Prosegue l’approfondimento dedicato ai Pinguini Tattici Nucleari, di cui puoi ritrovare gli episodi precedenti qui, qui e qui.
Luci a San Siro e il tour negli stadi
Il 14 ottobre i Pinguini Tattici Nucleari hanno postato sul loro canale Instagram “un messaggio pacifista”: “no rissa”. Non c’è voluto molto prima che i fan decifrassero l’anagramma e intuissero la notizia, confermata tre giorni dopo: la prima data della band in uno stadio, l’11 luglio 2023 a San Siro. Nel giro di sole 12 ore, la data va sold out, una vera sorpresa per i fan ma soprattutto per la band, che non immaginava nemmeno di ottenere tale risultato.
Così il 24 ottobre i Pinguini lasciano su Instagram un altro simpatico indovinello, questa volta formato da emoticon. Il giorno dopo confermano una nuova data, quella del 23 luglio 2023 allo Stadio Olimpico di Roma. In soli tre giorni, anche la seconda data va sold out, con enorme stupore della band.
L’11 novembre alle 11 arriva finalmente l’annuncio tanto atteso: un tour negli stadi nell’estate 2023, composto da dieci date in sette diversi stadi italiani.
Due giorni dopo il grande annuncio, la band riceve l’MTV Europe Music Award al miglior artista italiano (Best Italian Act) agli MTV Europe Music Awards 2022 – erano nominati con Ariete, Blanco, Elodie e i Måneskin.
Pastello Bianco per un bianco Natale
Così, in attesa della pubblicazione del nuovo disco, il 18 novembre i Pinguini decidono di fare un piccolo regalo anticipato ai loro fan: una versione natalizia di Pastello Bianco, realizzata in collaborazione con Amazon Music, con annesso videoclip su YouTube, girato in un rifugio sulle Dolomiti con un panorama mozzafiato, immersi nel freddo e nella neve. Riccardo Zanotti racconta che “rivisitare Pastello Bianco in chiave natalizia non è stato difficile. La malinconia che permea tutto il pezzo ha un non so che di invernale. Suonarla in quel setting poi, tra le Dolomiti, non ha fatto altro che intensificare la magia”.
Alla fine del video cala la notte, si spengono le luci e i raggi dell’aurora boreale riempiono il rifugio di onde verdi luminose: una strepitosa metafora di un barlume di speranza dopo la sofferenza della fine di una relazione.
Fake News: l’album della sincerità
Il 4 novembre, una settimana prima dell’annuncio del tour negli stadi, i Pinguini danno un’altra grande notizia: Fake News, il quinto album in studio della band, verrà pubblicato il 2 dicembre 2022. Come spiegano in un post sulla loro pagina Instagram, il nome dell’album nasce da un episodio spiacevole accaduto ad agosto: “abbiamo pensato a questo nome quando la scorsa estate, dal nulla, siamo stati informati del nostro scioglimento. Sappiate che, a discapito del titolo, è un album molto onesto”.
Il giornalista de Il Sole 24 Ore Francesco Prisco ha collaborato all’artwork delle quattro copertine del formato fisico del disco, le quali riportano quattro fake news riguardo la band.
In occasione dell’uscita del disco, è stata organizzata, in collaborazione con Spotify, una vera e propria mostra aperta al pubblico, dal 2 al 4 dicembre, presso Ride Milano: un’esperienza immersiva nella quale l’allestimento di ciascuna sala racconta un brano dell’album.
Il 19 dicembre Fake News è già disco d’oro e il 2 gennaio, a un mese esatto dalla sua uscita, è disco di platino. Nel frattempo, il singolo Ricordi arriva al doppio disco di platino, mentre Ridere (dall’album Fuori dall’hype – Ringo Starr) conquista il quarto disco di platino.
