I fossili di miele di Blake Little

di Filippo Bottini

Blake Little è un fotografo di Los Angeles che negli ultimi trent’anni si è distinto sulla scena grazie ai suoi scatti ritraenti grandi attori di Hollywood. Ultimamente ha deciso di cimentarsi, pur rimanendo nel campo del suo mezzo espressivo, con il complesso mondo dell’arte contemporanea. Il suo primo lavoro di questo tipo esce il 28 febbraio in forma di libro ufficiale, ma su internet si trovano già alcuni suoi scatti. Il progetto ha titolo “Preservations” e, detta in soldoni, consiste di fotografie di persone ricoperte di miele.

Queste immagini ritraggono quindi individui nudi su cui viene versato nettare ambrato. Quando mi sono trovato davanti a questo lavoro il mio primo pensiero è stato di un certo disgusto: l’immagine di corpi, non sempre di fotomodelli, ricoperti di un liquido vischioso, non è certo di tipo bucolico. A un secondo sguardo però emergono delle riflessioni che sono senz’altro proprie dell’arte contemporanea.

Il pensiero principale è denunciato dal titolo stesso e si ritrova nei fossili ricoperti d’ambra. Riproducendone le caratteristiche estetiche il fotografo ci propone delle versioni contemporanee di quelle capsule temporali che sono gli animali ricoperti di resina pietrificata. E in un certo senso riesce a ricrearne anche la dimensione preservativa, non nella conservazione materiale del corpo, ma in quella dell’istante, immortalato dalla fotografia.

In secondo luogo queste immagini ci mettono di fronte ad un oggetto che fa parte del nostro essere e che conosciamo benissimo, il corpo umano, distorto e modificato dalla presenza di un agente esterno che ne altera le caratteristiche estetiche. L’effetto è contemporaneamente aberrante e sensuale.

Ci immedesimiamo nelle sensazioni che questi modelli devono avere provato: oppressione, repulsione, lordura. Allo stesso tempo la consistenza del miele rende ogni curva del corpo riflettente, accentuandone la plasticità ed evocando una sensazione di calore e morbidezza decisamente attraenti.

L’autore stesso si definisce “meravigliato dalle trasformazioni del miele, da come può distorcere ed amplificare le forme, risaltare la perfezione fisica, generare repulsione e suggerire contemporaneamente immortalità e morte”.

Se è vero che l’artista è colui che riesce a prendere qualcosa che conosci molto bene e a porto sotto una nuova luce che ti consenta di scoprirne nuovi aspetti, questo progetto di Little ha senz’altro più che qualcosa di artistico.

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