“Non così vicino”: Hanks scontroso della porta accanto

Tra le prime uscite del 2023 c’è Non così vicino (A Man Called Otto), pellicola diretta dal regista Marc Forster. Ispirato a quanto narrato all’interno del romanzo L’uomo che metteva in ordine il mondo (2012) di Fredrik Backman, Non così vicino racconta della quotidianità condivisa con i propri vicini di casa, tra diffidenze e differenze caratteriali, e di come a volte si finisca per scoprire un animo buono nascosto sotto una corazza di scetticismo.

La vita di Otto

In Non così vicino il protagonista è Otto (interpretato da Tom Hanks), un uomo di mezza età affezionato alle proprie abitudini e geloso della propria casa e dei propri spazi. Detta regole per tutto il vicinato, per cercare di tenere a bada tutte quelle piccole scorrettezze che a suo parere rovinano la tranquillità e il buon vivere del quartiere. Il suo essere così rigido e in qualche modo austero gli ha impedito degli anni di creare dei veri rapporti con gli altri abitanti della zona, chiuso nella severità delle norme che egli si è imposto per la propria vita.

Da parte sua, non sembra nemmeno esserci un interesse a interagire con i vicini, se non per esporre le sue lamentele. Tutto inizia a cambiare però quando nel quartiere arriva una giovane famiglia, intenzionata a creare rapporti amichevoli con tutti. Otto non fa eccezione e i nuovi vicini si presentano sempre più frequentemente alla sua porta: dopo alcuni categorici rifiuti, Otto inizierà però a essere sempre più incuriosito da questa novità e inizierà a guardarsi intorno con sempre maggiore interesse anche nei confronti del resto del vicinato, scoprendo parti del suo essere che nemmeno lui avrebbe mai immaginato di possedere.

Scrooge, sei tu?

La storia narrata in Non così vicino riprende un modello narrativo che è già conosciuto al grande pubblico: non solo questa pellicola rappresenta una seconda versione cinematografica del romanzo (la prima è stata prodotta in Svezia nel 2015 con il titolo Mr. Ove), ma riprende anche alcuni elementi che derivano dal tradizionale racconto del protagonista burbero e scontroso che si trasforma in una persona buona e in armonia con ciò che lo circonda.

Secondo quanto racconta il trailer, Otto è una sorta di Scrooge moderno: se all’inizio del film lo vediamo impegnato a tenere lontano qualsiasi contatto umano e a limitare in maniera definita i suoi confini, sul finale Otto potrebbe essere una persona totalmente cambiata, grazie soprattutto a coloro che scelgono di varcare quei confini e mostrargli quanto sia bello condividere momenti di vita insieme. Infatti, nella vita di Otto, è la solitudine il mostro più temuto e la sua paura di affrontarlo gli viene sbattuta in faccia, senza mezzi termini : “Lei pensa di poter fare tutto da solo, ma sa una cosa? Nessuno può”.

Solitudine in commedia

Il fatto che Non così vicino riprenda elementi che il pubblico potrebbe aver già sentito in altre storie non è però un punto a sfavore della pellicola, anzi, conforta in qualche modo lo spettatore, fiducioso nel lieto fine per Otto. Il film, a metà tra drammatico e commedia, indaga temi profondi in una chiave più leggera e adatta a un pubblico variegato. La solitudine e l’isolamento del protagonista passano attraverso i diversi momenti ironici, che sanno però anche lasciare spazio alla riflessione di alcune scene più serie, creando il giusto equilibrio tra due modalità narrative così lontane tra di loro. In questo modo, i dettagli più sensibili e nascosti della personalità di Otto si svelano gradualmente nel corso della storia, rendendo la narrazione il più naturale possibile.

Nonostante quindi possa appararire per alcuni versi come una storia già sentita, Non così vicino regala comunque una certa dose di curiosità al pubblico, anche in riferimento al prodotto nato da questo remake statunitense dopo la prova della produzione svedese arrivata fino agli Oscar 2017

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