Scheletro Femmina, il romanzo d’esordio di Francesco Cicconetti, pubblicato nel 2022 da Mondadori, ci porta a fare i conti con parti di noi sepolte, con il nostro passato e con la nostra immagine riflessa allo specchio. I capitoli avanzano trasportandoci nella storia personale dell’autore, mescolata con intelligenza a elementi di fiction, dove veniamo catapultati in una realtà cruda ma allo stesso tempo dolce, con sensazioni palpabili fin dalla prima pagina. Il tema principale di Scheletro Femmina non è la transizione di genere di Francesco, la quale fa da sfondo ai vari eventi che si susseguono nel libro, ma l’Amore e tutto ciò che ruota attorno a esso. L’amore per sua madre e per nonna Giovanna, per Sara, per gli amici e infine, per se stesso.
Certo è che, alla fine dei conti, la mia vita non ha tanto a che fare con la transizione quanto con Sara. Se dovessi riassumere la mia esistenza, il punto focale sarebbe il nostro rapporto. […] Non esiste un pre e un post transizione, c’è solo la linea ondivaga e a tratti incerta che abbiamo tracciato io e lei insieme. […] Qualcuno potrebbe pensare che la transizione sia tutto per me, che sia il fulcro della mia vita. Credo di averlo creduto anch’io, a un certo punto. Ma quella è l’erba del prato su cui cammino, schiacciata a terra; sempre presente, imprescindibile, ma pur sempre lì in basso. A volte dimenticata, spesso data per scontata, ormai naturale.
Il tema dell’amore viene sviscerato in Scheletro Femmina con minuzia chirurgica: si tratta di una vera e propria autopsia dei sentimenti dell’autore, anche di quelli più terribili e oscuri. Un altro tema rilevante di Scheletro Femmina è il rapporto che Francesco ha con il proprio corpo e la propria immagine: da sempre una relazione tormentata e dolorosa. Francesco si guarda allo specchio e non vorrebbe esistere. Quel corpo non gli appartiene, spesso lo definisce mostruoso, non riesce ad accettarlo. La rabbia, l’odio e l’insicurezza prendono il sopravvento intaccando la sua vita interiore e i suoi affetti più importanti.
Durante la lettura si può avvertire una sorta di flebile fiamma che man mano diventa sempre più potente, fino ad incendiare tutto. L’autore raccoglie le proprie ceneri e riparte da zero, consapevole di quanto questo percorso sia incerto e tortuoso. Ma la speranza, come l’amore, lo accompagneranno in questo viaggio di accettazione e riscoperta di sé. Francesco è stufo di esistere silenziosamente e di muoversi nel mondo in punta di piedi: lui vuole correre più veloce che può e tagliare il traguardo.
La trama di Scheletro Femmina
Scheletro Femmina è un romanzo di formazione, dove si ripercorre la storia del protagonista fin dall’infanzia per poi arrivare all’età adulta. È ambientato principalmente a Rimini, in Emilia-Romagna, terra natia dell’autore. La scrittura risulta scorrevole e semplice, rimanendo comunque molto emotiva e d’impatto. Non sono presenti veri e propri dialoghi, che vengono sostituiti da descrizioni. I capitoli sono chiamati utilizzando il nome di un sentimento accostato al titolo di una canzone.
Realizzare di essere un ragazzo trans mi aveva mandato nel panico, mi aveva tolto tutto da sotto i piedi. Mi sembrava di non potere contare più su niente, nemmeno su me stesso. Fino a quel momento avevo creduto di dover esistere e basta, invece, d’un tratto avevo scoperto che non era sufficiente, che avrei dovuto reinventarmi, riscoprirmi, conoscermi di nuovo.
Perché devo indossare quell’orribile grembiule rosa?
Scheletro Femmina inizia con la descrizione del primo giorno di scuola elementare del protagonista, tanti anni prima rispetto all’avvenuta transizione. Infatti inizialmente Francesco parla di se stesso come di Francesca, utilizzando pronomi femminili. Fin dalla più tenera età si può notare un certo disagio nei confronti del proprio nome e di quello che la società si aspetta da una persona di sesso femminile. Per esempio, a scuola gli studenti devono indossare dei grembiuli: rosa per le femmine e blu per i maschi. Francesca, indossando il grembiule rosa, si sente estremamente in imbarazzo, non le piace e desidera, un giorno, di poter indossare quello blu.
Il blu non è un simbolo né un colore: è il motore. E il mio rosa è un freno, un freno gigante che spegne il cielo luminoso e fa piovere sempre e mi porta via la gioia di uscire in giardino. […] Vorrei che tutte le cose che ho da femmina sparissero, o che potessi nasconderle. Vorrei metterle tutte dentro di me, al coperto, come lo è il cuore, o lo scheletro. Anche se ho lo scheletro femmina non è importante, perché tanto nessuno lo vede. Non cambia niente. Invece il grembiule lo vedono tutti, il mio nome lo sentono tutti.
Sempre alle elementari Francesca si innamora di una sua compagna di classe, Sara, una bambina dai capelli rossi. Si tratta, ovviamente, di un amore puerile, fatto di abbracci e confidenze. Francesca si interroga spesso sulla natura di questo sentimento, non comprendendolo pienamente, com’è giusto che sia. Ma capisce che si tratta di qualcosa di nuovo e diverso rispetto a quello che prova per i suoi amici. Inoltre, una domanda inizia a tormentarla: possono due bambine amarsi?
