Jekyll e Hyde: il doppio sotto tanti punti di vista

Con l’espressione “tema del doppio” ci si riferisce a uno dei topos letterari più celebri e rinomati.

Si verifica lo sviluppo di questa tematica ogni qualvolta che, all’interno della narrazione, abbiamo una realtà singola che si raddoppia.

Ovviamente, questo duplice dispiegarsi può assumere le sfaccettature più variegate: nel campo letterario, è consuetudine far comparire una figura identica a quella del protagonista.

Tuttavia questa tecnica non è così semplice e banale come, delle volte, può sembrare: il doppio, infatti, risponde ad un preciso disegno narrativo e, per questo, ha delle caratteristiche ben precise. Vi può essere il doppio negativo: una figura antagonista in aperto contrasto con il protagonista. Esiste il doppio mimetico: copia spaccata del protagonista che entra in scena per confondere il lettore.

Ci sono casi in cui il doppio è un doppio involontario, la cui presenza ha un carattere simbolico e risponde a una volontà psicologica dell’autore, piuttosto che narrativa.

The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde

Nel 1886, Robert Louis Stevenson pubblica un romanzo: The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde.

Ciò che, però, non sapeva è che il suo lavoro si sarebbe, poi, trasformato in uno dei capolavori della letteratura inglese. Soprattutto, quello che non si sarebbe mai aspettato era dar vita ad un’opera che, oggi, è il massimo esempio del tema del doppio.

La trama, infatti, si concentra proprio sullo sdoppiamento della personalità.

Il protagonista è il Dottor Jekyll, un rispettabile dottore londinese e l’incarnazione perfetta dei valori tipici della società di quel tempo.

Improvvisamente, inizia a sperimentare su se stesso una droga da lui inventata.

Il siero è così forte da riuscire a trasformarlo in un’altra personale: il terrificante e pericoloso Dottor Hyde, il quale altro non è che il suo lato malvagio.

Inizia, in questo modo, una sorta di convivenza tra queste due parti della medesima persona che, però, sfocia nel caos.

Infatti, a un certo punto, la situazione degenera: Jekyll non riesce più a esercitare il controllo e Hyde prende irrimediabilmente il sopravvento. Giunti a questo momento della narrazione, Jekyll ha toccato il culmine della pazzia e gli è rimasta una sola e unica soluzione: il suicidio.

Scrive, infatti, una lettera in cui racconta la verità e, poi, interrompe questo circolo vizioso togliendosi la vita.

Il tema del doppi in The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde

Come si evince già leggendo semplicemente la trama, il tema del doppio è il nodo centrale dell’opera di Stevenson.

A rendere ancora più interessante questo argomento, già di per sé molto particolare, si aggiunge il fatto che esso può essere analizzato sotto svariati punti di vista (non solo quelli classici).

Il punto di vista psicologico

Sicuramente, la lente più classica con cui leggere il doppio è quella degli studi scientifici e psicoanalitici.

Il periodo in cui Stevenson pubblica il libro, infatti, è quello di maggiore diffusioni di alcuni lavori riguardanti i disturbi della personalità multipla.

In particolare, il libro esce nel 1886: proprio qualche mese prima della pubblicazione di un saggio dello psicologo britanico M. Myers, il quale aveva preso in analisi i disturbi di alcuni individui. Ciò che ci colpisce e che ci permette di osservare l’opera da un punto di vista psicologico, è il fatto che i comportamenti di Jekyll e dei pazienti di Myers sono profondamente simili tra loro. Sia i pazienti che Jekyll si trovano in mezzo a un vortice improvviso che non riescono a comprendere lucidamente.

Inoltre, sono accumunati dalla sofferenza: la condizione in cui si trova Jekyll è di estremo dolore, proprio perchè non riesce a capirla e, tantomeno, a gestirla. In questo modo, sembra che ci sia un fondamento scientifico (e di conseguenza psicologico) alla base dell’opera.

Una volta appurato ciò, ci rimane un interrogativo: questo cardine è voluto dall’autore o le somiglianze con i saggi scientifici sono puramente casuali? Purtroppo, al momento non abbiamo una risposta.

