Le modalità attraverso cui sviluppiamo opinioni e atteggiamenti è fortemente condizionata da bias, esposizione a certi contenuti e non ad altri e dinamiche di gruppo.
La polarizzazione delle opinioni è un tema che riguarda molte persone e molti argomenti di discussione. Gli effetti di questo fenomeno portano a una marcata divisione tra gruppi di persone e una tendenza alla conflittualità nelle interazioni sui social. Questo fenomeno sociale è particolarmente influenzato da due fattori, i bias cognitivi e le echo chambers.
I bias all’origine della polarizzazione
Uno dei meccanismi cognitivi alla base del fenomeno della polarizzazione è il bias di conferma. Questa distorsione cognitiva porta le persone a cercare e selezionare informazioni che confermino le proprie idee e a sminuire quelle che le smentiscono.
I social network, in particolare, amplificano questo meccanismo attraverso la profilazione degli utenti. In questo modo i feed dei social tendono a proporre esclusivamente contenuti in linea con le credenze delle persone, solidificandole. In più, l’esposizione selettiva e la preselezione di contenuti creano la falsa percezione che le nostre opinioni siano condivise dalla maggior parte della popolazione.
Questo fenomeno è chiamato bias di proiezione e, insieme al bias di conferma, favorisce l’insorgere di un ulteriore errore cognitivo, il bias di gruppo. Quest’ultimo, estremamente caratterizzato dall’appartenenza, porta gli individui a adattare totalmente il proprio pensiero e il proprio comportamento a quello del gruppo di riferimento. In questo modo gli individui tendono a estremizzare la propria opinione, perdendo capacità analitica ed escludendo a prescindere le idee contrastanti.
I bias si basano su processi automatici e inconsapevoli, per questo motivo risulta difficile rendersene conto e intervenire coscientemente sul processo valutativo delle informazioni. L’inconsapevolezza alla base di questi meccanismi costituisce un’importante elemento nell’insorgere del fenomeno della polarizzazione.
Le echo chambers e l’isolamento sul web
Un fenomeno caratteristico dello scambio di informazioni che avviene su piattaforme web, alimentato dai bias precedentemente citati e dalla profilazione, sono le echo chambers. Queste “camere dell’eco” sono delle bolle all’interno delle quali gli utenti vengono a contatto con informazioni di tipo confermativo. In questo modo le persone sono esposte a una sola categoria di opinioni e informazioni.
Questa tendenza a escludere idee diverse dalle proprie, particolarmente diffusa attraverso i social, risulta non solo in contrasto con i valori democratici e di cooperazione che dovrebbero essere alla base dell’uso libero di internet, ma alimenta anche la diffusione di fake news. La disinformazione sul web condiziona fortemente le opinioni e le scelte concrete delle persone, compromettendo in alcuni casi ambiti di interesse pubblico.
La fossilizzazione e la rigidità delle opinioni create all’interno delle echo chambers, inoltre, favoriscono modalità di confronto tra opinioni particolarmente aggressive. Questo risulta essere un’ulteriore argomento a sfavore della democratizzazione dell’informazione. Se le interazioni umane sono orientate al solo scopo di prevalere sulle opinioni contrarie dalle proprie, si perde la possibilità di confronto e mediazione. Di conseguenza, si perde la possibilità di costruire una visione complessa della realtà che integri le differenze e garantisca un’ampia varietà di pensiero.
Il fenomeno della polarizzazione sui social
Il fenomeno della polarizzazione delle opinioni è applicabile a qualsiasi tipo di tematiche e alle opinioni da esse scaturite. Le interazioni polarizzate non sono finalizzate allo scambio di opinioni, ma al contrasto tra gruppi di pensiero, dinamica estremizzata sui social. Questi meccanismi fanno sì che qualsiasi argomento virale o di interesse comune venga discusso con modalità polarizzate e conflittuali.
L’ampia quantità di informazioni disponibili su web e social, se non approcciata con pensiero critico e consapevolezza, porta, infatti, alla cristallizzazione di opinioni e pensieri. Inoltre, attraverso i social, avviene una spettacolarizzazione di questo scambio conflittuale di posizioni opposte. Le sezioni commenti diventano così uno strumento di engagement, che contribuisce alla fruizione delle piattaforme, sfruttando la polarizzazione e la componente emotiva delle interazioni social. In più, essendo lo scambio di opinioni polarizzate espressione di un pensiero di gruppo, la percezione della propria responsabilità sfuma in favore del senso di appartenenza. Quindi, la forza del pensiero condiviso porta a sottostimare l’impatto delle proprie azioni.
Gli elementi di moderazione per contrastare la polarizzazione
Data la problematicità del fenomeno della polarizzazione sui social, sono stati proposti interventi normativi, regolamentazioni e linee guida a livello statale. Il problema è che l’implementazione di queste indicazioni nel processo di informazione e nelle interazioni sui social network rimane un argomento ambiguo. Gli interventi risultano, quindi, poco concreti, indefiniti e inefficaci.
Nonostante l’utilizzo dell’intelligenza artificiale possa sembrare una soluzione valida per controllare gli scambi sui social, il machine learning presenta ancora molte criticità rispetto alla capacità di scelta è la possibilità di gestione delle piattaforme. Affidare all’AI la selezione di contenuti adeguati e la rimozione di altri potrebbe, infatti, creare ulteriori problematiche, data la rigidità dei criteri di scelta che dovrebbero essere utilizzati. Inoltre, affidare a un’intelligenza non umana il compito di controllare l’operato delle persone esclude la possibilità di poter educare e sensibilizzare la popolazione all’utilizzo di internet e dei social network.
La necessità di interventi concreti per contrastare la polarizzazione
Il fenomeno della polarizzazione, oltre a creare ostilità negli scambi comunicativi, rappresenta un limite alla possibilità delle persone di valutare e ponderare tra diverse informazioni nella formazione delle proprie opinioni. L’estremismo e la tendenza a escludere a prescindere posizioni diverse dalla propria rappresenta una minaccia alla ricchezza e alla varietà di pensiero. Adottare un approccio critico nella valutazione delle informazioni con cui ci interfacciamo è fondamentale per garantire un dialogo aperto e rispettoso e per contrastare la diffusione di disinformazione e fake news.
Per questo gli interventi normativi dovrebbero essere integrati con campagne di informazione e sensibilizzazione. In modo tale da formare la cittadinanza all’utilizzo critico di internet e a riconoscere quei meccanismi automatici che portano alla polarizzazione e all’aggressività.
CREDITI