“Permettereste a vostra moglie di leggere un libro simile?”
Ci troviamo in Italia, più nello specifico a Firenze, nel 1928: viene pubblicata la prima edizione di un’opera che segnerà la storia della letteratura del Novecento e si farà baluardo di una moltitudine di messaggi rivoluzionari tuttora attuali e controversi.
L’autore di quest’opera è David Herbert Lawrence, che scrisse quest’opera durante la permanenza nella sua dimora in Toscana. La scelta di pubblicare un libro in lingua inglese in un posto come l’Italia del 1928 fu un astuto stratagemma per eludere la censura. Questa trovata non riuscì comunque a permettere una libera e indisturbata circolazione del libro, che ancora per i decenni successivi non smetterà di suscitare scandalo e indignazione.
Il libro fu, difatti, sottoposto a diversi processi, il più celebre fu quello che si tenne in Inghilterra nel 1960 contro la Penguin Books, a distanza di trent’anni dalla morte dell’autore.
La trama del romanzo di Lawrence
L’opera di Lawrence è ambientata a Wragby Hall, nelle Midlands, in una tenuta immersa nella natura. Protagonista indiscussa è Lady Chatterley, una donna sposata con un uomo sprezzante e distaccato, Sir Clifford, rimasto invalido in seguito alla Prima Guerra Mondiale. Si tratta di una donna sensibile, colta e nel pieno della sua bellezza.
La donna si invaghisce di Mellors, l’affascinante guardiacaccia della tenuta, col quale intraprenderà una relazione intensa, passionale e inarrestabile. La relazione è il simbolo di una rinascita e di una sfida a tutto ciò che la rendeva oppressa e infelice.
Le tematiche controverse trattate da Lawrence
L’intento di Lawrence è quello di segnalare il declino nichilista che impera nella società industriale inglese, di denunciare quelli che sono i dettami di una società rigida e impostata, in cui tutto sembra spegnersi e ripiegarsi su se stesso.
Lo strumento simbolico che Lawrence sceglie di utilizzare per contrasto è quanto di più diametralmente opposto si possa concepire rispetto ciò: l’amore, la passione sfrenata, l’erotismo, l’amare i sensi e non pentirsene.
Non era colpa della donna, né dell’amore e neanche del sesso. La colpa era lì, in quelle maledette luci elettriche e in quel diabolico frastuono delle macchine. Era lì che stava il grande, malefico mostro pronto a distruggere quello che lo contrastava, era lì, tra gli onnivori macchinari, l’ingorda tecnologia, era lì, fiammeggiante di luci, che vomitava metallo incandescente, nel fracasso del traffico. Nel giro di poco avrebbe distrutto il bosco e le campanule non sarebbero fiorite più. Tutte le cose vulnerabili non sarebbero sopravvissute alle colate travolgenti del ferro.
La scrittura di Lawrence indugia senza troppe riserve nella descrizione di scene erotiche, di amplessi e di momenti di travolgente desiderio. Sarà proprio questo a destare scandalo e indignazione e avviare il meccanismo della censura che, tallonando le pubblicazioni dell’opera in un disperato tentativo di confisca, a tratti goffo, a tratti feroce, cercava di difendere la “buona morale”.
La sessualità femminile
Ma non solo: Lady Chatterley è una donna di larghe vedute, colta e disinibita. Ben distante dai canoni entro cui la donna veniva confinata all’epoca.
La sua concezione del sesso e della donna rompe ogni argine, a tratti in maniera volgare ma provocatoria per affermare una liberazione, da un’esistenza così arida e stagnante.
Una donna che si ribella alle rigide imposizioni sociali e al dominio maschile che, da prassi, controlla e possiede il corpo della donna quasi fosse un diritto.
Nel libro, Lawrence tratta esplicitamente la concezione dell’esperienza sessuale dal punto di vista della donna e la poca importanza che l’uomo attribuisce al piacere femminile. Questo è forse la tematica più sconvolgentemente avanguardista proposta dall’autore, che tuttora, per molti versi, risulta ostica e marginale all’interno del dibattito sulla sessualità.
Là pianse amaramente. E in quella sua amarezza sentiva acuta l’indignazione nei confronti di Clifford, dei suoi scritti, delle sue chiacchiere. Contro tutti quegli uomini come lui che defraudano le donne persino del loro corpo. Era profondamente ingiusto! Ingiusto! Quel sentimento di profonda ingiustizia fisica bruciava nell’intimo della sua anima.
Leggiamo queste righe oggi in un’epoca in cui, sebbene siano stati fatti numerosi passi in avanti, ancora si combatte strenuamente una battaglia per la rivendicazione femminista del diritto della donna sul proprio corpo: del diritto della donna di affermare se stessa sotto tutti gli aspetti, anche quello sessuale.
Ci accorgiamo allora di quanto l’opera di Lawrence sia non solo anticipatrice di tematiche attuali, ma anche e ancora in grado di trasmettere un messaggio innovativo, intriso di rivendicazione sociale.
Sotto questo punto di vista, viene spontaneo un accostamento con la celebre Margaret Atwood, brillante scrittrice le cui opere anticiparono di tanti decenni le più importanti tematiche femministe.
La letteratura come spinta rivoluzionaria
Lawrence ci ricorda la meravigliosa capacità che ha la scrittura di poter risvegliare le menti, esprimere l’indicibile, comunicare qualcosa di vitale importanza per gli uomini.
Nascondendosi dietro l’incantevole fascino delle parole di una storia, messaggi sovversivi e progressisti si fanno strada fino ad arrivare dritto all’animo umano.
Per dirla con le parole di Ilaria Gaspari:
Dove cresce la possibilità della filosofia, che ci permette di decifrarci, cresce la letteratura che ci da gli strumenti per raccontarci in quanto esseri umani.
Lawrence contro l’ipocrisia borghese
L’amante di Lady Chatterley fu un successo: l’opera vendette più di tre milioni di copie. A destare maggiore scandalo, nel caso della Penguin, fu il prezzo irrisorio cui venne messa in vendita, che ne consentì la fruizione alle masse.
Il fatto che il ceto più umile e demograficamente più consistente della società si “contaminasse” con queste idee di libertinaggio e scelleratezza era semplicemente inconcepibile.
Ed eccoci di nuovo ad ammirare il potere sovversivo, un po’ beffardo della letteratura. A spiare, con malcelato compiacimento, la “paura” che scatena in chi si oppone al cambiamento. A gioire del fatto che questa, in un modo o nell’altro, riesca puntualmente ad uscirne vincitrice.
Le belle idee vengono alle classi superiori, ma i sentimenti, la vita vera, bisogna cercarla nella gente del popolo.