Intervista a Karen Mok, popstar cinese a Milano

Karen Mok è una cantautrice, attrice, designer e produttrice nata ad Hong Kong. Ha pubblicato 15 album e vinto due Golden Melody Awards, il corrispettivo dei Grammy per la scena musicale cinese. Karen ha fatto tappa a Milano l’1 maggio 2016 con sold-out al Teatro Linear Ciak per il suo tour mondiale Regardez. L’abbiamo incontrata allo store di Rucoline, in via della Spiga angolo Borgospesso. Ad accoglierla, oltre alla co-fondatrice del marchio Daniela Penchini, ci sono stati anche gli artisti Edith Poirier e Massimo Boccardini, con meravigliose stampe ed acquerelli ispirati alla bellezza orientale di Karen.

Stampa ad opera di Edith Poirier, foto di Valentina Montisci
Stampa ad opera di Edith Poirier, foto di Valentina Montisci

(traduzione di intervista in inglese)

1. Il suo tour mondiale Regardez, cominciato a Taipei in Taiwan, ha toccato in Europa le tappe di Madrid, Londra e Milano. Quali sono le ragioni che l’hanno spinta a venire in Italia e qual è il suo legame con questo Paese?

L’Italia è veramente speciale per me perché vi sono successe molte cose stupende. La prima volta che venni in Italia fu a diciassette anni per studiare (allo United World College of the Adriatic vicino a Trieste, ndr); poi vi incontrai mio marito, tedesco, con cui mi sono sposata in Toscana. All’Italia sono anche legata tramite Rucoline, il brand di scarpe che ero solita indossare durante i miei concerti e per il quale ora ho disegnato la mia prima linea. Inoltre questo concerto è stato davvero straordinario in quanto per la prima volta una popstar cinese ha cantato in Italia, e sono fiera di essere stata proprio io.

2. Sappiamo che nei suoi concerti lei non svolge solo il ruolo di esecutrice, ma anche di vero e proprio direttore artistico. Lo stesso nome del tour “Regardez” (guardate) sembra invitare gli spettatori a godere di un’esibizione “totale” e non solo canora. Quanto sono importanti per lei atmosfera, effetti speciali e look?

Penso che in un concerto sia molto importante comunicare con il pubblico, e trasmettere un messaggio non solo attraverso la musica. Per questo ritengo fondamentale dedicarsi ad ogni aspetto dell’esibizione, dalla coreografia alle luci.

3. La sua carriera si svolge su più fronti: quello nazionale cinese e quello internazionale. All’interno della stessa Cina si trova a cantare sia in cantonese, lingua ufficiale di Hong Kong, sia in cinese mandarino. Nelle produzioni statunitensi poi, come ne “Il giro del mondo in 80 giorni” prodotto da Walt Disney Pictures, lei viene accreditata come Karen Joy Morris, suo nome di nascita. Quanto ritiene importante per un artista sapersi adeguare alle esigenze dei diversi mercati nazionali e quali pensa siano, oltre ovviamente alla lingua, le principali differenze di cui bisognerebbe tenere conto?

Penso che alla fine della giornata essere artisti cinesi, statunitensi o di qualunque altra parte del mondo sia la stessa cosa. E’ una questione di passione. Nonostante si possa recitare o cantare in diverse lingue si è sempre artisti che devono veicolare un messaggio, un significato. Ci accomuna la volontà di comunicare con la maggior partecipazione possibile.

4. Oltre ad essere un’attrice, cantautrice e produttrice, lei è anche impegnata nella difesa dei diritti umani e degli animali, con associazioni come Unicef o Animals Asia Foundation. Quali sono le cause che le stanno più a cuore e quali riguardano specialmente il suo Paese, la Cina?

Penso che sia importante occuparsi specialmente delle cause di bambini e animali perché non possono parlare da sé, ma hanno bisogno di persone che si occupino di loro. Da molti anni partecipo all’attività di Animals Asia Foundation, la quale si occupa di difendere ad esempio gli orsi  di cui la bile viene usata per scopi medicinali. Inoltre ho partecipato ad una campagna contro il traffico di esseri umani in Cina.

5. Un ultimo commento su ieri sera. Com’è andata? Si aspettava così tanta gente?

Ieri è stato incredibile, il teatro era completamente pieno. Mi hanno detto addirittura che molte persone non sono riuscite a trovare un biglietto. C’erano anche moltissimi miei fan di origine cinese che risiedono a Milano. Un concerto fantastico: è stato come un sogno.

 

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