L’ECONOMIA DELL’IMMIGRAZIONE

Di Andrea Ancarani

L’immigrazione è un fenomeno sempre più esteso e che abbraccia moltissimi ambiti di studio, pertanto assai complesso da trattare compiutamente.

Per questo motivo, il rischio di scadere nella superficialità o in semplificazioni dettate, a volte, da presupposti ideologici è sempre dietro l’angolo. In questa sede cercherò di definire l’impatto che l’immigrazione ha sull’economia, con uno sguardo particolare al caso italiano, e infine quali siano gli effetti di questo fenomeno, a livello economico, nei paesi di origine.

I movimenti di persone tra paese e paese fino dall’antichità hanno interessato i popoli per i più vari motivi, dalle guerre ai cambiamenti climatici, ai pascoli ma che oggi, per la connessione globale, la velocità e l’economicità degli spostamenti, diventano sempre più intensi e ampi.
Secondo l’UNCHR sono 219.000 i migranti che solo nel 2014 hanno cercato di attraversare il Mediterraneo, di cui 3.500 hanno perduto la vita, e sono circa 232 milioni le persone che si sono spostate nello stesso anno nel mondo.

Nei paesi di arrivo gli immigrati intraprendono un processo di integrazione che ha nell’immissione nel mercato del lavoro, il suo elemento centrale. A questo proposito una ricerca del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha definito la situazione del lavoro straniero nel nostro paese sottolineando come nel 2014 i lavoratori immigrati ammontassero a circa 4 milioni di cui 2.229.120 occupati. Inoltre il trend dell’occupazione straniera sembra aver sofferto meno gli effetti della crisi infatti, continua la ricerca, in Italia nel 2020 i lavoratori immigrati aumenteranno del 45% rispetto al 2010 con circa 900 mila posti occupati in più mentre l’occupazione italiana rimarrà costante.

In ultimo nell’economia italiana il lavoro straniero ricopre un ruolo sempre più fondamentale impattando dell’8,6% sul PIL con un gettito Irpef che ammonta a circa 6,8 miliardi versando, secondo quanto stima l’Inps, 10,29 miliardi in contributi previdenziali garantendo la pensione a circa 620 mila anziani.

Ma non è tutto. Il lavoro degli immigrati produce anche degli importanti effetti nei loro paesi di origine, infatti, i soldi guadagnati vengono spesso mandati come rimesse ai propri parenti per fornire aiuto e sostegno. Queste piccole somme di denaro hanno però un impatto enorme nell’economia mondiale infatti la Banca Mondiale stima che il traffico delle rimesse valga, solo nel 2014, 582 miliardi di dollari, di cui 435 miliardi destinati ai paesi in via di sviluppo per un totale di 232 milioni di persone coinvolte sorpassando di gran lunga il volume delle risorse destinate dai paesi ricchi in termini di aiuti allo sviluppo del Terzo Mondo.

Un aspetto importante se si tiene conto che oggi le rimesse rappresentano il 45% del Pil del Tajikistan, il 38% dell’economia della Moldavia ed il 30% di quella dell’Honduras, per fare alcuni esempi. Questo flusso di denaro ha però effetti contrastanti nei paesi di origine, infatti, se da una parte aiutano a migliorare la qualità della vita delle persone, dall’altra favoriscono la staticità disincentivando una spinta al cambiamento e generando dipendenza di sviluppo dalle rimesse stesse.

Ad oggi la crisi economica ha avuto un impatto molto forte sia sugli spostamenti di persone nel mondo, riducendoli significativamente, sia sulla condizione dei migranti nei paesi di arrivo creando sacche di disoccupazione e condizioni di vero e proprio sfruttamento del lavoro. Inoltre la nascita di movimenti razzisti e xenofobi mette ancora più a repentaglio un già difficile processo di integrazione che rischia di sfociare in violenza ed esclusione. Bisogna a questo proposito prendere coscienza della vastità del fenomeno dell’immigrazione e dei drammi umani da cui spesso viene generata e alimentata aprendo la possibilità di una vera integrazione che è possibile realizzare partendo innanzitutto dal lavoro.

È necessario, infine, arginare e rielaborare la deriva culturale per cui l’immigrazione debba essere vista come una lotta alla sopravvivenza in cui una delle due parti debba soccombere per la sopravvivenza dell’altra.

Images: copertina

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