I luoghi del cinema: Ville dell’Olgiata

Capita spesso di riconoscere, soprattutto nelle pellicole italiane, paesaggi o addirittura edifici appartenenti alla nostra magnifica penisola. Sono luoghi comuni in cui la maggior parte dei registi prediligeva girare i loro film, in quanto location già utilizzate in precedenza e in un certo senso “pronte all’uso”. Una di queste è il famosissimo complesso dell’Olgiata.

Le residenze signorili

Tipiche del cinema italiano sono sempre state quelle meravigliose dimore signorili in cui vivono intere famiglie altolocate. Ville ricche di vegetazione e minuziosamente adornate da decorazioni, magari anche con una piscina in giardino. Ma se si pensa a queste residenze, ce n’è una in particolare che accomuna l’immaginario collettivo del cinema nostrano. Un paesaggio idilliaco, immerso nella natura e in qualche modo agreste; le Ville dell’Olgiata sembrano essere uscite da una di quelle riviste d’arredamento patinate. A partire degli anni 70 dunque, iniziano comparire ripetutamente sempre le stesse location, tra cui questi complessi residenziali. Una di queste, forse quella più utilizzata, divenne famosissima per svariati motivi.

È una villa ben nota anche al pubblico televisivo, perché è stata usata nelle riprese della penultima serie di Incantesimo. Nel parco c’è una piscina ovale, con un prato leggermente scosceso. Ha la facciata in pietra; all’interno c’è un salotto le cui tende sono a fantasia floreale; lungo le scale e al piano superiore ci sono varie stampe di volatili. Poi c’è una “sala giochi” sotterranea, in stile coloniale, con un biliardo, con un tavolo da gioco e con decine di trofei di caccia alle pareti. 

Addirittura nel film Troppo rischio per un uomo solo (Luciano Ercoli, 1973) la vastità della villa e la varietà dei suoi suntuosi interni, ha permesso alla troupe di ricreare quattro case differenti utilizzandone soltanto una.

Cos’è l’Olgiata?

L’Olgiata è una frazione di Roma, situata a nord della città. Soprannominata “Beverly Hills romana”, ha alle spalle una lunga storia. Per raggiungerla occorre passare per la zona archeologica di Veio: in epoca antica infatti il territorio dell’Olgiata fece parte dei possedimenti etruschi fino alla fine dell’Impero romano, quando l’area rimase disabitata finché Papa Zaccaria non vi fece costruire delle colonie agricole. Il suo nucleo abitativo è delimitato dalla Cassia e dalla ferrovia che da Roma porta a Bracciano. 

Una storia particolare

Una delle voci che girano su questa villa è alquanto particolare. Si racconta infatti che la nota residenza appartenne un tempo ad un imprenditore. Nel 1991 però, fu coinvolto e accusato dell’omicidio della ex moglie, la contessa Alberica Filo della Torre. Alcuni anni dopo, a seguito del processo, il titolare decise di darla in gestione a una società che la affittava per girarvi fiction televisive e film. Venne infatti utilizzata per film come C’eravamo tanto amati (1974); La polizia accusa: Il servizio segreto uccide (1975); I due superpiedi quasi piatti (1977); Un delitto poco comune (1988); Body puzzle (1992); Mari del sud (2011) e la serie tv Incantesimo 6 (2003).

Il primo di questi, diretto da Ettore Scola, apre la prima inquadratura sulla villa del protagonista, più precisamente nel vialetto che conduce all’abitazione di Gianni Perego (Vittorio Gassman). Il film racconta la forte amicizia tra tre partigiani e la messa a dura prova del loro legame a causa delle vicissitudini che caratterizzano la realtà quotidiana. Le riprese iniziarono il 4 marzo 1974 e una particolarità sta indubbiamente nel fatto che le parti di film ambientate nel passato sono state girate in bianco e nero. Le altre scene appartenenti alla contemporaneità, rimangono invece a colori.

Tutte queste sono pellicole appartenenti al genere comico o poliziesco, data anche l’iconografia legata alle lussuose ville, in cui — guarda caso — solitamente avvengono degli omicidi.

Le altre ville

Il lussuoso quartiere romano venne sfruttato moltissimo nel corso degli anni. Infatti almeno tre delle ville comprese nel complesso vennero utilizzate come location del cinema di genere italiano. Una di queste, la cosiddetta villa con la porta d’ingresso a vetri, viene utilizzata in film come Fantasma d’amore (1981) con Marcello Mastroianni diretto da Dino Risi. In questo film un commercialista pavese incontra in un autobus una donna amata nella giovinezza: purtroppo la rivede in concomitanza con un efferato delitto.

La costruzione dell’edificio è particolarmente riconoscibile grazie alla larga porta bianca caratterizzata da una griglia di rettangoli in vetro. Immersa nel bosco, la villa venne utilizzate soprattutto per riprese interne, in quanto le stanze, ampie e spesso arredate in modo poco vistoso, ne diventano le protagoniste indiscusse.

Nelle ville dell’Olgiata arriva addirittura il mitico Ragionier Fantozzi, in particolare nella scena del film del 1975 durante la sfida a biliardo col mega direttore.

 

 

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