abiti da abitare

Lente d’Ingrandimento: Abiti da abitare, Matija Čop

di Cecilia Mora

Un indumento è in se un oggetto architettonico, e viceversa, non per il loro aspetto o struttura, ma per l’idea che si trova nella loro progettazione.

Entrambe le discipline hanno sia una funzione estetica che una pratica e si trovano di fronte a problemi simili, ad esempio la relazione tra corpo e spazio.

Una delle differenze più grandi è che in pubblico un individuo può indossare qualsiasi cosa sia di suo gradimento, non ci sono regole. Un edificio, invece, fa parte della sfera pubblica e richiede un permesso.

La moda veste il corpo, l’architettura gli edifici o, se preferite, gli spazi; e con ciò si potrebbe dire che entrambi hanno lo scopo di creare “abiti da abitare”. Non a caso vari architetti, come ad esempio Gianfranco Ferré, si sono affermati nel settore della moda.

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Recentemente ho scoperto la “sculptural fashion”, ispirata, come già svela la parola stessa, al mondo della rappresentazione plastica.

Il designer che voglio presentarvi oggi è Matija Čop, originario di Zagabria dove ha studiato tecnologia tessile.

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“Object 12-1” è una collezione ispirata all’architettura e prodotta con un materiale contemporaneo che imita le qualità sensoriali della pietra.

Le silhouette-scultura sono costruite con pezzi di schiuma idrorepellente a incastro che si ispirano alla cattedrale di San Giacomo di Sebenico, risalente all’anno 153.

Il taglio al laser e degli attrezzi chiamati “plug and feather”, usato per la costruzione di edifici, danno la possibilità di smontare e ricostruire gli indumenti ripetutamente in una forma sempre nuova, senza bisogno di cucirli.

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Nel video G.U.Y. di Lady Gaga potrete ritrovare questi due vestiti (la prossima volta che vedete il video provate a trovarli!!)

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Trovo affascinante come Čop riesca a creare un effetto morbido e flessibile per imitare un materiale come la pietra.

In particolare, il fatto che adoperi lo stesso metodo di costruzione della cattedrale per la sua collezione, mostra come architettura e moda si possano fondere creando degli abiti da abitare.

Potremmo quasi dire che architetti “vestono una città” e fashion designer creino indumenti per “abitare un corpo” ed entrambi hanno come pensiero base di proteggere e decorare.

Di solito la struttura esterna di un edificio è in sintonia con l’arredamento all’interno così come i nostri vestiti spesso riflettono il nostro umore (meno male che non siamo una facciata di un edificio e abbiamo la fortuna di cambiare il nostro abbigliamento!)

Un altro punto che hanno in comune è che i vestiti, come le case, mostrano l’usura del vivere, perché cosi come un muro si sgretola col passare degli anni, un abito si deteriora o rovina.

https://www.instagram.com/p/BO2yTIHBFeN/?utm_source=ig_web_button_share_sheetIl nostro corpo potrebbe essere visto come una tela, ancora nuda, che non aspetta altro che essere pitturata in qualcosa di unico, trasformandoci in piccoli pezzi d’arte che si esibiscono in giro per le strade di tutto il mondo.

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