Alla ricerca dello Zen
Il quinto album dei Pinguini Tattici Nucleari si apre con Zen. L’intro del brano è una citazione alla colonna sonora del film The Thin Red Line, un inno cristiano cantato dal coro di una Chiesa anglicana. Poco dopo arriva la voce di Riccardo, che canta la necessità di trovare un equilibrio, una pace interiore, in mezzo a tutto quel turbine che è il successo, tra infiniti numeri e continue classifiche. La canzone è rappresentativa della volontà del cantante e del resto della band di andare sempre avanti senza smettere di migliorarsi e di sperimentarsi. Un pensiero speciale in questo brano va alla ragazza di Zanotti, che si trovava in Francia a studiare, e per la quale lui mollerebbe tutto pur di starle vicino.
La fitta al cuore de L’Ultima Volta
La seconda traccia dell’album si intitola L’Ultima Volta, dal sapore malinconico e nostalgico. Dai ricordi della giovinezza, tra i giorni di scuola saltati e le canzoni scaricate su eMule, fino ai ricordi più spiacevoli, come la fine di un’amicizia o un insuccesso dopo tanti sacrifici. Nel rammentare, ci accorgiamo di come le ultime volte accadano senza che ce ne rendiamo conto, lasciando in noi una sensazione di amarezza, talvolta persino una ferita profonda.
Hold on, hold on
Il disco prosegue con una power ballad intitolata Hold On, un inno della gioventù sommersa dalle insicurezze, spaesata dalle direzioni che la vita può prendere e dal tortuoso mondo che ci circonda. La strada che si percorre è incerta, il futuro davanti a noi appare offuscato, ma il brano ci invita ad affrontare sempre l’ignoto a testa alta e schiena dritta.
Stage Diving sulla vita
L’intro e l’outro di Stage Diving, quarta traccia dell’album, possono sembrare familiari a molti: durante il Dove eravamo rimasti tour, infatti, la band ne aveva dato un piccolo assaggio, cantandoli sul finale di Bagatelle. È una canzone che vuole dare quel pizzico di coraggio che serve per superare le proprie paure e a buttarsi, così come un cantante si butta sulla folla durante un concerto. Oltre alla dedica alla città eterna, nel testo si nasconde una domanda di vitale importanza: qual è la differenza fra verità e arte?
Il buio oltre i Ricordi
Ricordi è il terzo singolo estratto dall’album, di cui abbiamo già parlato nel terzo episodio: è una storia romantica intinta di malinconia, a causa della sofferenza della perdita dei ricordi. Ma è anche una storia di speranza, che giorno dopo giorno riconferma l’amore che non si arrende di fronte alla malattia. Il videoclip, pubblicato il 21 ottobre, vede la straordinaria partecipazione di Sergio Rubini nel ruolo del protagonista, affiancato da Eleonora Ivone, Paolo Madonna e Alessia De Mattia.
Il Melting Pop di Milano città
Con uno dei loro soliti calembour, i Pinguini ci presentano la sesta traccia del disco, Melting Pop. Ambientata a Milano, uno dei principali melting pot mondiali, identità eterogenee e anime culturali si incrociano tra loro, senza nemmeno realizzare che, in fin dei conti, non sono realtà così diverse, perché “da un attico e un albero si vede la stessa luna”. Una canzone dalla struttura non particolarmente lineare, come possiamo notare soprattutto sul finale, dove possiamo anche sentire la parola “forse” comunicata in codice Morse.
Come un piccolo “Forse” perso dentro ai tuoi “mai”
Forse è stata inizialmente resa disponibile come traccia bonus nell’edizione CD ed LP, per promuovere la vendita delle versioni fisiche in tali formati. Il singolo è stato rilasciato anche in tutti gli store digitali solamente il 13 gennaio. Un malinconico brano che racconta la fine di un amore, ma mentre ci si scopre ancora intrisi di ricordi e di stati d’animo vissuti, l’obiettività prende pian piano posto e rivela gli errori e le mancanze che hanno portato a un punto di non ritorno.
Basta aver Fede!
Un altro gioco di parole si trova nell’ottava traccia dell’album, intitolata Fede. I sei musicisti si interrogano sul senso della fede con un pizzico di ironia e una punta di cinismo: essa può essere dannosa, quando non si vuole davvero aprire gli occhi, così come può essere salvifica, quando la si ripone in una persona disposta a ridarci fede nell’umanità.
