I grandi autori non muoiono mai
Se pensiamo a Italo Calvino ci accorgiamo che infondo è così: i grandi autori non muoiono mai. Ci accompagnano fianco – fianco per tutta la vita. Proprio come in ogni umana relazione, ovviamente, non mancano gli scontri e le incomprensioni, oltre alle giornaliere effusioni. Come in molte relazioni, però, è possibile anche restare accanto ad una persona (ad un autore, in questo caso) senza conoscerla approfonditamente, o addirittura senza averla mai sentita parlare. Allo stesso modo, è possibile trascorrere un’intera vita accompagnati da un autore e non averlo mai letto.
Certo, mettersi in relazione con una persona presupporrebbe conversazione, ma non è sempre così. Senza un confronto, ci si perde tutta la potenziale ricchezza che una persona ci può donare. Non leggere alcuni autori può privarci di una bellezza che non avevamo ancora mai notato prima nel mondo.
Esistono delle persone singolari, con cui è impossibile non entrare in contatto anche solo per un rapido scambio di opinioni o qualche chiacchiera. Delle persone magnetiche. A volte ci vengono presentate da terzi che dovremmo ringraziare per molti anni. Allo stesso modo, esistono alcuni autori – calamita, in cui non si può non incappare almeno una volta nella vita. Siamo spinti verso di loro da una forza sconosciuta, invitati a leggerli da persone vicine a noi, o costretti a studiarli per un’interrogazione o un esame. Li troviamo su un comodino e per sola noia casuale ne sfogliamo alcune pagine. Il finale è sempre lo stesso: ci si innamora. Beninteso, con tutte le complicanze che l’Amore porta con sé.
Italo Calvino compie cento anni il 15 Ottobre 2023
Una Penna Meravigliosa
Italo Calvino è uno scrittore straordinario. Un intellettuale fondamentale nel Novecento italiano, e non solo. Una Penna sublime, che si muove abilmente tra realtà e fantasia. Spesso mescolandole, amalgamandole, fino a far perdere al lettore la concezione di cosa è reale, cosa verosimile e cosa pura invenzione. La sua però è una mente strabiliante che in queste commistioni non ha perso mai la disciplina e il rigore nella forma e resta sempre meticolosamente ordinata.
Anche nella sua opera strutturalmente più complessa, tra le ultime pubblicate in vita nel 1969, Il Castello dei Destini Incrociati, la forma stilistica è impeccabile. Un intreccio preciso di storie e di vicende personali dei protagonisti dell’opera, ciascuna delle quali comincia da una carta dei tarocchi. Le diverse storie dei personaggi non sono racconti indipendenti che si susseguono, ma piccoli pezzetti di una Storia che le contiene tutte quante. Nonostante ciò, non si ingarbugliano mai.
“[…] Ho cominciato con i tarocchi di Marsiglia, cercando di disporli in modo che si presentassero come scene successive d’un racconto pittografico. Quando le carte affiancate a caso mi davano una storia in cui riconoscevo un senso, mi mettevo a scriverla.”
Questa incredibile opera rappresenta, qui, solamente uno dei molti esempi possibili della maestria di Italo Calvino. Dalla commistione tra la Resistenza partigiana e una tenera avventura fanciullesca ne Il Sentiero dei Nidi di Ragno (1947), ai tre suoi romanzi più noti contenuti poi ne I Nostri Antenati (1960): Il Visconte Dimezzato, Il Barone Rampante e Il Cavaliere Inesistente: tutte storie prevalentemente di fantasia e con morali brillanti, chiare dimostrazioni della duttilità e del grande ingegno di Italo Calvino.
E non finisce certo qui. Perché successivamente sono uscite opere come Le Cosmicomiche (1965), Ti con Zero (1967), e poi ancora Le Città Invisibili (1972), Se una Notte d’Inverno un Viaggiatore (1979), Una Pietra Sopra (1980), Palomar (1983) e Collezione di Sabbia (1984). Oltre al già citato Il Castello dei Destini Incrociati e alle opere pubblicate poi postume.
Postumi sono apparsi anche i tre racconti della raccolta Sotto il Sole Giaguaro e il testo di cinque delle sei conferenze che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere alla Harvard University, raccolte in Lezioni Americane. Sei Proposte per il Prossimo Millennio. Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo imbattuti o ci imbatteremo in almeno uno di questi caposaldi di Letteratura.
Calvino non solo scrittore
Italo Calvino non è però unicamente uno scrittore. In principio del paragrafo precedente lo abbiamo definito come intellettuale: un termine forse un po’ generico, ma del resto è impossibile racchiudere in un termine unico tutto ciò che Calvino ha fatto. Autore di canzoni, sceneggiatore e grande amante del cinema, Calvino tra l’altro è stato consulente editoriale, ha collaborato con diversi giornali e riviste, oltre ad aver diretto insieme a Elio Vittorini (1959-1966) «Il Menabò di Letteratura».
La Letteratura oltre la costrizione della carne
Italo Calvino è morto nel 1985. Colpito da ictus all’età di sessantadue anni, si è spento all’ospedale di Siena. Tutt’oggi Italo Calvino è indimenticato, ed anzi, di grande tendenza. Il suo raffinato genio ha avuto la forza di andare molto oltre la morte della carne. I suoi articoli, i suoi racconti, i suoi romanzi, le sue storie sono ancora in ottima salute. Non solo, sono penetrati con gentile prepotenza nella quotidianità di numerosissime persone, lasciando reminiscenze, ricordi di piacevoli (o meno), sensazioni ed emozioni.
Le sue stupende storie sono state d’ispirazione attiva per moltissime persone. Il noto architetto Stefano Boeri, ad esempio, ha spiegato più volte di essersi ispirato a Il Barone Rampante per la progettazione del suo Bosco verticale a Milano. Anche Giovanni Soldini, velista e navigatore italiano, si ispira a un’opera di Italo Calvino, Le Città Invisibili. Il “Marco Polo moderno” ha raccontato in un’intervista inoltre, di avere una copia del libro sempre a bordo durante le sue navigazioni.
Le sue opere e il suo operato, sono rimasti e rimangono perché i grandi autori non muoiono mai. Italo Calvino rimarrà in tutti coloro che l’hanno letto almeno una volta e di tanto in tanto torneranno a leggerlo. Perché leggere Italo Calvino è ogni volta come tornare a casa (beninteso, con tutte le complicanze che la propria casa porta con sé).