Seicho Matzumoto

Matsumoto Seicho: verità o opinione?

Nel suo romanzo Tokyo Express, Matsumoto Seicho scriveva:

Le persone tendono ad agire sulla base di idee preconcette, a passare oltre dando troppe cose per scontate. E questo è pericoloso. Quando il senso comune diventa un dato di fatto spesso ci induce in errore. Anche se una situazione ci sembra chiara, con le nostre indagini dovremmo sempre cercare di capovolgerla e metterla in discussione.

Sono affermazioni contenute in un libro del 1958 eppure, nonostante il passare del tempo, sono ancora attuali.

Quante volte affrontiamo le situazioni con un fare superficiale, frettoloso quasi, come se avessimo la certezza di non sbagliare?

Siamo sicuri di avere la ragione in tasca ma forse, molte volte, dovremmo solo fare un passo indietro e analizzare i fatti da un altro punto di vista.

Del ribaltare la prospettiva Matsumoto Seicho era un maestro. Aveva, infatti, la grande capacità di spiazzare il lettore, mostrandogli una realtà spesso ignorata.

Seicho Matsumoto

Nasce nel 1909, a Kokura: una città della Prefettura giapponese di Fukuoka.

Apriamo una piccola ma curiosa parentesi: Kokura era una delle tre città (insieme ad Hiroshima e Nagasaki) prese come possibile obiettivo della Little Boy. Tuttavia, la mattina del 6 agosto 1945, diversi aerei americani si accorsero che il cielo non era completamente limpido e non era possibile garantire un lancio preciso: per questo, si decise di spostare l’obiettivo su Hiroshima. La municipalità di Kokura si salvò, quindi, per puro caso.

Seicho è stato giornalista e scrittore: possiamo inserirlo nel panorama dei gialli, dei thriller e degli horror.

Nonostante all’estero non sia molto conosciuto, in patria occupa un posto di rilievo: ha il merito, infatti, di riuscire a fondere le sue trame enigmatiche con i problemi sociali giapponesi.

“Il Dubbio”

Nel 1982, Matsumoto si trovava al picco della sua carriera: era il giallista giapponese più noto e riusciva a intrecciare la critica sociale al poliziesco con una facilità ammirevole.

In quello stesso anno, pubblicò Il Dubbio: un romanzo dalla trama apparentemente semplice. Ma l’apparenza, nella maggior parte dei casi, inganna.

La protagonista è una giovane donna: Onizuka Kumako. Ammaliante e seducente, dal comportamento spavaldo e disinvolto, Onikuza fa l’entraineuse nei bar di Tokyo e ha un passato non molto felice. Ha delle amicizie malavitose a cui non ha paura di ricorrere se ha bisogno di aiuto. Ma tutto ciò il povero Shirakawa Fukutarō, un ricco vedovo con un disperato bisogno di compagnia, non se lo immagina quando la vede, se ne innamora e le chiede di sposarlo. I due vanno via insieme, trasferendosi nella regione Hokuriku.

Sembrerebbe un nuovo inizio per la donna, la possibilità di lasciarsi alle spalle la sua vita tormentata, ma la serenità ha vita breve. Dopo circa sei mesi, durante una piovosa sera di luglio, Fukutarō muore in un incidente stradale: la sua auto finisce nelle acque del porto ed annega. Proprio questo incidente, nella sua tragicità, è il motore dell’opera: Onizuka è accusata di aver pianificato e realizzato l’omicidio del marito, in modo tale da riscuotere la sua assicurazione sulla vita. Dal carcere lei lotta per dimostrare la sua innocenza, ma la stampa non indietreggia neanche di un millimetro: per l’opinione pubblica, lei è colpevole.

Un caso diventato ossessione

Il processo è sulla bocca di tutti, soprattutto per un piccolo dettaglio. Entra nella storia, infatti, un altro personaggio: Akitani Moichi, giornalista del «Quotidiano del Hokuriku», che ha seguito da molto vicino le indagini e ha preso a cuore (forse anche troppo) il caso. Moichi non fa altro che aizzare la stampa e il popolo: pubblica una serie di articoli accusando Onizuka di aver guidato l’auto con a bordo suo marito (per poi lanciarsi in mare, salvando solo sé stessa) e non perde occasione per ricordare che il cognome della donna inizia con il carattere “oni” (che in giapponese significa poco di meno che “demonio”). Il giornalista, dunque, muove una vera e propria campagna contro l’Onizuka, con una dedizione spaventosa che sfocia quasi nell’ossessione. Le sue tesi non si basano su dati concreti e tangibili, ma su congetture ed ipotesi che di provato non hanno assolutamente nulla. La presenza di Moichi diventa così insistente nella storia che, ad un certo punto, Seicho è portato, addirittura, a dirci:

Se il giudice non aveva ancora emesso una sentenza, di certo il suo giornale l’aveva già condannata per l’omicidio del marito.

L’attualità dell’opera di Seicho Matsumoto

Il Dubbio Matzumoto Seicho

Per la sua presenza angosciosa e per la sua ossessività, è proprio il personaggio del giornalista che dona un carattere estremamente attuale al romanzo. Il caso di Onizuka Komaku non è altro che uno dei primi casi in letteratura in cui, purtroppo, i mass media intervengono in una maniera così insistente e negativa da distorcere la verità.

È noto che nonostante le indagini fossero ancora in corso, i mass media diffusero la notizia dando praticamente per scontato che si trattasse di un omicidio commesso dall’imputata, e di conseguenza concorsero a creare un’atmosfera pressoché accusatoria in seno all’opinione pubblica, sebbene non ci fosse alcuna prova certa contro la mia assistita.

Tutto questo è accentuato anche dal fatto che la trama è particolarmente rarefatta: l’azione si colloca prima dell’inizio della narrazione e si espande per un lungo lasso di tempo (poiché il processo va avanti per ben tre anni). Ciò causa nel lettore una sorta di disorientamento: la protagonista è la donna o il suo processo?

Ma, soprattutto, cos’è più importante?

La verità o l’opinione pubblica?


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