La voce delle donne iraniane

Storie del femminismo in Iran: una lotta per i diritti delle donne

Le donne in Iran hanno alle spalle una lunga storia di resistenza e lotte per i loro diritti, in un contesto culturale e politico complesso. Negli ultimi anni, la loro voce ha acquisito nuova visibilità e importanza, diventando un simbolo di speranza e cambiamento.

Questo movimento è per certi versi considerato connesso al femminismo islamico, un campo attivo e in sviluppo che cerca di dare voce e diritti alle donne musulmane contestando le discriminazioni di genere radicate in molti contesti a maggioranza islamica. Per approfondire tale fenomeno, complesso e ricco di sfaccettature, ti rimandiamo a questo contributo.

Nel presente articolo ripercorriamo invece le principali tappe dell’evoluzione delle proteste delle donne – musulmane e non –  in Iran, evidenziando i momenti chiave e le influenze che hanno modellato il movimento. 

Le Prime Rivendicazioni 

Le radici delle proteste delle donne in Iran si possono far risalire agli anni Sessanta, quando le attiviste iniziarono a lottare per i diritti civili e politici. Durante il governo dello Shah Mohammad Reza Pahlavi, il movimento femminista iraniano si organizzò, portando avanti questioni come il diritto di voto e l’istruzione. Nel 1963, il diritto di voto fu finalmente concesso alle donne. Per la prima volta, le donne iraniane poterono partecipare attivamente alla vita politica del paese, esercitando il diritto di voto durante le elezioni.

Tuttavia, la Rivoluzione islamica del 1979 segna un punto di svolta significativo. Mentre inizialmente le donne parteciparono attivamente alla rivoluzione, il nuovo regime di Khomeyni introdusse leggi discriminatorie che limitavano le loro libertà. Le donne furono costrette a indossare il velo e i tornei sportivi femminili vennero annullati uno alla volta. In più, venne vietato alle ragazze di frequentare la facoltà di giurisprudenza e tutte le giudici vennero tolte dal loro ruolo.

Negli anni Novanta, la situazione cominciò a cambiare. Attiviste e organizzazioni per i diritti delle donne iniziarono a mettere in discussione le leDue donne in hijab indossano sopra al velo una corona di fiori, forse in segno di lotta per i diritti delle donneggi e le pratiche patriarcali. Le pubblicazioni femministe aumentarono e le donne iraniane iniziarono a organizzarsi in gruppi di sostegno e di advocacy. Nel 1997, l’elezione di Mohammad Khatami come presidente portò a un temporaneo allentamento delle restrizioni, promuovendo una maggiore libertà e partecipazione delle donne nella vita politica e sociale dell’Iran.

 

 

Emergono Nuovi Movimenti 

Negli anni successivi, l’attivismo per i diritti delle donne iraniane continuò, ma il clima politico si fece sempre più teso. Nel 2009 le proteste del Green Movement dopo le elezioni presidenziali rappresentarono un punto cruciale. Le donne furono in prima linea, denunciando le irregolarità elettorali e le violazioni dei diritti umani.  La repressione delle manifestazioni da parte del governo ha messo in luce non solo le ingiustizie politiche, ma anche le lotte di genere.

Numerosi attivisti e attiviste sono stati arrestati e perseguitati dopo aver partecipato a manifestazioni pacifiche. Questo aspetto trova spiegazione nella legge iraniana, la quale è ispirata alla sharia, un regime legislativo che integra le indicazioni contenute nella Sunna, complesso di regole che si basa sulle consuetudini di vita di Maometto. Da qui nasce (per deduzione analogica) l’articolo 3 della Costituzione iraniana. La norma rispettiva proclama infatti la “lotta contro ogni aspetto del vizio e della corruzione” e la “crescita delle virtù etiche fondate sulla fede“. Su questa base le autorità hanno, per legge, il diritto e il dovere di annientare qualsiasi aspirazione all’autodeterminazione della popolazione, qualora questa entri in conflitto con i principi della fede. Di conseguenza, in Iran ogni richiesta della popolazione volta a garantire maggiori diritti sociali e civili viene sistematicamente soffocata con la violenza.

