Percorsi Femminili a Roma copertina libro

Storie di donne: Percorsi Femminili a Roma

Viviamo in un’epoca e in una parte del mondo in cui le donne e gli uomini sono uguali. Pari diritti e pari opportunità. Stessi doveri, stesse opportunità, ruoli intercambiabili. Un mondo perfetto, almeno sulla carta. Almeno finché non si palesa una specie di eco, il ricordo dei tempi andati, che potrebbe spingere qualcuno a domandare chi si occuperà dei figli piccoli a una donna in procinto di partire per una lunga missione spaziale. Domanda forse impensabile, se a partire fosse stato un uomo.

Per la cronaca, la donna in questione è Samantha Cristoforetti. Ma questa è un’altra storia.

In ogni caso, qualcuno fa ancora fatica a uscire dagli stereotipi di genere e forse proprio per questo sono belle e preziose le raccolte biografiche che raccontano le storie di tutte quelle donne che si sono battute contro ogni pregiudizio.

Percorsi Femminili a Roma copertina libro

Esempi femminili da cui trarre ispirazione

Guardare alle storie delle donne vissute nel passato è una sorta di incentivo di cui abbiamo bisogno ancora oggi. Federica Pieragostini, in un articolo pubblicato su Lo Sbuffo, parla di “pillole di coraggio utili per combattere il mondo esterno senza essere sante, streghe o eroine del mito”, a proposito di quelle raccontate nel libro di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri intitolato “Morgana, Storie di Ragazze Che Tua Madre Non Approverebbe”.

Tra i libri biografici al femminile più recenti troviamo anche “Storie della Buonanotte Per Bambine Ribelli” di Francesca Cavallo ed Elena Favilli e quello intitolato “Sei Donne Che Hanno Cambiato il Mondo” di Gabriella Greison.

Percorsi femminili nei Quartieri della Capitale  

In questo contesto si colloca il libro intitolato Percorsi Femminili a Roma”, scritto da Enza Plotino, edito da All Around nel 2021.

Sono state molte le donne ad essersi distinte nella vita della Capitale: Cleopatra, Livia, Artemisia Gentileschi, Lucrezia Borgia, Cristina di Svezia e altre meno note. Scrittrici, pittrici, donne di rango nobiliare, artiste, persino un’archeologa e un’architettrice.

Percorsi Femminili a Roma crea una mappa della città soffermandosi sui luoghi dove vissero queste donne. Lo fa suddividendo la Capitale in quartieri e ci porta in epoche diverse, alla scoperta delle vicende personali, artistiche e professionali delle protagoniste.

Talvolta, ma non sempre, si tratta di storie di successo. In ogni caso, tutte le storie si sono svolte in contesti accomunati dalla forte resistenza all’affermazione e all’indipendenza femminile.

percorsi femminili artemisia gentileschi

Ambire a un ruolo maschile

Colpisce, tra le tante storie raccontate nel libro Percorsi Femminili a Roma, quella di Maria Rosa Coccia, la prima Maestra Compositora romana vissuta tra il 1759 e il 1833 nel Quartiere Parione. Già all’età di 12 anni rivelò un talento immenso nel comporre sonate per clavicembalo e a soli 19 anni conseguì il titolo di Prima Maestra di Cappella, ruolo pubblico fino a quel momento riservato agli uomini. Ottenne anche l’ammissione all’Accademia Romana di Santa Cecilia. Ma nonostante il talento e i riconoscimenti, Maria Rosa non poté mai lavorare come musicista al servizio di una nobile famiglia, in quanto donna.

Le sue composizioni musicali andarono perdute, a differenza di alcuni documenti come la lettera in cui, con eccessiva perspicacia rispetto ai tempi, scriveva:

“Quando si sa scegliere l’occupazione, per cui siamo stati dalla natura formati, possiam tutti senza differenza di sesso pervenire alla perfezione e, renderci immortali sovra la Terra”.

Solo due secoli dopo è stato conferito il giusto riconoscimento a questa donna che, sfidando le convenzioni del tempo, osò ambire a una carriera riservata agli uomini. Nel 2006 è stata istituita l’Accademia Musicale e Artistica Maria Rosa Coccia, che organizza concerti ed eventi musicali.

Successi controversi

Alcune delle storie raccontate nel libro Percorsi Femminili a Roma sono invece storie di successo e di realizzazione personale, come quella di Faustina Minore, definita come “un’importante imprenditrice e produttrice di laterizi della sua epoca”. La sua vita si svolse nel Rione di Campo Marzio.

Faustina Minore era la moglie dell’Imperatore Marco Aurelio vissuta tra il 131 e il 176 d.C. Ma la sua indipendenza economica e le capacità di disporre del patrimonio personale non furono però mai ben visti perché in contrasto con gli stereotipi della società. 

Fortunatamente per lei, fu lo stesso marito Marco Aurelio a smentire attraverso atti pubblici e scritti di carattere privato, le voci e gli scritti malevoli dell’epoca, riconoscendole la capacità di conciliare il ruolo di donna indipendente con quello di sposa virtuosa e prolifica, che seppe oltretutto onorare i suoi impegni istituzionali.

percorsi femminili faustina minore

Ruoli prettamente femminili

Roma è stata crocevia delle tante storie raccontate nel libro: mogli di imperatori, donne che si sono distinte nelle arti, martiri del cristianesimo. Percorsi Femminili a Roma pur essendo una raccolta di biografie, non manca di fare qualche accenno alla moda o ai culti dedicati alle divinità femminili. Racconta inoltre dell’esistenza di ruoli prestabiliti all’interno della società, ricorrenti in modo costante nelle varie epoche storiche. Le donne più agiate, ad esempio, potevano al massimo ambire a distinguersi nel ruolo di “patrone di casa”, tenutarie di eleganti salotti in cui si svolgeva la vita culturale. Altre si dovettero accontentare del più modesto ruolo di amanti di uomini illustri. Alcune, vissute in epoche di guerra, passarono alla storia per aver ricoperto incarichi di assistenza a feriti e moribondi. Salvo eccezioni, come quella di Colomba Antonietti, “la ragazza soldato”, che volle invece combattere in prima linea in difesa della Repubblica Romana del 1849.

Lo strano caso dell’Arcadia

L’Accademia dell’Arcadia fu fondata nel 1690, come movimento letterario nato “in risposta a quello che era considerato il cattivo gusto del Barocco”. I suoi membri recitavano versi, praticavano giochi di parole, si dilettavano con musica e canto.

Le riunioni venivano spesso ospitate nelle case di signore dell’alta società, che ottennero inizialmente solo il riconoscimento di “padrone di casa e di tessitrici di rapporti sociali”. In un primo tempo infatti, sebbene vi fosse libertà di frequentazione dell’Accademia anche da parte loro, la presenza femminile aveva comunque solo carattere simbolico.

Nel 1720 venne pubblicato il primo Manifesto dell’Arcadia che diede invece la possibilità alle donne di ottenere, per acclamazione, l’ingresso come membri all’Accademia. Questa novità fu legata all’arrivo a Roma di personaggi, anche femminili, di rilevanza internazionale.

L’Accademia dell’Arcadia divenne così per le poetesse un palcoscenico dove esibirsi, al pari degli uomini.


CREDITI

Copertina: foto scattata dalla Redattrice

1 Immagine: foto scattata dalla Redattrice

2 Immagine

3 Immagine

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.