie non diventerebbero caratteristiche come quelle di Aarhus, ma i nostri polmoni e la nostra salute ne gioverebbero.
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