Un Movimento Crescente

Negli anni 2010, le donne iraniane continuarono a protestare contro le leggi ingiuste sul velo, la violenza domestica e le discriminazioni nel posto di lavoro. Movimenti come “My Stealthy Freedom”, lanciato da Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana, hanno sfidato le norme sociali e culturali, invitando le donne a liberarsi del velo imposto.

Infine, nel settembre 2022 la morte di Mahsa Amini arrestata dalla polizia morale per presunta violazione delle leggi sul velo – ha innescato un’ondata di proteste in tutto il paese e anche oltre. Le donne sono scese in strada e slogan come “Donna, Vita, Libertà” hanno risonato in tutto il mondo. Mahsa Amini era stata arrestata davanti al fratello perché, in base alle dichiarazioni della polizia morale, non stava indossando correttamente il velo. Condotta in questura per una “rieducazione morale“, un’ora dopo dovette essere portata in ospedale a causa di un infarto e di un attacco cerebrale. Qui Mahsa Amini entrò in coma e, tre giorni dopo, il 16 settembre 2022, morì.

La famiglia della ragazza smentisce la versione dell’infarto, sostenendo invece che la loro figlia sia stata picchiata in carcere a tal punto da non essere riuscita a sopravvivere, a causa dei danni cerebrali subiti. Questa tragedia ha attratto l’attenzione internazionale, creando solidarietà tra i movimenti femministi di diversi paesi. Le immagini delle donne iraniane che si tagliano i capelli in segno di protesta sono diventate icone di resistenza.una donna apparentemente rinchiusa in carcere si taglia i capelli come segno di lotta per i diritti delle donne

Organizzazioni e governi di tutto il mondo hanno sostenuto le rivendicazioni delle donne iraniane, mettendo pressioni sul regime per il rispetto dei diritti umani. Ad esempio, l’Iran è stato colpito da molteplici sanzioni economiche, finanziarie, militari e scientifiche da parte della comunità internazionale. Tale fenomeno ha portato al crollo del valore della moneta iraniana rispetto alle valute straniere, causando un aumento dei prezzi dei beni.

Questa rivolta ha rappresentato non solo un atto di sfida contro il regime, ma soprattutto una richiesta di liberazione e uguaglianza.

Una voce che non si spegnerà mai

Ancora oggi le donne in Iran sono soggette a diverse restrizioni. Per quanto riguarda il codice di abbigliamento, devono coprire i capelli con l’hijab e, se indossano abiti aderenti, devono coprire il fondoschiena con una tunica.  Inoltre, le iraniane non hanno il diritto di cantare, se non in duetto con un uomo. Non possono ballare e non possono assistere a eventi sportivi maschili negli stadi, sebbene ci siano state alcune eccezioni per occasioni speciali a seguito di pressioni dalla FIFA. Per approfondire il tema del comportamento della FIFA nei paesi a maggioranza musulmana consulta questo articolo.

Le discriminazioni continuano ancora in materia di eredità e di aborto: quest’ultimo è assolutamente vietato dalla legge, mentre per quanto riguarda l’eredità, nel caso di decesso di un genitore, ad esempio, la quota ereditata da una figlia è solo la metà rispetto alla quota ceduta ad un figlio maschio.

Il rafforzarsi del movimento di protesta delle donne iraniane a livello nazionale ed internazionale ha portato decenni di lotte e sfide. Dalle rivendicazioni iniziali per i diritti civili alla rivolta di Mahsa Amini, le donne iraniane hanno dimostrato una determinazione ineguagliabile nel loro cammino verso la libertà e l’uguaglianza.

Al momento, le piattaforme di social media continuano ad essere mezzi utili e necessari per la condivisione delle esperienze di abuso, molestie e ingiustizie apportate dalle istituzioni e con le quali le donne iraniane devono confrontarsi continuamente. In particolare, il movimento #Metoo ha determinato un aumento significativo della visibilità che queste storie hanno ricevuto.

Ancora oggi la resistenza continua e, purtroppo, le attiviste che operano nei gruppi online e sui social media continuano a correre rischi notevoli. Mentre il futuro rimane incerto, il loro spirito e la loro resilienza continueranno a ispirare lotte in tutto il mondo. 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.