Raeliani: figli di extraterrestri, religione, politica e fantascienza

Raelianesimo: e se fossimo tutti nati da un esperimento extraterrestre, come quelli che si stanno facendo ultimamente per arrivare a stabilire il numero minimo di geni indispensabili per la vita e hanno portato alla creazione del batterio syn3.0?

13 Dicembre 1973: un giornalista sportivo passeggiava per la campagna francese, quando, d’un tratto, avvistò uno strano oggetto avvicinarsi a lui dal cielo: “Aveva circa sette metri di diametro, piatto sotto e conico sopra, dell’altezza di circa due metri e mezzo. Un disco volante!“. L’avventura di Rael, questo da allora il nuovo nome dell’allora ventisettenne Claude Vorilhon, inizia così, come un bestseller o un film di fantascienza.

Ma da questo presunto contatto alieno non è nato solo un fantasioso racconto, bensì un libro (Il libro che dice la verità) scritto con tanta serietà e verosimiglianza da dar luogo a una nuova religione, il raelianesimo. Questa sorta di “nuova Bibbia”, definita in questo modo dall’autore stesso, è riuscita a raccogliere intorno a sé migliaia di fedeli, sparsi in diversi Paesi del mondo. La struttura, in effetti, è in parte simile a quella del libro sacro: il linguaggio è apparentemente semplice, esplicito, vi si trattano temi come la Genesi e il Giudizio Universale e sono persino imposti dei nuovi comandamenti.

Il tutto è basato sulla rivelazione che Rael dice di aver avuto a opera dell’alieno con cui è entrato in contatto, il cui nome evoca direttamente il nome di Dio riportato nell’Antico Testamento, appartenente al popolo degli Elohim (parola anch’essa simile all’ebraico Elohenu, utilizzato come attributo divino). Costoro sarebbero un gruppo di scienziati extraterrestri che crearono la vita sulla Terra come risultato di un esperimento di clonazione. Da questo punto in poi la nuova religione inizia a intrecciarsi con attualità di bioetica: i raeliani si dicono infatti favorevoli a qualsiasi progresso in ambito scientifico, compresa la clonazione umana, mezzo forse utilizzabile per raggiungere l’immortalità.

L’intrecciarsi di culto e scienza può, però, dar luogo anche a risultati contrastanti ed estremismi: come il cristianesimo ha a lungo legittimato il non sempre giusto potere assoluto di sovrani, anche il raelianesimo sostiene una forma di governo non poco drastica: la geniocrazia. Essa prevedrebbe l’attribuzione del diritto di voto e del diritto a essere eletti solo in presenza di un quoziente di intelligenza abbastanza elevato. Tale quoziente secondo questa idea dovrebbe essere calcolato da psicologi sin dalla tenera età, causando un indirizzamento delle persone a seconda delle facoltà intellettive. Un’idea che ha un che di terrificante se pensata in concreto: per prima cosa annullerebbe gran parte del libero arbitrio e tutto dipenderebbe dal metodo di valutazione scelto per misurare qualcosa con così tante sfumature come l’intelligenza.

Assai controverso e criticato è anche il simbolo di questo culto: una stella di David con al centro una svastica. Per giustificare questa scelta, Vorilhon affermò di voler riprendere il significato prenazista della croce uncinata, ma questo non mancò di scatenare polemiche, tanto che dal 1991 in alcuni casi la svastica è sostituita con una spirale.


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