La sessualità è spesso circondata da tabù e stereotipi. Questo rende difficile parlare apertamente di certi argomenti, soprattutto tra i più giovani. La digitalizzazione delle relazioni ha portato ad una trasformazione significativa nel modo in cui le persone sperimentano l’affettività e le relazioni interpersonali. In questo contesto, è fondamentale comprendere come i giovani percepiscono e gestiscano queste relazioni digitali, quali siano gli impatti sulla loro salute mentale e benessere emotivo, ricordando come purtroppo fenomeni quali cyber bullismo e pedo-pornografia siano in aumento, senza dimenticare la disparità di genere con la figura della donna che viene storicamente sottomessa e dominata nella cultura occidentale come in quella orientale per motivi sociali e religiosi, vittima di prevaricazione ed abuso nella vita reale come sul web.
Dominanza e sottomissione
Il tema della sessualità maschile, con i concetti di dominanza e sottomissione, risulta complesso e ricco di sfumature. Questi ruoli influenzano profondamente gli stereotipi ed i comportamenti sessuali moderni. Mentre la dominazione implica guidare e scegliere le sensazioni da far provare al partner, la sottomissione significa affidarsi e lasciarsi andare completamente nelle mani dell’altro, con piena fiducia nella relazione, a rappresentare delle dinamiche sessuali standard da inquadrare, sviluppando capacità di cooperazione ed altruismo e l‘esplorazione di nuove parti del Sé. Sul versante femminile, a partire dalla cultura classica antica, filosofi del calibro di Platone ed Aristotele riportano come la donna sia per natura inferiore all’uomo, con un corpo incompleto e menomato, più debole e quindi da sottomettere anche con la forza.
Se la cultura e la base biologica interagiscono continuamente, influenzando il comportamento umano, è importante riconoscere le tendenze arcaiche di dominanza e sottomissione per compiere il primo passo a favorire relazioni paritarie attuali di benessere sociale. La percezione di un “maschio dominante” e di una “donna sottomessa” crea aspettative sociali che possono influenzare il comportamento degli individui soprattutto su piattaforme on-line social, fino a sfociare in una vera e propria violenza digitale. Questi ruoli sono spesso rafforzati dai media e dalla cultura popolare, contribuendo ad una visione distorta della virilità e del potere maschile: nonostante si cerchi di superare questa rappresentazione spesso si cade come vittime inconsapevoli di un tabù sociale ma anche digitale, da riconoscere e combattere. L’educazione sessuale nell’era digitale deve adattarsi alle nuove tecnologie, affrontando temi come la violenza di genere online, ricordando come alla base rimanga fondamentale il riconoscimento della violenza stessa, ovvero capire come niente e nessuno possa mai giustificarla.
Violenza digitale. Definizioni
La violenza digitale comprende fenomeni che sono in netto aumento, quali revenge porn e sextortion. Il fenomeno revenge porn colpisce prevalentemente il sesso femminile e rappresenta la distribuzione di immagini sessualmente esplicite senza il consenso delle persone coinvolte su piattaforme on-line private o social network. Questi atti di violenza digitale sono spesso alimentati dalle aspettative sociali e dagli stereotipi di genere, comportando delle implicazioni psicologiche pesanti. Le vittime che possono sperimentare disagio emotivo, bassa autostima, sensi di colpa e difficoltà nelle relazioni interpersonali, fino a sindromi più gravi come ansia, depressione e disturbo post-traumatico da stress. Da ricordare come il fenomeno può partire come sexting consensuale ed evolvere in revenge porn, quindi la molestia informatica o cyberstalking, con il sesso maschile per definizione più propenso alla diffusione non consensuale di immagini, sia come vittime che come autori del materiale pornografico, da individuare per le conseguenze riportate sia dal punto di vista clinico che legale, con danni psicologici spesso a lungo termine come impotenza, frustrazione, rabbia oppure semplicemente vergogna.
Il cosiddetto sextortion rappresenta una forma di estorsione sessuale che avviene quando qualcuno minaccia di divulgare informazioni private o immagini sessualmente esplicite della vittima a meno che questa non paghi una somma di denaro o fornisca ulteriori favori sessuali. Si tratta di un neologismo inglese nato dalla crasi tra delle parole “sex” ed “extortion“, ovvero sesso ed estorsione, che serve ad indicare un ricatto sessuale realizzato attraverso il web. Questo tipo di ricatto sfrutta la vulnerabilità emotiva e psicologica della vittima, spesso utilizzando materiale ottenuto tramite sexting o hacking di dispositivi personali: vede coinvolto un numero crescente di uomini vittime di ricatti legati alla loro immagine di potere e virilità che diviene ridicolizzata e diffusa in maniera impropria sul web. Il trattamento richiede un approccio multidisciplinare che includa educazione, supporto psicologico, oltreché misure legali per proteggere le vittime di questo triste fenomeno. Tra le cause ricordiamo l’elevata aspettativa sociale riguardante la virilità ed il potere maschile, che possono spingere gli uomini a comportamenti rischiosi online rendendoli più vulnerabili. L’ampia diffusione di dispositivi connessi e l’uso di piattaforme di social media e app di messaggistica facilitano la condivisione di contenuti intimi, che possono essere sfruttati per ricatti, sebbene esista una diffusa mancanza di consapevolezza ed educazione digitale, con molte persone che non sono sufficientemente informate sui rischi associati alla condivisione di contenuti personali online e sulle misure di sicurezza che possono adottare per proteggersi. Gli estorsori spesso cercano guadagni finanziari, sfruttando la paura e l’imbarazzo delle vittime per ottenere denaro, con l’anonimato offerto dal web che permette agli estorsori di agire senza essere facilmente identificati, aumentando il numero di casi di sextortion ad oggi.
