Da sempre la maison Dior, una delle più celebri al mondo, è stata ricordata grazie anche ai suoi famosi direttori creativi; nomi illustri come quelli di Yves Saint Laurent, Gianfranco Ferrè, John Galliano, Raf Simons e l’italiana Maria Grazia Chiuri, la prima direttrice creativa donna di Dior.
Ognuno di loro ha dato il proprio contributo per rendere Dior il marchio che noi oggi, in tutto il mondo, conosciamo. Tra le più importanti invenzioni ricordiamo: la linea trapèze, una silhouette morbida dalla forma a trapezio, e il Beat Look di Yves Saint Laurent, caratterizzato da un’estetica aggressiva, vicino alla cultura giovanile di allora che scandalizzò la critica conservatrice. Ricordiamo l’audace Saddle Bag lanciata nel 1999 dell’inglese John Galliano; l’iconica borsa a forma di sella di cavallo che rimanda al mondo equestre. O ancora la rivisitazione minimalista di Raf Simons dell’iconica Veste Bar, la giacca con vita stretta e fianchi accentuati da quell’iconica sfilata del New Look, disegnata da Christian Dior nel 1947.
C’è pero il nome di uno stilista che spesso non viene citato quando si parla della maison Dior: Marc Bohan. Esso rimase alla guida della casa di moda per ben ventotto anni consecutivi, subito dopo il licenziamento di Yves Saint Laurent a causa del suo arruolamento per il servizio militare in Algeria e a seguito della Beat Collection del 60/61.
Maison Dior e Marc Bohan: storie parallele
Marc Bohan nasce a Parigi nel 1926 ed entra nel mondo della moda grazie alla madre modista. Dal 1945 e per i successivi quattro anni, lavora per la casa di moda Robert Piguet; attraverso la quale conosce Christian Dior. Dal 1949 al 1954 lavora come assistente da Molyneux, stilista e profumiere britannico. Inoltre prima di creare collezioni per la linea London Line di Dior, lavora per Jean Patou come stilista di collezioni di haute couture e prima ancora prova a disegnare capi sotto proprio nome, fallisce però a causa della mancanza di finanziamenti.
Nel 1961 sfila in passerella la prima collezione autunno-inverno dello stilista, denominata Slim-Look; a differenza del fondatore della casa di moda, Bohan sceglie di utilizzare figure allungate con spalle naturali, vita bassa, fianchi piatti e gonne strette e delicate. Ulteriore suo merito è quello di aver creato per la collezione primavera/estate 1969 il pattern più celebre della maison: il Dior Oblique; una stampa che presenta il nome della maison ripetuto in obliquo su tutto il tessuto.
Lo stilista rimarrà inoltre sempre molto legato al mondo dell’arte e dell’architettura, così come lo era stato Dior. Lo possiamo notare nella sua collezione del 1984 dove utilizza come tema il dripping, tecnica del pittore americano Pollock, su una serie di abiti.
Marc Bohan sarà soprattutto celebre perché, sotto la sua direzione, la maison Dior si aprirà a ogni mercato, tanto da diventare un marchio globale del lusso. Nel 1967 nasce il prêt-à-porter e successivamente vengono introdotte la linea uomo e la linea pellicce. Poi sarà la volta della linea Baby Dior, quelle di intimo e lingerie, quelle di profumi e di make-up. Dior diventa così l’esempio di grande Maison, sinonimo di sfarzo e opulenza, seguito da tutte le case di moda nate successivamente.
Nel 1989 Marc Bohan lascia Dior e continua la sua carriera a Londra, disegnando per la casa di moda di Norman Hartnell, stilista famoso per il suo lavoro presso la famiglia reale inglese.
Marc Bohan: stilista moderno
Spesso dimenticato, perché non ancora nell’epoca in cui gli stilisti erano star, Marc Bohan ha dato un grandissimo contributo stilistico alla casa di moda Dior e riconosciuto da molti suoi successori; in particolare dall’attuale direttrice creativa della Maison, Maria Grazia Chiuri che, nella collezione prêt-à-porter primavera-estate 2022, ha ripreso lo Slim-Look del figurinista dando un sapore anni Sessanta alle sua produzione. Completi dalle forme curvilinee e tagli squadrati con blocchi monocromatici di colori sgargianti dallo stile pop.
Marc Bohan e Maria Grazia Chiuri hanno infatti in comune la visione di una donna giovane, libera e emancipata, non più costretta da bustini e sottogonne. Una donna con abiti allegri, vivaci e facili da portare. Entrambi gli stilisti sono al passo con la rivoluzione sociale femminista della propria epoca contemporanea; per questo sono e saranno, per molto tempo a venire, di ispirazione per le generazioni future di stilisti.
La storia dello stilista all’interno della maison Dior è raccontata nel volume Dior by Marc Bohan 1961-1989, il terzo di una serie di sette testi che raccontano lo stile dei direttori creativi che si sono succeduti alla guida della Maison Dior. Esso contiene gli scritti e le interviste fatte dal giornalista Jèrme Hannover, direttamente al novantenne Marc Bohan, accompagnate dalle fotografie originali degli abiti scattate da Laziz Hamani. Le descrizioni dei quaranta capi principali rivelano le fonti di ispirazione, il pensiero e la visione del designer. Ci permettono di entrare nella mente di un brillante artista e stilista della seconda parte del novecento, illuminandoci sullo stretto ma amorevole rapporto tra maison e direttore creativo, mostrandoci il legame affettivo che porta un uomo a dirigere una casa di moda per quasi trent’anni.
Da @AssoulinePub, #Dior by Marc Bohan, 1961-1989, terzo #books della collection dedicata ai grandi #Designers che hanno fatto la storia della Maison @Dior con le loro creazioni Haute #Couture e il loro stile inconfondibile. #fashion pic.twitter.com/40YPZ9noTe
— Daily Luxury (@DailyLuxury04) April 11, 2018