Sacro Minore di Franco Arminio è uscito il sette marzo 2023. “Sacro Minore” è un’opera importante già solo per la sua intenzione e il suo concept. In componimenti brevissimi, che si aprono sempre con la parola “Sacro” declinata nelle varie forme, vengono proposti versi semplici e immagini evocative: l’Opera vuole “sacralizzare” le “minuzie”. I dettagli, le azioni più comuni del quotidiano sono per Franco Arminio da rendere sacre.
Sacro è che non sei morto stamattina.
Questo solo verso merita un’intera pagina all’interno della sua nuova opera. In sole sette parole, questa composizione di comprensione istantanea riesce a far riaffiorare al lettore una finezza che difficilmente appartiene al quotidiano di tutti.
La “paesologia”
Franco Arminio ha ormai abituato il pubblico a componimenti spesso brevi, semplici e dalla spiccata sensibilità. Alla base della sua concezione poetica si notano proprio queste fondamenta: immediatezza e raffinata osservazione delle cose del mondo.
In questo senso si coniuga la sua nota attenzione nei confronti dei micro-paesi sul territorio italiano. Autodefinitosi “paesologo”, guida azioni contro lo spopolamento delle aree interne, anche raccontando (tramite i suoi versi e le fotografie) l’essenza dei paesini italiani. A questo proposito, spiega «La Stampa» nel 2003:
“La paesologia, racconta Arminio, è una “scienza difettosa”: consiste nell’andare nei posti piccoli, uno dopo l’altro, e guardare, ascoltare, scrivere. Detto così, sembra facile: invece è semplice, cioè il contrario di facile. Arminio fa gesti semplici: quando arriva nei paesi scende dalla macchina, entra nei bar, parla con le persone, interroga i sindaci, descrive le case e i negozi, trascrive le insegne dei negozi e le scritte sui muri; trascrive anche le facce che incontra e la forma delle piante, delle pozzanghere, il tempo che fa. […]”.
La sua Poetica
Un reportage personale, quindi: l’esperienza dei paesi per l’autore, poi condivisa con i lettori attraverso i suoi versi.
Infatti, dall’osservazione di questi Luoghi, straordinari per la loro collocazione geografica e composizione morfologica, nascono attraverso la penna del poeta piccole composizioni di grande raffinatezza. Molto presenti sicuramente alcuni paesini dell’Irpinia Orientale come Caposele, Lacedonia e Bisaccia, città in cui Arminio nasce e tuttora vive, ma non solo. Presenti nei suoi componimenti infatti sono tantissimi piccoli paesini, soprattutto del centro-sud Italia. Un esempio, dedicato a San Fele, tratto proprio dalla sua ultima opera Sacro Minore, è il seguente:
Sacro è arrivare a San Fele
in un mattino silenzioso
e trovare il paese piegato
tra due montagne,
come due spicchi di una mela,
come due ali di un vecchio angelo.
Della sua costante attenzione a questi borghi isolati e spesso anche scarsamente abitati, appunto, molto si può ritrovare nei suoi componimenti. Già nei suoi molti libri pubblicati, precedenti a Sacro Minore, è importante la presenza dei paesi. Nel corso degli anni, Franco Arminio ha spesso scritto a proposito della salvaguardia di questi luoghi. Già dalla silloge Cedi la Strada agli Alberi, edita «Chiarelettere» nel 2017, il poeta invitava i lettori a riflettere sulla preziosità della Terra:
Prendi un angolo del tuo paese
e fallo sacro,
vai a fargli visita prima di partire
e quanto torni.
Stai molto di più all’aria aperta.
Ascolta un anziano, lascia che parli della sua vita.
Leggi poesie ad alta voce.
Esprimi ammirazione per qualcuno.
Esci all’alba ogni tanto.
Passa un po’ di tempo vicino ad un animale,
prova a sentire il mondo
con gli occhi di una mosca,
con le zampe di un cane.
Non solo una forte attenzione però verso la terra e i paesi interni. La sua ricerca per le minuzie del mondo, si pone anche nei confronti della quotidianità.
“Sacro Minore”
Se infatti l’amore dell’autore per i paesaggi sperduti e spesso abbandonati, trova la sua massima fioritura nell’ultima opera Sacro Minore, nella stessa opera trova massima espressione anche un’altra caratteristica tipica della poetica di Franco Arminio: le piccolezze (che poi piccolezze non sono) del quotidiano.
Un’abitudine semplice, una carezza o un sorriso, far visita ad una persona anziana o malata (“…anche quando sta bene”), sono alcune delle minuzie delle quali tutti possono aver avuto o hanno esperienza, che nell’ultima opera di Arminio sono da sacralizzare.
Sacro è non perdere la timidezza.
Spesso è sacro anche tutto ciò prende forma a partire da un ricordo. Il ricordo di un genitore, di un parente o di una persona cara; di un suo tratto fisico, caratteriale, di un suo comportamento tipico; questi, per l’autore, sono grandi dettagli da imprimere su una pagina di Sacro Minore. In questo senso, molti versi sono appunto dedicati al suo rapporto con le persone. Il ricordo dei genitori, ad esempio, è frequente e dolcissimo.
Con la madre:
Sacro era quando mia madre
mi portava alla Standa, allora
anche comprare un pettine
era una speranza.
ma anche col padre:
Sacro era mio padre
ma io non lo sapevo.
Era sacro quando urlava,
quando vedeva le partite.
Era sacro e non lo sapevo.
Vengono indagate in quest’opera molte forme di relazioni, non solo con i genitori. Si parla d’amicizia, d’amore, spingendosi sino al rapporto d’educata gentilezza da instaurare coi compaesani e con gli sconosciuti, specialmente se in difficoltà. Il saluto cordiale da rivolgere ad una persona “…con la busta gialla delle radiografie…” in mano, o la preghiera per un falegname che ha perso un dito.
Questo emozionante viaggio che Sacro Minore ci permette di intraprendere tra paesini sperduti e relazioni d’amore, d’amicizia, con conoscenti e sconosciuti, passate e presenti, passando attraverso i ricordi d’infanzia, si conclude con una presa di coscienza importante. Ciò che muove tutti i “versetti“ (come definiti dall’autore) di quest’opera è la consapevolezza dell’importanza della salute, fisica, ancora prima che psicologica. Per questo, grande rispetto e devozione va alle persone in difficoltà, alle persone anziane e alle persone malate.
Per questo, Sacro Minore si chiude con un verso, il più breve dell’intera opera, di grandissimo impatto:
Sacro è guarire.