Nei miei sogni la salvo con la spada, combatto contro draghi e bestie crudeli e gliele scaccio di dosso, ma è lei che nella realtà li sfila da dentro di me.
Sara rappresenta tutte quelle persone per le quali l’autore ha provato amore romantico nel corso della vita. Nel romanzo la sua figura è centrale e con lei il protagonista scopre, finalmente, l’amore autentico comprendendo quelle parti di sé negate e disconosciute.
L’amore per Sara contrapposto all’odio per il proprio corpo
Durante l’adolescenza troviamo una Francesca irrequieta, timida e introversa. A un certo punto Sara fa ritorno nella sua vita, dopo anni in cui non si sono né viste e né sentite. Il mondo di Francesca viene capovolto da quell’amore tenuto segreto fin dalle elementari. Con il tempo le due ragazze si avvicinano sempre di più fino ad innamorarsi l’una dell’altra, decidendo successivamente di stare insieme. Anche con Sara, Francesca fa fatica a lasciarsi andare a livello sessuale, a mostrarle il proprio corpo, nonostante l’amore e il desiderio.
È colpa mia se non puoi toccarmi, ho continuato. Perché mi faccio schifo, non riesco a guardarmi, e non voglio che tu mi veda. Il mio corpo è brutto, alcuni giorni lo odio, me lo vorrei strappare di dosso. È sempre più difficile guardarmi allo specchio, quando esco dalla doccia tengo la testa bassa finché l’accappatoio non mi ha coperta tutta perché non voglio rischiare di vedermi. E poi… le tette. Mi viene la nausea solo a dire questa parola. Pensare di averle mi fa stare malissimo, le odio, fanno schifo.
Sara, la coprotagonista di Scheletro Femmina, è la prima a rendersi conto di come si senta realmente Francesca. Un giorno le fa notare la sua tristezza ogni qualvolta qualcuno parla di lei al femminile, oppure quando lei stessa deve presentarsi dicendo ad alta voce il suo nome. La reazione di Francesca, inizialmente, è di estrema chiusura.
Sara lo sapeva, Sara sapeva tutto. Magari non riusciva a spiegarsi, ma vedeva sempre cosa succedeva dentro di me, e non mi giudicava mai. Poteva guardarmi dentro le viscere ma sceglieva di farlo di sbieco, gentilmente, per non farmi sentire in imbarazzo.
L’amore del protagonista per Sara si trascina per lunghi anni, anche dopo la fine della loro relazione. Una relazione spesso difficile, costellata da alti e bassi, verso la fine quasi morbosa e opprimente. Il loro rapporto si rivela però determinante per quanto riguarda la transizione di genere del protagonista perché Sara non ha mai smesso di supportarlo e di credere in lui.
Scheletro Femmina: un romanzo nato dall’urgenza di raccontarsi
Questo libro, intenso e spietato nel suo essere reale, nasce dall’impellente urgenza dell’autore di raccontare la sua vita e le sue emozioni. Non solo diventa un valido aiuto contro la solitudine di chi vive ogni giorno la disforia di genere e i problemi legati alla transizione, ma anche una testimonianza per tutte quelle persone che non possono comprendere come ci si senta a non riconoscersi allo specchio.
Scheletro Femmina è un romanzo intimistico, dove ci si immerge totalmente nell’universo del protagonista, provando una forte empatia nei suoi confronti. Alla fine, ci si sente vicini a Francesco, come un amico con cui si è condiviso qualcosa di molto importante. Mentre le pagine vengono divorate, una dopo l’altra, è impossibile non rispecchiarsi nei suoi sentimenti, poiché sono cose che ognuno di noi ha provato almeno una volta nel corso della propria vita.
La descrizione del modo di sentire di Francesco colpisce dritto al petto, senza nessuno sconto, senza nascondere nulla al lettore. Scheletro Femmina è un libro che fa tornare la voglia di amare qualcuno. Il coinvolgimento del lettore è forte e non è escluso che possa capitare di riconoscere se stessi nelle emozioni provate da Francesco e di riconoscere nel personaggio di Sara gli stessi connotati delle persone amate nella vita reale. Per questo si potrebbe definire Scheletro Femmina come una lettura intensa e a tratti dolorosa, da affrontare con calma mentre si scava in profondità dentro di sé, fino alle ossa.
Un grazie speciale va al ragazzo che un giorno mi ha scritto: avrai sempre i cromosomi da femmina. La frase voleva essere un’offesa, invece si è rivelata lo spunto che cercavo per il titolo. Di come sono i miei cromosomi non mi importa; così come non mi importa della forma del mio scheletro. Quando sarà visibile avrò già vissuto tutto il vivibile, non ci sarà più niente da fare; a quel punto, insomma, non sarà più importante. Quando è importante, allora? Mai, in nessun momento. In effetti, a pensarci, non s’è mai detto che la persona e la personalità nascano dai cromosomi e dallo scheletro. S’è sempre detto che nascono da dentro, che sono e basta; così è per tutti, anche per me.