Il passato e il presente di Schiaparelli

Poche settimane fa si è tenuta a Parigi la Couture Week, la settimana dedicata alle sfilate di alta moda dei designer più importanti del momento. Un evento capace di tenere le persone incollate agli schermi, dei cellulari e non solo, tra abiti all’avanguardia e celebrità. In particolare, ricordiamo qui il presente e il passato di Schiaparelli, una delle case di moda che più ha fatto parlare di sé.

La sfilata di Schiaparelli è stata sicuramente quella che più ha stupito, tutti gli occhi erano puntati sui suoi abiti e ha rubato la scena, sia per le celebrità invitate che per gli abiti che hanno spopolato sul web sin dai primi istanti, diventando i veri protagonisti della Couture Week. Daniel Roseberry, il direttore creativo texano della maison francese, è riuscito a tradurre in chiave moderna e personale i punti cardine della filosofia di Elsa Schiaparelli.

Couture week 2023, tra teste di leone e celebrities

I primi video dell’arrivo dell’influencer e imprenditrice Kylie Jenner alla sfilata hanno fatto il giro del mondo in pochissimo tempo tramite tutti i maggiori social.

La testa dell’animale è talmente realistica che Roseberry e la stessa Jenner hanno dovuto specificare più volte che non si trattava di tassidermia, ma di una fedelissima riproduzione fatta a mano. Altro momento memorabile, l’arrivo dell’artista hip hop Doja Cat, che ha fatto il suo ingresso con addosso ben 30.000 cristalli Swarovski di colore rosso applicati su tutto il corpo, indossando un abito dello stesso colore. Il suo look era ispirato alla figura del diavolo.

Il motivo portante della collezione? L’Inferno di Dante Alighieri, motivo per cui la maison ha deciso di portare in passerella tre abiti raffiguranti rispettivamente una lonza, un lupo e un leone, assieme al look “demoniaco” di Doja Cat. Nonostante secondo alcune critiche il tema della Divina Commedia non sia stato fortemente presente come ci si aspettava, è innegabile che la sfilata sia stato un gran successo.

Secondo Roseberry, il tema delle tre belve infernali è un modo per celebrare “la gloria della natura” e “celebrare la donna che lo indossava”. Un modo, quindi, per dare protezione e forza alla figura della donna, protetta dalle tre belve.

Il passato e il presente di Schiaparelli

Il motivo portante della maison è stato sempre il surrealismo, portato avanti in primis dalla fondatrice. Elsa Schiaparelli fu, infatti, molto amica di artisti  dell’avanguardia artistica della sua epoca: artisti del calibro di Salvador Dali, Man Ray, Alberto Giacometti.

Nata da una famiglia di influenti intellettuali italiani, la sua vita è costellata di vicissitudini che l’hanno portata in giro per il mondo, tra Londra, Parigi e New York. Elsa conseguì la sua laurea in filosofia nel 1911, coltivando il sogno di diventare poetessa. La sua famiglia considerava però inopportuna la sua passione, e dopo aver pubblicato il suo primo libro di poesie erotiche, “Arethusa“, venne spedita in un convento in Svizzera.

Tra surrealismo e dadaismo

Successivamente partì alla volta di Londra, dove un’amica le offrì un lavoro: si sarebbe occupata di bambini orfani. Proprio a Londra conobbe il suo futuro marito, con cui ebbe una figlia. Così, si trasferirono a New York, ma il matrimonio era destinato a finire dopo poco, constringendo Elsa a vivere un periodo di povertà in seguito anche alla malattia di sua figlia.

A New York, la giovane Elsa entrò per la prima volta in contatto con gli artisti dell’avanguardia dadaista: Francis Picabia, Man Ray, Marcel Duchamp, che influenzeranno poi fortemente il suo lavoro da stilista. A causa delle sue condizioni economiche, Elsa e la figlia si spostarono a Parigi, ospiti di un’amica: sarà proprio qui che la sua vita avrà una svolta.

La svolta di Parigi

In seguito alla visita a una boutique parigina assieme ad una sua amica, Elsa scoprì di essere affascinata dal mondo della moda. Diventa allieva del sarto della stessa boutique, iniziando il suo percorso come designer di abbigliamento all’avanguardia. È famosa anche la sua rivalità con Coco Chanel, stilista dall’approccio alla moda diametralmente opposto: mentre Chanel consigliava di togliere qualcosa prima di uscire, la maison Schiaparelli era all’insegna dell’eccesso e della stravaganza. 

Di Schiaparelli, Chanel disse che era “un’artista che si era messa a fare abiti”, mentre Elsa definì Coco come “noiosa” e “specializzata in cimiteri”, vista la sua preferenza per il nero. Schiap, così come era conosciuta nell’ambiente parigino, preferiva notoriamente i colori accesi. Fu proprio lei, infatti, ad inventare il colore rosa shocking.

Dopo l’ascesa, il declino

Da allora, la maison ha vissuto molti cambiamenti che hanno segnato il passaggio tra presente e passato della casa Schiaparelli. Il primo momento di crisi arriva nel 1947 in seguito alla presentazione della collezione New Look di Christian Dior, che segna il declino della silhouette femminile caratteristica di Schiaparelli. Nel ’54 arriva, quindi, la chiusura della maison parigina, e 19 anni dopo, la morte della fondatrice. 

Rinascite

La prima vera rinascita della maison arriva nel 2010, quando viene acquistata dall’imprenditore italiano Diego Della Valle, già proprietario di marchi come Hogan, Tod’s e Fay. Il suo merito è stato quello di riaprire gli archivi della maison e riattingere materiale creativo da esso. Crea diverse collezioni firmate da Christian Lacroix, Marco Zanini e Bertrand Guyon, con il quale inizia ad aprirsi uno spiraglio di rinascita.

Nel 2019 arriva poi la vera svolta: Daniel Roseberry, designer americano, viene appuntato come direttore creativo di Schiaparelli. È proprio con lui che si riprende il lavoro iniziale di Elsa Schiaparelli e lo si riporta nel 21esimo secolo, mantenendo il forte legame con l’avanguardia artistica degli anni ’30. Dopo essere stati indossati da celebrità del calibro di Lady Gaga in occasione dell’inaugurazione di Joe Biden a Presidente degli Stati Uniti, inizia la nuova ascesa vertiginosa del marchio di lusso.

Una connessione metafisica

Ma qual è il segreto del legame tra Roseberry e la stilista nobildonna Schiap? Secondo lui, è una connessione che va oltre il piano materiale. Entrambi del segno della Vergine, secondo il designer texano la praticità e il pragmatismo di questo segno zodiacale lo ha portato a cercare la perfezione nel suo lavoro per Schiaparelli.

Figlio di un’artista e di un prete, Daniel crede profondamente nel legame tra le anime e nelle similitudini tra lui e Elsa Schiaparelli. Prima di tutto, il “non saper tenere un ago in mano”, ma l’essere capaci a utilizzare le matite come un prolungamento delle mani, creando sapientemente degli approcci mai banali alla moda.

Il legame tra il passato e il presente di Schiaparelli è diventato il focus del suo lavoro. Il suo metodo, preciso e puntuale, non è stato di ricalcare i vecchi disegni di Elsa, ma di crearne di nuovi ispirandosi alla sua filosofia di vita. Il merito di Roseberry è stato, quindi, quello di riprendere i princìpi della stilista italo-parigina, creando un linguaggio personale ma fedele allo spirito della visionaria artista poliedrica che fu Elsa Schiaparelli. 

FONTI

www.amica.it

www.fashionmagazine.it

www.prestigeonline.com

www.grazia.it

CREDITI

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