Il punto di vista della dipendenza

La tossicodipendenza è un altro punto di vista, sicuramente peculiare, che possiamo adottare nella lettura di questo romanzo.

L’alternarsi della personalità, infatti, può essere visto come la conseguenza di un abuso di stupefacenti.

Jekyll, rapito dal senso di potenza che lo pervade ogni qual volta si trasforma in Hyde, ricerca ossessivamente il farmaco. Nel momento in cui ne fa uso, le sensazioni che lo colgono sono tutte positive: il suo freno inibitorio, quello dettato dalle regole della società del tempo, crolla.

Questo lo porta ad assumere una condotta sregolata che, però, lo fa sentire vivo ed importante.

Tutto ciò si ricollega al fatto che la droga non è il farmaco in sé per sé: la vera droga è Hyde. La dipendenza nasce in virtù del fatto che solo quando veste i panni di Hyde il protagonista riesce a scappare dalla sua quotidianità che, oramai, gli appare più come una prigione.

Questa tesi è avvalorata anche dall’aspetto di Jekyll in seguito alle trasformazioni: quando inizia a perdere il controllo della situazione, in contemporanea il suo fisico e il suo comportamento cambiano.

Si incupisce, dimagrisce, inizia ad essere sempre più stanco e scontroso: smette di frequentare gli amici (che prima vedeva periodicamente) e passa sempre più tempo chiuso, da solo, in casa.

Tutti questi aspetti sono gli stessi che caratterizzano una persona cambiata dall’abuso di un qualsiasi stupefacente (sia alcol, che droghe).

Il punto di vista della maternità

Durante tutta la narrazione vi sono evidenti richiami al momento del parto e della maternità.

Ad esempio, nel momento della trasformazione da Jekyll ad Hyde (e viceversa), il protagonista è afflitto da una moltitudine di dolori simili a quelli del parto.

Sopravvennero gli spasimi più atroci: uno stridere delle ossa, una nausea letale, un orrore dello spirito che nemmeno l’attimo della nascita o della morte può superare.

Contemporaneamente, possiamo osservare anche dei riferimenti numerici: quando Jekyll descrive il suo progetto, per esempio, sfrutta più volte il numero 9. Questo ci fa chiaramente pensare ai nove mesi del concepimento.

Il richiamo esplicito al momento del parto, però, non è una novità inventata da Stevenson. Bensì è una caratteristica comune alla maggior parte dei romanzi che riguardano il doppio.

Questo perché la tematica del doppio, molto spesso, nasce all’interno di un mondo maschile: nella grande maggioranza dei casi, gli autori e i personaggi sono uomini e, di conseguenza, creare un doppio è l’unico modo per generare una nuova vita.

In conclusione

Possiamo dire, in definitiva, che Jekyll e Hyde è un romanzo più complesso di quello che sembra.

Si potrebbe leggere più volte e cogliere la storia sempre con una visione differente: la critica, infatti, ha analizzato quest’opera nei modi più disparati.

 

 

FONTI

https://losbuffo.com/2017/09/12/il-tema-del-doppio-nella-letteratura/

https://psiche.org/articoli/il-doppio-in-letteratura/

https://losbuffo.com/2017/08/26/lo-strano-caso-del-dr-jekyll-mr-hyde/

https://library.weschool.com/lezione/stevenson-lo-strano-caso-dottor-jekyll-mister-hyde-riassunto-trama-11898.html

R. Louis Stevenson, Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde, London,
Longmans, Green and Co., 1886

Cummins, Hugh, “Robert Louis Stevenson and the Theme of the Double”

Davico Bonino, Guido I romanzi del doppio: storia di un’ossessione da
Stevenson a Kafka, Milano, BUR Rizzoli, 2012.

Riem, Antonella, II seme e l’urna. Il doppio nella letteratura inglese, Ravenna,
Longo, 1990

Fusillo, Massimo, L’altro e lo stesso: teoria e storia del doppio, Scandicci, La nuova
Italia, 1998.

 

 

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