Tre poesie ispirate alla notte, di Sebastiano Pacchiarotti, scritte tra il novembre 2015 e l’aprile 2016, accompagnate dal bellissimo Notturno in si bemolle minore di Frédéric Chopin.
1.
Notte arancione, vuota nel piazzale
di grigia palazzina postmoderna.
Vedo una donna che ansima, che sale
neri scalini verso una lucerna.
Vedo nient’altro, solo quella donna
avvolta nella giacca contro il vento,
che sferza i suoi capelli e la colpisce.
Sola nel mondo grigio, che si staglia
e tutta la fa sua, trema e procede:
ombra si fa, strappa la calzamaglia
sul marciapiede, e la sua pelle bianca
lampeggia appena, e subito sparisce.
Nel vuoto si ode un treno che sferraglia.
2.
Cartacce morte, tetre marionette
le tira un vento di neve dai vetri;
tra le strade traballa il temporale,
un tempo incerto le fa mulinare,
vergini d’acqua nel vuoto invernale.
Danzano le regine della notte,
fantasmi storti, ammutoliti spettri.
Fruscia l’asfalto; un’anima scompare.
3.
Nel piatto sterno della mia pianura
si spiana in lontananza il gracidare
dell’ambulanza gravida di morte.
Tra i fiordi artificiali si cattura
la luna blu talvolta, e le lamiere
raccontano del rito della morte.
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