Collina Strada

Collina Strada: “La sostenibilità è un viaggio”

Collina Strada è il brand che nasce dalla filosofia di Hillary Taymour, fashion designer americana che, dal cuore di Chinatown, ha deciso di dare una svolta al mondo della moda.

Un’estetica irriverente, colorata e fuori dagli schemi; un’analisi antropologica di una società in costante cambiamento, la moda prima e dopo la pandemia: è ciò che racconta Collina Strada attraverso i suoi abiti, i suoi modelli e le sue sfilate per contribuire alla raffigurazione di come dovrebbe essere la moda oggi, ossia trasparente, inclusiva, educativa.

I valori di Collina Strada

Sono queste le parole chiave del brand alla guida di Hillary Taymour, con al suo fianco l’amico Charlie Engman, suo primo stagista e collaboratore. Si tratta di un’estetica particolare e fuori dagli schemi, uno stile che può non piacere a tutti, ma che in fondo tutti concepiscono perché parla un linguaggio davvero comune: quello della vita reale e di persone vere nella loro quotidianità fatta di sogni, ma anche di questioni sociali. 

La sostenibilità è la prima tra queste, forse il tema centrale che guida l’attività del brand giorno per giorno. Un argomento estremamente attuale di cui si parla tanto, ma non sempre con chiarezza. 

Per Hillary è invece parte della sua quotidianità fin da quando era bambina; cresciuta immersa nella natura, per il brand è impossibile non prendere una posizione:

Penso che se ti piace la vita allora ti piace la natura, e in questo momento un designer non ha davvero scelta nell’essere sostenibile o meno; è necessario, e dovrebbe essere la norma

– Hillary x Harper’s Bazaar 

La sostenibilità è un processo creativo

Alle radici del processo produttivo di Collina Strada c’è la consapevolezza: non si produce tanto per creare qualcosa, ma prima ci si dedica a uno studio attento del messaggio che si intende trasmettere. Che si tratti di tematiche ambientali, o perfino politiche, ogni capo di una collezione è un tassello di un puzzle più grande.

Una volta definito il concept e la vision della collezione, Hillary si dedica alla scelta dei materiali secondo un’ottica il più sostenibile possibile: si parte da scarti di magazzino, tessuti o abiti invenduti dalle collezioni precedenti, fino a materiali riciclati provenienti da un mercato in Ghana. Collina Strada ha fatto propria l’arte del recupero, un tentativo di dare una seconda vita a tutto ciò che sarebbe idealmente buttato e rimpiazzato da tessuti nuovi, ponendo fine al circolo vizioso della stagionalità. 

Ma non solo: il brand si dedica anche alla ricerca e alla sperimentazione di materiali vergini innovativi e a basso impatto ambientale, come la versione sostenibile della seta, derivata da scarti di cespugli di rose e steli, o l’alternativa vegana alla classica pelle.

 

Comunicazione e trasparenza

Fra gli aspetti più interessanti della comunicazione di Collina Strada c’è la trasparenza: Hillary è la prima a denunciare il suo inevitabile impatto ambientale, a cui segue la sua ricerca per un costante miglioramento del brand. Una logica che si ispira a ciò che «Vogue Business» ha denominato Brutal Honesty, pensiero secondo cui mostrarsi trasparenti e consapevoli dei propri difetti sarebbe più responsabile che far credere alle persone di essere perfetti.

Esempio interessante per questo discorso è stata la collezione per l’autunno 2019, denominata Low Carbon Diet. Hillary è stata la prima a mettere le mani avanti sui suoi consumi e sul suo stile di vita poco responsabile a ritmo di Amazon e Uber, adottando come logica della collezione quella del cambiamento consapevole verso un impatto minore.

Per quest’occasione lo show di Collina Strada non era una semplice sfilata, ma un evento mirato a estendere responsabilità e azioni concrete per un futuro migliore.

D’altronde è un po’ il motto del marchio, La sostenibilità è un viaggio: come tale è una sfida che dev’essere affrontata passo dopo passo, nel costante cammino verso la riduzione del proprio impatto. 

Inclusione sociale a 360 gradi

Oltre alla devozione per l’ambiente, da Collina si respira anche tanta inclusività sociale. Da un lato lo si vede nei casting dei suoi show e nelle sue presentazioni, pensate per rappresentare e dare spazio a tutti, a chiunque decida di esprimere se stesso e la sua personalità attraverso l’abbigliamento. I modelli scelti da Hillary e Charlie non sono professionisti, ma gente comune che prima di presenziare alla New York Fashion Week ha anche un altro lavoro, all’insegna della creatività. Alcuni sono proprio i collaboratori del brand, coloro che contribuiscono alla creazione dei vestiti che poi indossano.

Dall’altro lato l’inclusione guarda alle attività locali coinvolte nella lavorazione dei suoi capi. Tutti i pezzi delle collezioni di Collina Strada sono prodotti in quantità ridotte e hanno una forte componente artigianale, spesso a chilometro zero: tutto si concretizza nelle zone attigue alle sede di New York.

L’estetica di Collina Strada

Collina strada è un marchio giovane. Sia perché nasce e si afferma tra il 2008 e il 2012, sia per per lo stile che propone. Un’estetica colorata, frizzante e gender-fluid che a primo impatto sembrerebbe dedicata alla generazione Z, ma che, se la si guarda attentamente nei modelli coinvolti, si rivolge a un pubblico che non ha età.

Più volte ha infatti posato e sfilato per il brand Kathleen McCain Engman, la madre di Charlie Engman, amico, fotografo e co-creative director di Hillary Taymour. Oppure persone unite da legami familiari: accade spesso di vedere sfilare madri mano nella mano con i propri figli. 

I pezzi chiave del brand sono abiti indossati insieme a felpe oversize, pantaloni e collant rigorosamente genderless, così come top aderenti pensati per tutti, senza distinzione. Il tutto si declina in una palette briosa e colorata, fatta di sfumature quasi psichedeliche.

Una ricerca contemporanea e attuale, spesso ispirata alle stampe che si possono ammirare attorno a Chinatown, e che talvolta ha anche un sapore vintage e malinconico di un passato più autentico.

Tra presente e futuro

Questo immaginario, a tratti onirico e fantasioso, ha portato Collina Strada tra i brand selezionati per il progetto Gucci Vault, il nuovo progetto di Gucci che si occupa di promuovere capi d’archivio, vintage, rivisitati e brand emergenti di cui  il brand condivide visione e pensiero. Un nuovo trampolino di lancio, verso la sua affermazione europea. 

Ma forse la chiave del successo di Collina Strada è proprio il suo modo di concepire la sostenibilità come un elemento spontaneo ed essenziale al DNA di un brand. I preconcetti sul tema hanno creato stereotipi su come dovrebbe essere un capo sostenibile, spesso in contraddizione con un’estetica ricercata e alla moda.

Per Hillary non è così: preoccuparsi del proprio impatto è fondamentale, ma è importante educare anche grazie all’influenza della propria arte.

La mia idea è che si può essere sostenibili, anche se non immagineresti mai che l’abito è ecologico, fatto da zero in fibra organica tinta in modo ecologico a New York City. La nostra estetica è così contraria alla controcultura della sostenibilità, perché non sembra sostenibile. Sto cercando di renderlo divertente, festaiolo, rumoroso, ma sempre con un occhio di riguardo per l’ambiente 

– Hillary Taymour


 

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