Il revenge porn in Italia
Il fenomeno è in aumento, con oltre due milioni di vittime in Italia e 14 milioni di account che hanno visualizzato immagini non consensuali. Piattaforme come Facebook, Google e Microsoft tendono ad adottare politiche di tolleranza zero verso il revenge porn implementando programmi per prevenire la condivisione non consensuale. Ricordiamo come il consenso termina quando viene violata l’intimità e lo spazio di privacy, e la pornografia non consensuale rappresenta un reato denunciabile. Il reato di revenge porn è infatti regolato dall’articolo 612-ter del Codice Penale, introdotto con la legge n.69/2019, conosciuta anche come “Codice Rosso”, che prevede pene severe per chiunque diffonda immagini o video a contenuto sessualmente esplicito senza il consenso delle persone rappresentate, con le sanzioni che includono la reclusione da uno a sei anni ed una multa che può variare dai 5.000 ai 15.000 euro per la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Il Garante per la Privacy offre anche un servizio di segnalazione per prevenire e contrastare queste problematiche, sottolineando l’importanza di proteggere i propri dati personali e sensibili.
Sextortion tra i più giovani
Il fenomeno sextortion, che coinvolge richieste di denaro per non diffondere immagini intime, sta aumentando tra i giovani, soprattutto tra i 15 e i 17 anni. I minori purtroppo sono particolarmente vulnerabili, con un aumento dei casi di pornografia non consensuale, anche attraverso dei profili falsi che diffondono immagini illegali. Come modalità di adescamento, gli estorsori iniziano di sovente con conversazioni amichevoli sui social, chiedendo poi immagini sempre più audaci, per poi passare alle richieste di denaro. Uno studio qualitativo datato 2022 e reperibile su PubMed, pubblicato sul “Journal of child sexual abuse”, esplora le esperienze di 48 adulti, di età compresa tra 18 e 25 anni, che sono stati vittime di sextortion, con quasi la metà dei partecipanti che risultano minorenni al momento dell’abuso. L’analisi tematica ha identificato quattro dimensioni principali: le connessioni emotive tra vittime e perpetratori, la natura delle minacce, le risposte sociali e l’integrazione dell’abuso nelle storie di vita dei giovani partecipanti: tra i risultati viene riportato come la maggior parte dei partecipanti abbia cercato supporto da amici e familiari, come molti abbiano espresso gratitudine per l’opportunità di raccontare la loro storia durante le interviste e la percezione da parte della maggior parte dei partecipanti del fenomeno sextortion come un evento centrale nella loro vita in grado di cambiarli per sempre, a sottolineare la gravosità del fenomeno e delle sue conseguenze globalmente.
Nuove misure preventive ed iniziative
La piattaforma digitale Meta ha annunciato una serie di nuove misure volte a rafforzare la sicurezza online, in particolare per proteggere adolescenti e giovani adulti da questi fenomeni in crescita che prende di mira soprattutto i più giovani. Instagram ha annunciato l’estensione globale di una funzione che sfoca automaticamente le immagini di nudo inviate tramite Direct Message. Questa misure sono rivolte soprattutto agli adolescenti sotto i 18 anni e forniscono agli utenti avvisi sui rischi legati all’invio ed alla ricezione di immagini sensibili, scoraggiando l’invio di contenuti compromettenti. L’associazione PermessoNegato, nata nel 2019 con un Team composto da esperti di sicurezza, avvocati, psicologi e criminologi, è in grado di offrire supporto tecnologico ed orientamento legale alle vittime di diffusione non consensuale di materiale intimo e violenza online, attraverso collaborazioni internazionali e partnership con piattaforme social.
Soprattutto per i giovani, rimane fondamentale il supporto della famiglia, raccogliere prove e denunciare tempestivamente alla Polizia. Se sospetti di essere una vittima rimane importante non cedere alle richieste e cercare immediatamente aiuto: è utile conservare tutte le comunicazioni come prova e non cancellare i messaggi ricevuti. Alcuni piccoli accorgimenti per affrontare il problema con maggiore consapevolezza, ricordando come questi attacchi cerchino di far leva soprattutto sulle debolezze umane come la fiducia, la paura, la curiosità e la gentilezza, oltre alla vulnerabilità tecnologica attraverso il social engineering, una tecnica di manipolazione psicologica utilizzata dai cybercriminali per ottenere informazioni riservate e personali. Per difendersi è necessario quindi il supporto dell’intera comunità in prima battuta, evitando l’isolamento ma piuttosto cercando un ascolto aperto ed empatico e, se necessario, cercare l’aiuto di un professionista della salute mentale per affrontare lo stress e l’ansia causati dalla situazione, ricordando che non si è mai soli ma che esistono delle risorse.
Fonti
Revenge Porn: cos’è il consenso? – Giovani2030
Revenge Pornography: Mental Health Implications and Related Legislation
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