Liz la breve: errore politico o martire del “Second Empire”?

Liz Truss, conservatrice, è stata Prima Ministra del Regno Unito dal 6 settembre al 20 ottobre 2022. Nonostante la sua lunga carriera politica, il suo  mandato è passato alla storia come il più breve della storia britannica. Da cosa è stata provocata una caduta così rapida? Di cosa è simbolo? Liz Truss è la peggior premier della storia britannica o è il sintomo del “second empire” britannico?

Liz Truss: la breve

La terza donna al governo britannico

Liz Truss, 47 anni, è membro del Partito Conservatore britannico, partito britannico d’ispirazione conservatrice e unionista. Il 6 settembre 2022, in seguito alle dimissioni dell’ex Premier Boris Johnson, è stata eletta Prima Ministra del Regno Unito. È la terza donna a dirigere il governo UK dopo Margaret Thatcher (in carica dal 4 maggio 1979 al 28 novembre 1990) e Theresa May (in carica dal 13 luglio 2016 al 24 luglio 2019). Truss si impone sul suo avversario, Rishi Sunak (l’attuale Premier, eletto dopo le dimissioni della stessa Liz Truss), ma la sua vittoria porta un margine di pochi voti. La campagna con Sunak è stata, infatti, molto combattuta. I conservatori erano particolarmente scettici verso le sue promesse di massicci tagli alle tasse in un momento in cui l’inflazione è al 10% e in cui il Paese affronta la crisi energetica. “Ha iniziato con un bagaglio di simpatia molto più basso di Boris Johnson. In un certo senso, era in prova”, osserva Clémence Fourton, docente di studi inglesi a Sciences-Po Lille. Un grande errore politico, la presentazione di una manovra economica che fa crollare i mercati, la obbliga a dimettersi dopo solo quarantacinque giorni di governo. Il suo è il mandato più corto della storia del Regno Unito.

La posizione liberale

Il programma che porta Truss è liberal-conservatore, il suo approccio è quindi conservatore e incorpora posizioni liberali in campo economico ed etico. Il pensiero liberale della ex Premier è infatti abbastanza noto. Con idee che si avvicinano al liberalismo americano, vede lo Stato come intrusione nello spazio personale dei cittadini. Nella divisione del partito “Tory” (conservatore), appartiene al gruppo dei liberali che vedono tutto ciò che spinge la crescita economica come buono in sé, mentre si allontana dagli euroscettici e nazionalisti. È una sostenitrice del mercato libero, della riduzione delle tasse ed è contro l’intervento del governo.

Il (disastroso) mini-bilancio

La proposta iperliberista

Il mandato di Liz Truss inizia subito in salita: due giorni dopo la sua elezione, la regina Elisabetta II muore, l’8 settembre 2022. Finito il periodo di lutto, che comprende la sospensione di tutte le attività politiche, la premier annuncia il suo “mini-bilancio“, una nuova manovra economica. Presentato dal Ministro del Tesoro Kwasi Kwarteng il 23 settembre, il bilancio vede come punto fondamentale il taglio delle tasse per i più ricchi. La proposta si concretizza in una manovra iperliberista: eliminare l’aliquota (tasso, espresso in forma di percentuale, che si applica alla base imponibile per calcolare il tributo) al 45% per i redditi più alti e di abbassarla di un solo 1% in meno per la fascia più bassa. Secondo punto forte della manovra sono i sostegni a debito a famiglie e imprese.

La crisi finanziaria e le dimissioni

La manovra di Truss mirava a rilanciare l’economia inglese, sull’orlo della recessione. In realtà, la proposta ha avuto effetti tanto immediati quanto disastrosi. Il Regno Unito si trova infatti in un periodo di alta inflazione: il tasso di inflazione annuale è salito al 10,1% a settembre 2022 dal 9,9% di agosto, allineandosi ai massimi degli ultimi 40 anni di luglio e superando le aspettative del mercato del 10%. Questo periodo ha portato a un inevitabile aumento del debito pubblico: meno entrate fiscali, più spesa, tetto al caro bollette. In un periodo di forte crisi, la proposta dei conservatori ha scatenato il panico nei mercati e affossato la sterlina. La crisi finanziaria è stata un effetto diretto della presentazione del “mini-budget”.

Resasi conto dell’errore, la premier ha velocemente ritirato la proposta economica, permettendo immediatamente ai mercati di stabilizzarsi. Questo dietrofront si è tradotto nella perdita di credibilità di Truss e dei conservatori. L’ex Premier ha quindi provato a rimediare ai suoi danni politici, innanzitutto liquidando Kwarteng, ex Ministro del Tesoro. Truss ha poi provato a difendere la propria posizione con una serie di disastrose interviste, ma ormai la sua credibilità era irrecuperabile. La terza donna al governo britannico si è quindi dimessa il 20 ottobre 2022, dopo quarantacinque giorni di mandato. Le succede Rishi Sunak.

