Tra i film usciti al cinema in Italia nel 2021, La scuola cattolica, diretto da Stefano Mordini, è sicuramente uno di quelli che ha fatto più discutere. La pellicola al momento della sua uscita ha scatenato non poche polemiche, dividendo pubblico e critica in varie fazioni. Il punto centrale del discorso non riguarda tanto la trama o la qualità del film, ma il fatto che per esso sia stato applicato un divieto. Prima per i minori di 18 anni, è stato poi abbassato poi ai minori di 14 anni proprio negli ultimi giorni, a più di due mesi dall’uscita.
La storia vera
La storia, tratta dal romanzo di Edoardo Albinati, ma basata su fatti realmente accaduti, ha per protagonisti alcuni giovani tra i 17 e i 22 anni. All’interno del film, la sceneggiatura ripercorre i momenti salienti che narrano il Massacro del Circeo, ancora oggi considerato come una delle pagine più agghiaccianti della cronaca nera italiana. Seguendo la veridicità dei fatti, La scuola cattolica descrive gli eventi che portarono alla morte di Rosaria Lopez (Federica Torchetti) e al tentativo di omicidio di Donatella Colasanti (Benedetta Porcaroli) per mano di Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira.
Attraverso il racconto di questi fatti, La scuola cattolica descrive le abitudini e gli atteggiamenti di un gruppo di giovani inseriti in un contesto complesso come quello dell’Italia degli anni Settanta. Il regime morale della loro quotidianità, da cui prende ispirazione anche il titolo del film, è totalmente in contrasto con l’indole dei personaggi protagonisti, che a mano a mano si rileva nelle loro parole e nelle loro azioni.
La polemica
L’origine della polemica nasce nel momento in cui a La scuola cattolica si è applicato il divieto della sua visione ai minori di 18 anni. La questione si accende nel momento in cui si parla di una pellicola in cui vittime e aguzzini hanno praticamente la stessa età di coloro ai quali è stato vietato di vedere questo film, e potenzialmente di conoscere la storia. A questo punto si sono creati vari schieramenti, composti soprattutto da chi ha diretto e interpretato questo film. Il cast, una volta confermato il divieto, ha fatto sentire fin da subito la propria opinione, sostenendo come il film, per le scene riportate, non avesse alcun bisogno di essere vietato alle persone di quell’età.
Secondo alcuni, parlando di un fatto di cronaca basato su violenza, tortura e omicidio, il film avrebbe potuto turbare le menti dei più giovani. La domanda che ha seguito questa decisione è stata chiara fin da subito. Perché vietare loro di conoscere, seppur attraverso il cinema, questa storia ed essere consapevoli di ciò che è stato? Per il regista e i produttori de La scuola cattolica, questa decisione è apparsa fortemente limitante, tanto da aver denunciato fin da subito questa scelta come un tentativo di censura nei confronti della pellicola e dei fatti che essa racconta.
Protezione e nobili intenzioni
Dall’altra parte, in opposizione a chi denunciava la propria sorpresa nei confronti di questo divieto, ci sono stati tutti coloro che hanno provato a sottolineare le buone intenzioni di questa decisione. Quando un film è particolarmente violento o racconta fatti estremamente tragici, la scelta più immediata e veloce è quella di apporre un divieto, per evitare di cadere in situazioni scomode.
Vista così, il divieto al cinema de La scuola cattolica potrebbe sembrare soltanto un modo per proteggere lo spettatore, solitamente troppo sensibile rispetto ai contenuti all’interno di una determinata pellicola. In risposta a questo, c’è chi sostiene però che le giovani generazioni hanno ormai accesso a qualsiasi tipo di contenuto violento in rete. In questo caso, un film come La scuola cattolica potrebbe almeno renderli consapevoli di qualcosa che ancora non conoscono.
Dunque, la polemica sembra girare intorno a una sola domanda: vietare è sempre la scelta giusta? Questo è un quesito complesso, che a volte fatica a trovare una risposta. Inoltre, esso introduce il complesso argomento della censura al cinema e dei criteri con cui i vari divieti vengono applicati.
CREDITS: