Emographomenon

Emographomenon: è questo il “neologismo” grecizzante che Alessandra Casati ha coniato per raccogliere le fila del suo romanzo e consegnarlo a noi lettori, con un titolo che suona come “scritto nel sangue”. Alessandra è una giovanissima autrice, nata a Monza nel 1994, che nell’ottobre del 2015 ha pubblicato con la casa editrice Aletti il suo primo libro, appunto “Emographomenon”.

E’ una storia intrigante, che lancia sin dalle prime pagine il lettore nelle fauci di un sogno inquietante e misterioso: il sogno che tormenta Aimee, la protagonista del romanzo, una quasi-sedicenne.
I destinatari cui questa storia è rivolta sono, a detta della stessa autrice, i «giovani adulti», nonostante l’intenzione sia quella di farla giungere a un pubblico il più ampio possibile. Il romanzo è molto scorrevole proprio per la suspence creata dalla trama, ispirata dalla cultura letteraria fantascientifica, e anche storica: un’ambientazione monasteriale quasi magica, personaggi ambigui e doppiogiochisti,  ragazzi dal passato dimenticato e nebuloso, un villain spietato e affascinante (ma, si sa, i cattivi hanno sempre quel non so che…).

L’atmosfera di sfondo è ben costruita da una scrittura veloce ma attenta ai dettagli e alle descrizioni; non mancano suggestioni storiche e religiose, che danno al lettore un appoggio di concretezza e di realismo in un’ambientazione che, al contrario, estrania dal vero pur senza un’eccessiva presenza di elementi magici.

Il vero cuore di questa atmosfera è l’elemento religioso, che viene dall’autrice esaltato e documentato: il concetto di fede, nelle sue varie prospettive, si riflette nella creazione di un mondo letterario in cui la giovanile difficoltà a credere senza riserve in un qualcosa di ultraterreno può trovare una dimensione tutta sua.

Emographomenon” è una storia di crescita umana, un percorso di formazione e iniziazione in cui la protagonista Aimee, che deve crescere per gli altri, cresce anche nei rapporti di amicizia, amore, famiglia e nelle concezioni di questi.

Non è mai un compito semplice esprimere un giudizio critico sul primo lavoro di una giovane scrittrice: è facile esaltare o deludere immeritatamente un’opera e, di riflesso, chi l’ha pensata, creata, seguita, perfezionata. Di “Emographomenon” si apprezzano soprattutto i colori, la tensione, l’atmosfera esoterica e la cura dell’autrice nel descrivere una delicata fase di crescita.

E di Alessandra Casati si ammira la capacità di donare al pubblico una storia piacevole e la voglia di mettersi in gioco: due fondamentali ingredienti che lasciano ben sperare anche per il futuro.

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