Le cause della caduta di Truss

Liz Truss è una politica qualificata con un lavoro pluridecennale. La sua esperienza conta dodici anni al governo, dieci anni al gabinetto, una posizione da segretario agli Esteri, al Commercio Internazionale, alla Giustizia, all’Ambiente e al Tesoro. Come è dunque possibile che il suo governo sia sorto e caduto nel tempo irrisorio di soli quarantacinque giorni? Quali sono le cause del suo breve (brevissimo) mandato? Truss ha commesso un enorme errore politico, poi irrecuperabile, o le sue dimissioni sono, al contrario, il sintomo dell’impero finanziario britannico?

Un enorme errore politico?

Il fatto che Truss abbia ereditato da Boris Johnson una situazione politica ed economica complessa è evidente, ma più politici la criticano per le sue scelte, che definiscono “errori”. Tra i tanti, figura Mark Littlewood, attivista LibDem, ora direttore generale del thinktank Institute for Economic Affairs (IEA). Per Littlewood la proposta dell’ormai ex Premier di tagliare le tasse è sconcertante. Il direttore dell’IEA ritiene, infatti, che per rilanciare il mercato sarebbe allora stato meglio tagliare l’IVA, una manovra contro-inflazionistica. Secondo Littlewood, però, la rovina di Truss sarebbe stata veramente dettata dalla sua tendenza ad affidarsi a un gruppo ristretto di consiglieri fidati, cosa che le ha permesso di sopravvivere da Segretario al Commercio, ma non da Premier.

A quel punto è necessario avere a disposizione una vera e propria squadra di persone esperte e di livello molto alto. Sono rimasto completamente stupito dalla totale incapacità di eseguire politicamente qualsiasi cosa. È stato un vero e proprio caos.

Altri accusano invece l’ex Premier di arroganza. Tra di loro c’è anche Rainbow Murray, professore di scienze politiche all’Università Queen Mary di Londra. Murray ha detto: “Penso che ci sia stato un livello talmente alto di arroganza e cecità da pensare di poter attuare le sue misure politiche senza conseguenze”. Per Will Jennings, professore associato di scienze politiche all’Università di Southampton, la crisi economica è stata “completamente autoinflitta”, causata anche dal fatto che Truss si è rifiutata di ascoltare i consigli di istituzioni, come l’Office for Budget Responsibility, che consideravano pericolose le sue proposte.

Sintomo del “second empire britannico”?

Nell’agosto del 2021, il New Left Project (movimento politico della sinistra radicale che si sviluppa in UK) pubblica un articolo intitolato “Il Secondo Impero Britannico. L’articolo fa molto scalpore: l’idea era che il Regno Unito avesse sostituito il suo vecchio impero di tipo coloniale con un nuovo dominio, stavolta di tipo finanziario. Il potere di questo impero è la sua “secrecy“, la sua segretezza. È infatti nascosto e lavora proteggendo i propri clienti: il “second empire” è composto da paradisi fiscali (Stati che garantiscono un prelievo fiscale basso o addirittura nullo in termini di tasse sui depositi bancari), situati perlopiù nelle isole caraibiche, che gestiscono enormi capitali da tutto il mondo.

Questo articolo pioniere e tutti gli studi fatti in seguito dimostrano chiaramente una cosa: la finanza, controllata dalla Città di Londra (distretto della capitale in cui si trovano tutti i servizi economici e finanziari), regge il Regno Unito. La City gioca infatti un ruolo fondamentale: tutti i patti e gli accordi tra avvocati, ragionieri e clienti con grossi capitali vengono chiusi a Londra, proprio nel quartiere finanziario. Da quel momento in poi l’asse si sposta invece nei paradisi fiscali (“Tax Havens“), dove vengono registrati i capitali. I paradisi sono molti in tutto il mondo, perlopiù sotto dominio inglese. Tra questi ricordiamo le Isole Cayman, Jersey e le Isole Vergini Britanniche.

Non stupisce quindi l’ipotesi che la manovra economica di Truss, che affossa i mercati finanziari, non sia stata perdonata. È infatti innegabile che sia la finanza a gestire il Regno Unito e, di conseguenza, anche la politica. Prem Sikka, professore alla Essex University, parla di una “nuova mafia”, più silente, ma che controlla il Paese e priva, tramite l’evasione fiscale legalizzata nei paradisi, le persone di giustizia, sanità, opportunità lavorative.

 

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