Dentista Croazia: ci vuole tanto, tanto cuore
Il secondo singolo estratto dall’album è Dentista Croazia, di cui abbiamo già parlato nel primo episodio. È la storia della band raccontata in una canzone dal mood nostalgico, il cui protagonista è proprio il furgoncino che ha accompagnato la band durante l’esperienza della gavetta in giro per l’Italia. Nel bridge del brano si nascondono un paio di indizi riguardanti l’annuncio della data di San Siro, reso noto qualche mese dopo: “non so a che stadio siamo dell’evoluzione però forse in questa stessa frase trovo la risposta”, e poco dopo “Luci a San Siro adesso te la canta qualcun altro“.
Gli Hikikomori del 2020
Il disco prosegue con Hikikomori, una ballad al pianoforte con una delicatissima metafora per raccontare il periodo di quarantena vissuto negli anni scorsi a causa della pandemia. Non può mancare una dedica a Bergamo, città della band: “i camion militari in centro” è infatti un evidente richiamo a una delle fotografie più tristi del marzo 2020.
Hikikomori è una canzone che tratta un tema centrale nella nostra produzione degli ultimi anni, ovvero quello della solitudine. Quello degli hikikomori è un fenomeno molto problematico che ormai, partendo dal Giappone, ha raggiunto tutti. È una metafora molto forte e siamo consapevoli delle enormi differenze, però anche noi durante la pandemia ci siamo sentiti sconfortati, distrutti e chiusi in quattro mura: dopo Sanremo doveva iniziare il nostro tour, che abbiamo dovuto rimandare di due anni. Hikikomori è dedicata a tutti coloro che in quel periodo, o in generale nella vita, si sono sentiti e si sentono sconfortati e si abbandonano alla solitudine.
Così Riccardo Zanotti spiega il significato della canzone. Nel brano possiamo notare i diversi approcci dei due protagonisti, che si ritrovano improvvisamente a dover vivere la loro storia d’amore a distanza: lui che prova “a corrompere il karma andando a letto presto” e che non riesce “a vincere la noia senza perdere la calma”, lei che “ringrazia mille volte il cameriere per il pane” e sorride sempre alla vita.
Nella conferenza di presentazione dell’album, il cantante ricorda anche la valenza sociale del brano:
Ridurre tutto il fenomeno degli hikikomori a un sinonimo di pigrizia, di svogliatezza, è un errore gigantesco della società odierna. Ci sono studi che sanciscono che quella è una condizione dettata dalla cultura della performance, dell’andare sempre bene ed essere sempre primo. Il problema è dello stare insieme, dell’essere a proprio agio nella società. La soluzione sta nello stare insieme, ma il problema è nel come stare insieme. Se lo stare insieme significa competizione costante diventa molto difficile stare insieme. Noi non vogliamo essere esempi di persone che hanno avuto successo nella vita, ma di persone che sono contente della vita. Queste cose possono andare di pari passo, ma non è necessario.
Giovani Wannabe in cerca del sole
Giovani Wannabe è il primo singolo estratto dall’album, nonché primo singolo estivo della band, di cui abbiamo già parlato nel terzo episodio. La hit più suonata in radio nel 2022 e l’ottava canzone più ascoltata in generale nello stesso anno, il cui tema centrale è la fame di vita di chi, giorno dopo giorno, cerca di trovare il proprio posto nel mondo. Il videoclip, pubblicato il 31 maggio, vede la partecipazione straordinaria di Francesco “Mehths” Cicconetti e di Chiara Peri, compagni sia nel video sia nella vita di un viaggio alla ricerca della libertà di essere completamente sé stessi e della bellezza del cambiamento.
Barfly: un tuffo nel passato
La dodicesima traccia dell’album, Barfly, deve il suo nome al celebre locale di musica dal vivo del quartiere londinese Camden Town. Ancora una volta Zanotti porta nella sua musica l’esperienza londinese vissuta qualche anno fa. Ripensando al “cielo che promette sole ma che continua a mantenere pioggia” e al lavoro in un bar della catena Costa Coffee dove ha imparato a fare il caffè, la nostalgia di quel periodo rimane una presenza costante nella sua vita. Però Barfly è anche il nome di un bar di Bergamo, città della band. Il Barfly diventa quindi il punto di incontro tra passato e futuro, un ponte tra l’inseguimento del sogno e la sua realizzazione.
