Camilla Gramegna

Fra le tante origini della parola Africa, forse quella che racchiude tutto il significato delle genti, del deserto, dell’infinito, della vita è polvere. In questi granelli di polvere, la fotografa Camilla Gramegna è riuscita a dare una collocazione a tutte le emozioni, fissandole negli scatti attraverso queste ombre di colore dove i protagonisti sono persone, popoli veri che svolgono la loro vita abituale, in una terra selvaggia e difficile da capire.

In questi giorni di sbarchi di profughi, di EXPO per nutrire il pianeta, questa mostra sembra essere il tassello che mancava. Bambini, sguardi, una finestra luminosa su una terra scura. Questi bianchi e neri che si fondono in un continuo rincorrersi, in queste sale del Castello Visconteo. Tanti totem che gridano, che vogliono raccontare la loro storia, una storia che Camilla si porta dentro, che le ha regalato una profondità nuova, forse un punto di vista nuovo per osservare il mondo.

Ogni luogo ha il suo fascino, la sua vibrazione, e in questi scatti, volutamente dinamici, quasi rubati, l’attimo, il sorriso, lo sguardo, escono dall’installazione per creare un coro, una musica corale che vibra su tutto, trasformando il chiacchiericcio dei visitatori in un momento di riflessione. Sembra di sentire le fotografie gridare: guardami. Un senso, un viaggio, un momento in cui percepire l’altro non come diverso, ma come una parte fondamentale di tutto.

Ho deciso di stamparle in dimensioni ridotte, perché così l’osservatore può cogliere il dettaglio avvicinandosi“. Sembra quasi che l’artista voglia sconfiggere quel confine latente tra questi popoli e l’ultimo passo di chi vuole guardare, vuole capire. Quando si esce da questa mostra, ci si sente pieni, ognuno delle proprie paure, delle proprie emozioni. Ognuno un po’ più vivo, più consapevole. Ognuno ricco di qualcosa di impalpabile, di indescrivibile, se non utilizzando una parola magica: arte.

Forse Abbiategrasso sarà l’inizio, o forse vogliamo percepirlo noi in questo modo, ma sicuramente sarà il primo passo verso un grande futuro per Camilla Gramegna, che nel suo passo fiero, attraverso lo sguardo del suo obiettivo, ha colto l’essenza di un continente, trasportando ad Artepassante le risate del bambino africano che suonano forte come il ruggito del leone.


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