(In)humanity: Anomalisa

Dicono che molte persone amano farsi spaventare. Dicono che abbia a che fare con una certa scarica di adrenalina. Dicono anche che è per questo che i film horror, nonostante siano considerati dei B Movies, sono tanto amati dal pubblico, soprattutto quello giovane.

Ma a spaventarci, non ci sono solo boogie man, scricchiolii su vecchi pavimenti in parquet, cabine abbandonate nel bosco o case fatiscenti circondate dal buio e dalla nebbia. A spaventarci non è solamente il buio e i mostri, il non conoscere o il non vedere. Ciò che abbiamo davanti agli occhi, che crediamo, siamo certi di conoscere può essere altrettanto terrificante, se non di più.

Ci spaventa stare davanti alla TV, sentire il telegiornale e scoprire che cose orribili accadono ogni giorno. Ci sono persone cattive a questo mondo, persone corrotte, che dovrebbero pensare al bene di tutti, mentre si occupano solo del loro profitto, ci sono persone egoiste che vogliono vendetta o che traggono piacere dal vedere altri esseri umani soffrire e morire, ci sono assassini, ci sono stupratori, ci sono pedofili, ci sono guerre, attentati, genocidi, disastri ambientali. Sono tutte tragedie che l’uomo ha provocato, eppure quando ascoltiamo le condizioni in Nord Corea, quando sentiamo le statistiche sulla violenza domestica, siamo indignati, sono comportamenti considerati “inumani”.

Perché? Perché usiamo questa parola? Mi sono chiesta, come può un essere umano diventare disumano? Il vocabolario dice: “Di persona che, soprattutto negli atti e nel comportamento, si mostra priva dei sentimenti di umana pietà e quindi crudele, spietata.” Eppure è sotto gli occhi di tutti, la natura umana è pietà ma anche violenza. L’uomo è meschino, invidioso, narcisista, brutale, ma è anche gentile, compassionevole, caritatevole, può decidere di mettere gli altri davanti a stesso, ma può anche fare l’esatto opposto. Può essere la decisione di un momento, o uno stile di vita, ma non è detto che anche quello resti tale e quale dall’inizio alla fine.

Affermare che una persona, un comportamento è disumano, vuol dire negare l’esistenza di ombre, e tonalità di grigio, nell’umanità, ma soprattutto in noi stessi. È una parola creata per farci sentire meglio. Allora, cos’è l’umanità?

Quest’anno è uscito nelle sale un film che dalla critica è stato dichiarato un bellissimo esempio di umanità. Il bello è che sullo schermo non compare nemmeno un essere umano. Si tratta, infatti, di Anomalisa, un film d’animazione del 2015 diretto da Charlie Kaufman e Duke Johnson, e presentato in concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Michael, un famoso oratore motivazionale, è il protagonista della vicenda. Lo vediamo affrontare con delusione la mondanità della vita, ma tutto cambia quando incontra Lisa.

Non voglio dirvi altro, perché, oltre che un film è un viaggio personale, che ognuno deve godersi da solo, o in compagnia di un cestello di pop corn. E perché, in fondo, dice tutto lui.


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