Il solo accostare il concetto temporale di “pochi minuti” accanto al titolo di One Piece può apparire come il peggiore degli ossimori, ma la premessa e la promessa sono che quest’articolo non vuole rivolgersi al fan di vecchia data dell’anime e manga del maestro Eiichiro Oda, bensì vuole che a prestargli orecchio siano gli scettici, coloro che dall’opera magna dell’autore nipponico si sono sempre tenuti orgogliosamente alla larga. Amici, l’obiettivo di queste parole è farvi ricredere, aprire una breccia nelle mura rocciose del vostro cuore e piantarvi un seme che possa mettere lentamente radici profonde. Da tali radici potrebbe nascere una passione travolgente e perchè no, magari potreste scoprire di non aver mai dato spazio alla serie che cambierà per sempre la vostra vita, rendendovi degli inguaribili sognatori.
Non lasciatevi spaventare dal numero colossale di episodi della serie, più di mille, una volta immersi in questo mondo di fiaba desidererete averne sempre di più.
La storia
La storia narrata in One Piece segue le orme di Monkey D. Rufy, un ragazzo scanzonato con un potere molto speciale, che lo rende praticamente di gomma, il cui sogno è diventare il re dei pirati. Un re dei pirati c’era già stato in passato ed il suo nome era Gol D. Roger, una figura leggendaria, un avventuriero senza pari, che nel giorno in cui la Marina, forza armata del governo mondiale, ne eseguì la condanna a morte annunciò al mondo intero di aver lasciato un tesoro oltre ogni immaginazione, chiamato One Piece, in un certo posto. Questo segnò l’inizio della grande epoca d’oro della pirateria.
Sembrerebbe tutto finito qui. Un classico shonen come se ne sono visti a centinaia, con il protagonista mangione che procede nella sua avventura incontrando nuovi compagni di volta in volta e diventando sempre più forte, sbloccando nuovi power-up in una sequela di scontri contro nemici sempre più ostici. Ma la verità è che non è finita assolutamente qui.
One Piece vanta un comparto narrativo immenso, in cui ci si perde dopo pochi passi. La ricerca del tesoro quasi passa in secondo piano dinnanzi alla sconfinata mole di segreti e side story che si presentano man mano che Rufy avanza di isola in isola. La misteriosa volontà della D. che si cela nel nome di determinati personaggi, i cento anni di buio la cui storia è stata cancellata dai libri per volere del governo mondiale e a causa della quale è stata sterminata l’intera comunità di archeologi dell’isola di Ohara, la guerra segreta contro il governo portata avanti dall’esercito dei rivoluzionari di Monkey D. Dragon, l’esistenza di tre pericolosissime armi ancestrali in grado di minare gli equilibri del mondo.
Senza contare gli innumerevoli flashback che raccontano le vite di tutti i personaggi che si pareranno sul cammino del nostro protagonista. One Piece rappresenta un universo sconfinato in cui perdersi è un piacere.
Il mondo
Il world building di One Piece non conosce attualmente paragoni nel suo genere. Le decine e decine di isole in cui Rufy e la sua ciurma si trovano a fare porto manifestano in tutta la sua grandezza l’immenso potere immaginifico del maestro Oda. Questi ha creato nel corso degli anni un susseguirsi di ambientazioni mozzafiato, capaci di rinnovarsi costantemente e di lasciare senza parole ogni spettatore o lettore di sorta.
Partendo solo da alcune delle grandi saghe dell’anime e manga troviamo il regno di Alabasta, immerso nel deserto, Skypiea, l’isola nel cielo che galleggia su un mare di nuvole ma nella quale troviamo terra e rovine di un’antica civiltà, Water 7, ispirata a Venezia con i suoi canali, Thriller Bark, una nave-isola colossale costantemente immersa nella nebbia che pullula di zombie e creature dal fascino horrorifico, l’isola degli Uomini-Pesce, racchiusa in una bolla d’aria sul fondo dell’oceano, e molte altre ancora.
Come si può notare da queste brevi descrizioni, che non rendono minimamente la vastità e la complessità di ogni ambientazione, la varietà non risente in alcun modo dei venticinque lunghi anni di serializzazione dell’opera di Eiichiro Oda. Al contrario ciò che stimola lo spettatore è una irrefrenabile curiosità verso ciò che si cela più avanti lungo la rotta del nostro Rufy, in questa storia degna di far parte dei più grandi titoli letterari della storia dei romanzi d’avventura. Monkey D. Rufy è un novello Ulisse o Giasone proiettato in una straordinaria epopea mitologica moderna.
I personaggi
Vi è poi la caratterizzazione dei personaggi. Anche in questo caso ci sarebbe troppo da dire, ma come detto nella premessa, il tentativo è quello di convincervi nel più breve numero di righe possibile.
Possiamo dire che forse il nostro protagonista, Rufy dal cappello di paglia, sia colui al quale Oda ha riservato il background più semplice e infantile, quasi a voler giustificare in questo modo il suo carattere costantemente positivo ed il suo desiderio di scoperta. La sua volontà ferrea ed il suo sorriso contagioso sono le armi con cui farà breccia nei vostri cuori.
Al suo fianco troviamo una ciurma assolutamente fuori di testa, con lo spadaccino Zoro, la navigatrice Nami, il cuoco Sanji, il dottore-renna Tony Tony Chopper e tanti altri, che per non incappare nel reato di spoiler non verranno nominati in questo articolo. Ognuno possiede una caratterizzazione unica e incredibilmente sfaccettata. Le loro side story danzano in molti casi con una malinconia di partenza che fa scendere non di rado più di una lacrima nello spettatore. Ma tutto non si esaurisce con un mero flashback iniziale, per poi relegarli a scialbo contorno del protagonista, anzi, man mano che le avventure si susseguono ognuno vivrà svariati momenti al sole, in cui il focus cambierà drasticamente per mostrare un’evoluzione profonda nei rapporti di forza e nel cambiamento psicologico.
A questi si aggiunge poi un comparto di personaggi secondari impareggiabile ed una serie di villains da brividi. In molti casi questi ultimi possiedono un carisma tale da mettere in seria difficoltà il cuore degli appassionati nei momenti topici degli scontri con la ciurma di Cappello di Paglia.
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