Spotlight: Il vero giornalismo

Prendi un’inchiesta giudiziaria, prendi un giornale come il Boston Globe ed il suo team Spotlight. Assisti alla nascita del caso mediatico che ha aperto gli occhi agli USA e al mondo nei primi anni duemila. A raccontare la storia dell’inchiesta giornalistica vincitrice del Premio Pulitzer e responsabile dell’alzata di velo sullo scandalo dei preti pedofili ci pensa il nuovo film di Tom McCarthy, Il Caso Spotlight, in uscita nelle sale il 18 febbraio.

Il Caso Spotlight

La situazione di Boston prima dell’inchiesta assomigliava molto a quella che si può trovare tuttora in un qualsiasi paesello disperso tra i monti e governato da un signorotto con grandi amicizie: in perfetto stile mafioso, vige la legge dell’omertà, per cui tutti sanno ma nessuno parla. A Boston, colui che dettava legge era il Cardinale Law, un mastro burattinaio che tirava i fili della polizia, della procura e dell’informazione.

L’outsider che smuove tutto

Come molto spesso accade, a smuovere il tutto ci vuole un outsider, una persona esterna sia alla città sia al mondo cattolico. La vicenda, infatti, ha inizio nell’estate del 2001, quando il neodirettore, ebreo, Marty Baron (Liev Schreiber) arriva da Miami per dirigere il Globe. Per prima cosa incarica il team di giornalisti investigativi, soprannominato Spotlight, di indagare sulla notizia di cronaca di un prete locale. Quest’ultimo è accusato di aver abusato sessualmente di decine di giovani parrocchiani nel corso di trent’anni.

Per nulla scoraggiati dai rischi che avrebbero corso muovendosi contro un’istituzione qual è la Chiesa Cattolica a Boston, il caporedattore del team Spotlight, Walter “Robby” Robinson (Michael Keaton), i cronisti Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) e Michael Rezendes (Mark Ruffalo) e lo specialista in ricerche informatiche Matt Carroll (Brian d’Arcy James) cominciano a indagare sul caso.

Il Globe e le sue rivelazioni

Man mano che i giornalisti del team di Robinson parlano con l’avvocato delle vittime, Mitchell Garabedian (Stanley Tucci) e intervistano adulti molestati da piccoli e cercano di accedere agli atti giudiziari secretati, emerge con sempre maggiore evidenza che l’insabbiamento dei casi di abuso è sistematico e che il fenomeno è molto più grave ed esteso di quanto si potesse immaginare.

Nonostante la strenua resistenza degli alti funzionari ecclesiastici, tra cui l’arcivescovo di Boston, Cardinale Law (Len Cariou), nel 2002 il Globe pubblica le sue rivelazioni in un dossier. Il dossier farà scalpore aprendo la strada ad analoghe rivelazioni in oltre 200 diverse città del mondo.

Quella del Globe, è stata un’inchiesta che non ha avuto niente a che fare con i precedenti articoli che denunciavano casi isolati di abusi sessuali compiuti da sacerdoti cattolici. È stata una raccolta di rivelazioni meticolosamente documentate; una ricerca che ha rivelato un vero e proprio fenomeno dalle dimensioni terrificanti. I crimini perpetrati dai religiosi – e il coinvolgimento della Chiesa che aveva tentato di insabbiarli – sono stati messi in luce con una precisione senza precedenti.

Un esemplare caso di giornalismo d’inchiesta, come forse non si vedrà più, considerando il settore in crisi e budget sempre più limitati. Forse Spotlight, con le sue candidature all’Oscar (tra cui Miglior Film), dovrebbe vincere non solo per la grandiosità e per l’importanza della sua storia, ma anche perché potrebbe benissimo essere un ottimo esempio di una reliquia del passato. Inchieste come queste, purtroppo, potremmo non vederne più per un po’ di tempo.


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