Dall’11 aprile al 28 maggio in tutte le librerie Feltrinelli campeggia un nuovo scaffale: le proposte di titoli che diventeranno i classici delle generazioni future. La Feltrinelli ha inoltre pubblicato sul suo blog, Maremosso, una lista di cento titoli che potrebbero diventare i classici del futuro: un’iniziativa che ha interessato molti lettori e sollevato non poche critiche.
Classico: cosa significa?
Secondo la percezione comune, “classico” è sinonimo di “antico”, “tradizionale” e “senza tempo”. Secondo Treccani, l’aggettivo “classico” proviene dal latino classicus, a sua volta derivato dal sostantivo classis. Il termine significa “appartenente alla prima classe dei cittadini” e identificherebbe quindi una dimensione esclusiva ed elitaria. Per quanto riguarda la letteratura, il termine fa riferimento a scrittori “di prim’ordine”, ossia quell’insieme di autori che, primeggiando su altri, hanno avuto un ruolo chiave nella formazione del canone letterario tradizionale.
Il classico di Italo Calvino
Ma quando si fa riferimento a un libro, che cosa si intende con “classico”? Italo Calvino, celeberrimo scrittore della letteratura italiana contemporanea e teorico della letteratura, ha fornito una serie di risposte brillanti. In una raccolta di articoli pubblicata postuma nel 1991, Perché Leggere i Classici, Calvino scrive:
I classici sono libri che esercitano un’influenza particolare sia quando s’impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.
Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.
È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona.
Il classico e il lettore
Queste sono solo alcune delle definizioni proposte da Italo Calvino. Un classico dunque è un titolo che non viene scalfito dal passaggio del tempo, non lo sfida, ma vi trae sempre più ricchezza. La bellezza di un classico non risiede solo nell’essere un sempreverde, ma anche nell’assumere sfumature e significati diversi a seconda dell’epoca, del luogo e dell’esperienza personale del lettore. Il lettore, nel leggere storie che non sono la sua, può anche trovare qualcosa di se stesso, può scorgere frammenti della sua, di storia:
Non necessariamente il classico ci insegna qualcosa che non sapevamo; alle volte vi scopriamo qualcosa che avevamo sempre saputo (o creduto di sapere) ma non sapevamo che l’aveva detto lui per primo […] E anche questa è una sorpresa che dà molta soddisfazione, come sempre la scoperta d’una origine, d’una relazione, d’una appartenenza.
I classici del passato
Naturalmente, pensando ai classici, ogni persona identifica un insieme di titoli più o meno sempre uguale. Orgoglio e Pregiudizio, Guerra e Pace, Delitto e Castigo, Il Conte di Montecristo, Piccole Donne, ecc. Questi titoli sono tramandati di generazione in generazione, vengono proposti a scuola, nei gruppi di lettura, sono infilati a forza nei compiti per le vacanze. Ognuno di noi, a un certo punto, è entrato in contatto con almeno uno di questi titoli, talvolta con passione, talvolta arricciando il naso. Se la maggior parte di questi titoli proviene dal XIX secolo ed è considerato un classico oggi, quali dei titoli scritti e pubblicati ai giorni nostri sarà un classico tra cento, duecento anni? Naturalmente, individuare la risposta non è affatto semplice. La lista proposta da Feltrinelli cerca di rispondere a questo, proponendo un insieme di libri che, potenzialmente, potrebbero insinuarsi nella sensibilità collettiva e mettere radici.
I classici del futuro secondo Feltrinelli
Ma quali sono i titoli proposti da Feltrinelli? La lista contiene al suo interno una varietà di generi, autori ed epoche molto ampia. Sono presenti infatti romanzi, titoli di non fiction, poesia, saggi e persino fumetti. All’interno della lista convivono titoli usciti di recente, come Chiamami Col Tuo Nome e libri pubblicati in pieno Novecento, come Stalingrado di Vasilij Grossman. Compaiono inoltre successi editoriali come Il Mondo di Sofia e Una Vita Come Tante, premi Pultizer come Il Cardellino di Donna Tartt e libri di culto come Fight Club. Sono da segnalare inoltre L’Anno del Pensiero Magico di Joan Didion, Espiazione di McEwan, 4 3 2 1 di Paul Auster e Cecità di Saramago.
Una semplice operazione di marketing?
Anche stabilire se l’operazione di Feltrinelli sia riuscita o meno è piuttosto complicato. Evidentemente ha attirato l’attenzione di molti, come si nota ad esempio dall’attività sui social. Sui principali canali dedicati alla letteratura di Instagram, TickTock e YouTube, infatti, fioccano numerosi contenuti che dicono la loro sulla lista proposta, con toni a volta entusiastici, a volte estremamente critici. Non si può negare inoltre che l’iniziativa di Feltrinelli sia anche una brillante operazione di marketing, volta a rendere noti anche alcuni titoli poco conosciuti o poco venduti. Senza dubbio, comunque, la lista dei cento classici del futuro di Feltrinelli ha innescato un dibattito tutt’altro che banale, facendo riflettere sulla produzione letteraria e sull’industria editoriale odierna.
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