Non Sono Cool: l’inno degli underdog
Se Barfly riguarda l’esperienza personale del cantante, Non Sono Cool appartiene invece a tutta la band: dopo Ringo Starr, che celebra chi rimane in seconda linea, Non Sono Cool è un vero e proprio inno degli outsider.
Non Sono Cool è un manifesto prima ancora che una canzone. Il titolo è abbastanza esplicativo e parla di noi: fin da quando esistiamo come band ci siamo sempre sentiti degli outsider, non tanto per il pubblico quanto per gli addetti ai lavori. Venendo dalla provincia, suonando un genere di musica, soprattutto agli inizi, non particolarmente convenzionale e mostrandoci senza troppi fronzoli, abbiamo sempre subito un’etichetta che è quella di personaggi “non cool”. Abbiamo imparato a riderne, ma, inizialmente, era un problema.
Riccardo racconta così le prime avventure dei Pinguini, agli inizi considerata da molti come non in linea con i tempi, non alla moda. Elio Biffi, tastierista della band, durante la conferenza di presentazione del nuovo album, non solo illustra il messaggio del brano, ma riassume perfettamente lo stile di vita e di lavoro dei Pinguini Tattici Nucleari:
È una canzone ironica. Per noi la strada per il successo non è la coolness, è proprio una canzone che va contro la coolness come focus di un progetto che va bene. Per noi l’importante è il progetto artistico, quello che viene dopo è la conseguenza. Noi non vogliamo essere un esempio di persone di successo nella vita, ma di persone contente della vita.
Tra le innumerevoli citazioni all’interno del testo, quella sulla trap è una delle più dirette: l’estetica trap è direttamente collegata a quella del flexing e dell’ostentazione, e perciò diametralmente opposta a quella della band. Una frecciatina degna di nota è quella indirizzata allo show business in Italia, in cui ancora vige una presenza prevalentemente maschile e convenzionale a degli standard non sempre al passo coi tempi.
Cena di Classe: la resa dei conti con sé stessi
L’album si avvia alla conclusione con Cena di Classe: è la rimpatriata degli alunni della 5ªD del 2000, i quali si erano ripromessi di non perdersi di vista. Come spesso accade, però, col passare degli anni si perdono i contatti e alla cena si presentano sempre meno persone. I compagni di classe si ritrovano a ricordare le promesse fatte a diciott’anni ai compagni e a loro stessi, tra ansie e immaturità, tra passioni abbandonate e vecchie relazioni, tra lo sfoggio dei propri successi e la dissimulazione degli insuccessi. Straziante è la storia di Daniela, intrappolata in una relazione tossica con Romeo, che cerca di nascondere la sua immensa sofferenza.
Nell’annuale appuntamento “dieci anime perse si ingarbugliano tra loro”, creando un quadro nostalgico e fragile del tempo che inesorabilmente scorre e dei legami che inevitabilmente si sgretolano. Se cambiamo invece il punto di vista, è come se, in questo brano, i sei Pinguini si sedessero attorno a un tavolo per l’ultima canzone, per fare il resoconto di ciò che sono diventati, sia a livello personale sia a livello collettivo.
Fake News: la verità della band
L’idea dell’album ci è venuta a Cattolica mentre stavamo parlando di responsabilità e di quanto le fake news inquinino i dibattiti di ogni tipo. Anche noi quando scriviamo una canzone raccontiamo una bugia: mettiamo in note la storia che ci viene raccontata da un amico. Così ci è venuta voglia di realizzare un album che fosse vero e che parlasse di noi senza menzogne.
Ed è così che, con canzoni come Non Sono Cool, Barfly e Zen, i Pinguini decidono di raccontarsi, senza nascondere la verità. In Zen provano a spiegarci la pressione e la competizione del loro mestiere, mentre in Barfly e in Non Sono Cool nasce un incontro tra passato e presente dei singoli componenti e della band stessa. Hikikomori è invece una testimonianza collettiva del confinamento causato dalla pandemia, che li ha toccati profondamente e ha fatto provare molta solitudine a Riccardo, Elio, Lorenzo, Nicola, Simone e Matteo, abituati alla vita comunitaria della band.
