DISCO CONSIGLIATO: Marta Sui Tubi- Lostileostile

di Christian Paciaroni

In Italia moltissima gente è convinta che non si faccia musica di qualità; probabilmente non conoscono i Marta Sui Tubi e il loro ultimo disco Lostileostile“, compresa la genesi dello stesso.

I Marta Sui Tubi sono senza dubbio una delle realtà indipendenti  -letteralmente!- della penisola. Il trio è formato dal batterista Ivan Paolini, dal chitarrista Carmelo Pipitone, tra l’altro ora impegnato anche con il supergruppo O.R.k., e dal frontman Giovanni Gulino. Tre menti per un progetto che unisce quanto di più distante ci sia musicalmente  -sulla carta- a dei testi di rara poesia.

Parlare di ogni singolo membro in questo articolo sarebbe veramente folle -per ovvi motivi di lunghezza-, come folle è questo album. Avete letto bene: folle, bipolare, nevrotico. Sin dalle sue origini.

La pazzia totale dei Marta Sui Tubi si traduce con la loro volontà di autoprodurre COMPLETAMENTE “Lostileostile” grazie al contributo dei fan, via Musicraiser; vale a dire che chi avrebbe comprato una delle ricompense messe in palio dalla band avrebbe finanziato attivamente il processo di creazione del disco. Ora, capirete benissimo che questo progetto, con il mercato discografico italiano attuale, sembrerebbe un ottimo modo per dilapidare i 20mila € raccolti (a questo ammonta il ricavo). Invece la fiducia nei e dei fan ha fatto sì che producessero in totale armonia e autonomia un disco godibile e appunto, pazzo.

Pazzo e bipolare come L’Amico Pazzo che descrivono nel primo singolo, un pezzo che inizia nel puro stile Marta Sui Tubi ma che esplode nel ritornello mettendo subito in chiaro agli ascoltatori quali saranno le chiavi di lettura di questo disco. Tuttavia, come già detto, la nevrosi è un argomento portante del disco, come quello dell’incontro; quindi già dalla seconda traccia +D1H-Più di un’Ora ci si trova a fare i conti con un pezzo acustico, dai ritmi compassati sul quale la voce di Giovanni Gulino e la chitarra di Carmelo Pipitone dipingono melodie oniriche che rapiscono e sconvolgono. Uno dei momenti migliori del disco intero, che prosegue con la dolcezza di Con un Sì, un pezzo swing, che fa capire l’illimitato potenziale tecnico della band, che riesce a suonare con classe ed eleganza qualsiasi genere e qualsiasi registro; come la successiva e furiosa Da Dannato: 1 minuto e 46 dove si alternano tranquillità e furia e nella quale Gulino si cimenta in un cantato inusuale per lui. Non azzeccatissima, anche se piacevole.

I pezzi migliori tuttavia sono Il Delta del Poi, un pezzo in puro stile Marta Sui Tubi, con un ritornello apertissimo che fa venir voglia di urlare e correre libero da qualsiasi catena e la successiva Spina Lenta con un duetto mozzafiato e intensissimo con Gigliola Cinquetti. Capolavoro.

Purtroppo la seconda parte del disco non è di pregevole fattura come la prima, infatti dopo la rockettara Rock+Roipnoll, i pezzi paiono meno incisivi e ben strutturati, a parte Un Amore Bonsai e la traccia finale strumentale L’Impossibile, che mantengono alto il livello del disco. Un vero peccato perché se fosse fatto a meno dei pezzi Qualche kilo da Buttare giù e La Calligrafia di Pietro si sarebbe parlato di un capolavoro assoluto della musica italiana degli ultimi dieci anni, sia per i testi, sia per gli incastri sonori e la sperimentazione di una band, che non ha mai smesso di evolversi e migliorarsi, nonostante le già più che notevoli doti tecniche.

Di sicuro una band e un album che consigliamo vivamente, nonostante i passetti falsi durante il cammino e che invogliamo ad andare a vedere il live per l’energia e la passione che sanno sprigionare dal vivo.

Pezzi Consigliati: +D1H-Più di un’Ora, Il Delta del Poi, Spina Lenta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.