Daria, la ragazza triste degli anni Novanta

Daria, la cinica ragazza americana, resa popolare dal cartone animato degli anni Novanta. Nasce come spin-off di Beavis and Butt-head e si intitola Daria & Jodie. In onda su MTV con 5 stagioni, per un totale di 65 episodi e due film (È già autunno? e È già ora di andare al college?), fu trasmessa dal 1997 al 2002. Con il suo sarcasmo pungente è diventata una figura di riferimento per il pubblico femminile, unica nel suo genere, annulla tutti i cliché televisivi del mondo plastico e perfetto. Un chiaro esemplare della bro-culture, maleducata, disinteressata e, chissà come, interessante.

Lei, la “ragazza triste”, così descritta da Abby Terkuhle, il Senior Vice President e Direttore Creativo di MTV, si rivela essere una donna e intelligente. A suo agio nella sua intelligenza, la rende un’arma segreta, nonostante venga spesso isolata o ignorato dai suoi coetanei. Una ragazza sempre sulle sue ma disponibile a difendere gli altri. Soprattutto quando si parla di Sisterhood. Nei momenti più alti e importanti dello show, vediamo Daria che parla di amicizia e relazioni con Jane Lane, la sua migliore amica. Jane non è semplicemente un personaggio secondario, ma una conferma dell’atteggiamento di Daria. La sostiene e la incoraggia, cerca sempre di renderla una persona migliore, ricordandole quanto è intelligente. 

Le nostre imperfezioni non ci rendono dei pagliacci, ma ci rendono speciali. Forse è proprio questo il più grande messaggio che la serie ricorda agli spettatori, come un promemoria. Nel momento in cui un ragazzo si intromette nell’amicizia delle due ragazze, queste non si scontrano tra di loro, ma si supporto a vicenda. I triangoli sentimentali solitamente seguono sempre lo stesso schema: uno vuole l’altro, ci si scontra, uno viene rifiutato e l’altro viene rappresentato come l’insensibile e senza cuore di turno. In Daria, l’amore viene mostrato come una fase di passaggio e di scoperta dell’adolescenza.

E Daria e Jane riescono a mettere la loro amicizia davanti a tutto, trovando un equilibrio perfetto. Tra gli altri personaggi, non si può dimenticare Quinn, la sorella vanitosa di Daria e sempre alla ricerca di un ragazzo. Due sorelle molto diverse che, quando insieme, in realtà si assomigliano molto più di quanto possono dimostrare. Quinn nasconde la sua intelligenza ma, quando insieme alla sorella, trova il coraggio di ribellarsi alla società. Daria fa di tutto per farle capire che non deve nascondersi, non deve vergognarsi di se stessa.

Prima di Daria, nessun cartone o telefilm è riuscito a rappresentare una figura femminile all’avanguardia, intraprendente e dinamica. La ragazza triste che cammina al fianco di Lisa Simpson, Rachel di Friends e Wynona Riders. L’adolescente che si dimostra più matura dei suoi coetanei ma lontana dal mondo degli adulti, riconosce gli errori dei grandi ma vorrebbe vivere in maniera diversa dagli adulti dei suo tempo. La conferma che ogni ragazzo o ragazza può aspirare a molto, ma molto, di più.

E poi il mio consiglio è: rimanete fedeli a ciò in cui credete, finché logica ed esperienza non vi contraddicono; ricordate che quando il re sembra nudo vuol dire che lo è, e che verità e menzogna non sono quasi la stessa cosa.

Spesso insicura e asociale, è una ragazza avanti coi tempi, in grado di farsi forza, indipendente e lontana dai modelli prestabiliti dalla società, dal suo modo in cui vorrebbe costruire le donne. Daria è riuscita a imporre la sua normalità, il suo essere lunatica, molto introspettiva, sicuramente esteticamente imperfetta (ma chi se ne frega?). Arguta e cinica, Daria è una serie animata consigliata chi ha voglia di girl-power, anche se vintage. Attraverso i suoi dialoghi profondi e le battute sarcastiche, affronta tematiche importanti, dalla prevenzione sessuale ai disturbi alimentari, alla differenza di genere.

A distanza di 23 anni, sa farsi amare dal pubblico ed è uno di quei tasselli fondamentali che non può mancare tra le serie tv da recuperare. Ben lontana dal femminismo, Daria si fa portavoce del movimento di uguaglianza. Vederla pensare in modo critico, ben lontana dalla corrente di pensiero del gregge, dice sempre la sua di fronte a un’ingiustizia, e in grado di restare sempre fedele a se stessa. Hipster e outsider, giusto per dirne due. Il mondo ha ancora bisogno di eroi femminili che “resistono” al mondo. Abbiamo ancora bisogno di Daria Morgendorffer.

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