WikiHow to be not cool like Pinguini Tattici Nucleari
Veri in quello che cantano e suonano, veri per come si mostrano. Oltre alla solitudine di Hikikomori e di Forse, oltre alla paura per il futuro in Zen, c’è la resistenza e la resilienza in Hold On, c’è la gioia del palco e della vita in Stage Diving, la nostalgia in mentre si diventa grandi in Cena di Classe e L’Ultima Volta. L’album è intriso di luoghi comuni che divengono comunitari, perché facilmente condivisibili. Si parla di viaggi, di relazioni, di fede e di futuro. Con il loro pop atipico, i Pinguini sono sempre in grado di creare una musica generazionale che, grazie a ritornelli molto orecchiabili e alla loro sincerità, arriva a tutte le fasce d’età.
Pochi ma essenziali gli ingredienti per la formula pinguina: una grande attenzione alle parole e una crescita stilistica e musicale. Dal cantautorato di Forse al il variegato synth-pop di Melting Pop, pieno di microscopiche contaminazioni di diversa provenienza, fino alle reminiscenze rockeggianti di Fede e di Non Sono Cool, dove riemergono i virgulti indie degli esordi, la band porta in tavola un pop vivace e frizzante.
In un mondo dell’informazione (o della disinformazione) sempre più governato da algoritmi, dove le fake news si diffondono alla velocità di un click, il nuovo disco dei Pinguini Tattici Nucleari va controcorrente: racconta qualcosa di vero, con la genuinità che da sempre contraddistingue la band. Emerge un bisogno quasi disperato di rimanere ancorati alla concretezza e alla genuinità delle proprie origini, di non tradirsi, restando il più possibile fedeli al proprio marchio di fabbrica.
Luci a… Campovolo!
Con i Pinguini Tattici Nucleari le sorprese non finiscono mai: il 12 gennaio hanno annunciato sul solo canale Instagram un’ultima data del tour, quella del 9 settembre all’Arena RFC Campovolo di Reggio Emilia. Per festeggiare la fine del loro primo tour negli stadi, hanno deciso di tornare in Emilia Romagna, dove fecero il primo soldout e dove sono sempre stati accolti con gran calore. “Stiamo preparando il tour della vita e ques’ultima festa sarà come il ballo di fine anno delle high school americane”: questa è la promessa della band, e noi siamo certi che verrà mantenuta.
Flag Handover to Torino 2025
La band si è esibita alla cerimonia di chiusura dei Giochi Mondiali Universitari Invernali di Lake Placid 2023, tenutasi il 22 gennaio alle ore 19.30 locali (alle ore 1.30 italiane). Il Comitato organizzatore di Torino 2025 ha scelto proprio loro per sancire il passaggio di testimone tra gli Stati Uniti e l’Italia e per promuovere lo sport universitario, il capoluogo piemontese e l’Italia in tutto il mondo.
L’esibizione è avvenuta subito dopo il passaggio della bandiera FISU dalle mani di Art Devlin, primo cittadino di Lake Placid, a quelle di Stefano Lo Russo, sindaco di Torino. Alla cerimonia erano presenti anche le massime autorità della Regione Piemonte, tra cui il presidente Alberto Cirio, l’assessore regionale allo Sport, il presidente del Comitato d’onore di Torino 2025. Per la prima esibizione negli Stati Uniti, la band ha proposto anche Zen e Giovani Wannabe.
Un altro incredibile traguardo per la band bergamasca, che va a coronare un periodo pieno di successi e soddisfazioni. I Pinguini Tattici Nucleari portano alto lo stendardo delle band e la loro storia è la manifesta dimostrazione dell’efficacia della loro scuola di vita: non basta aver fede, ci vuole anche tanto cuore.
Credits
Copertina e foto concesse a titolo gratuito dall’autrice dell’articolo