Some boys take a beautiful girl
And hide her away from the rest of the world
I want to be the one to walk in the sun
Oh girls just want to have fun
Cindy Lauper – Girl, just wanna have fun
La strumentalizzazione dei ruoli femminili nel cinema è un dibattito che passa di bocca in bocca, di schermo in schermo, forse da troppo tempo. Per quanto ci si sforzi di lanciare sul mercato dei film con una protagonista femminile, molti di questi finiscono per essere considerati a metà tra il comico e satirico o film per “femminucce”, e le uniche donne per cui si nutre un profondo rispetto sono ad oggi “Jessica Fletcher” (sfido chiunque a non averne timore) e Meryl Streep in “Il Diavolo veste Prada” (perché, dopo aver visto quel film, avrai sempre paura che il tuo capo possa assomigliargli). Eppure, qualcosa nel cinema è cambiato dai tempi di Rossella O’Hara.
Ma torniamo a noi. Ecco alcuni film in cui le figure femminili hanno ricoperto ruoli importanti e incisivi.
Brave ragazze (di Michela Andreozzi), film ambientato negli anni ’80 della provincia italiana (Gaeta, per la precisione) dove quattro donne, messe alle strette dalla vita, decidono di svaligiare insieme la banca del paese, travestite da uomini. E tutto sembra andare liscio finché il commissario Morandi non inizierà ad indagare sul caso, sarà compito di una delle donne sedurre quest’uomo. Un crimine, seppure un atto illegale, diventa un atto liberatorio contro un sistema che vorrebbe le donne come madri amorevoli e mogli perfette.
Per 4 donne senza nessun futuro ci vuole un piano.
Non è romantico? (di Todd Strauss-Schulson), dove la protagonista è la classica donna di oggi, concentrata sulla carriera lavorativa, sostenitrice dei diritti civili e che nutre un profondo astio nei confronti delle favole d’amore. Un trauma cranico stravolgerà la situazione, dando il via a una serie di cliché della commedia romantica con lo scopo di trasmettere leggerezza nello spettatore. Il film alla fine ribalta la situazione ma ironizza molto sulle “femminucce” di oggi. L’autoironia come solo Rebel Wilson sa interpretarla.
Frozen 2 (di Jennifer Lee, Chris Buck), un film sul girl power dove due sorelle si danno forza a vicenda. Due piccole Mulan.
Tutto è sempre più difficile
Così buio che non sembra la realtà
Avevo ogni cosa e l’ho perduta
Sono sola in questa oscurità
Ma cosa ci dice il cervello (di Riccardo Milani), una spy story con una Paola Cortellesi che si divide tra una donna sciatta abbandonata a se stessa, madre single dedita al suo noioso lavoro al Ministero e alla famiglia, e una dinamica donna agente dalla vita segreta. Un action comedy volto a fotografare un paese che ha dimenticato le norme civili, interessato quasi esclusivamente alla crescita lavorativa per schiacciare il prossimo. La vita di tutti i giorni, comica e amara.
Ora chiamiamo la pecora così sentiamo se ha più l’accento della Provenza o della Bretagna.
Captain Marvel ( di Anna Boden, Ryan Fleck), dove il supereroe è una donna. Ciò non vuol dire che si tratta di un film femminista, vuol dire che per una volta le questioni di genere si possono lasciare da parte. Ambientato negli anni Novanta, è la storia da cui tutto ebbe inizio e su come la nostra Captain Marvel arriverà nel presente per partecipare ad Avengers: Endgame e aiutare Capitan America, Iron Man e gli altri eroi a combattere Thanos.
Più in alto, più lontano, più veloce.
Ed è proprio lasciando le questioni di genere da parte che il 2019 dovrebbe giungere al termine. Non è la discriminazione a preoccupare, ma quelle forme stereotipizzazione, di banalizzazione che vede le donne come “belle e secche” e degne di una parte solo in tema di amore o sofferenza, mai come spirito-guida.
Molti ragazzi prendono una ragazza bellissima e cercano di nasconderla al resto del mondo ma, le ragazze, loro vogliono solo divertirsi. Anche nei film.
FONTI
CREDITS