uniforme scolastica femminile

L’uniforme scolastica nella moda

Film, serie tv, canzoni pop, l’uniforme scolastica non è mai passata di moda nell’immaginario collettivo, anzi, resta sempre uno degli outfit più in voga. Molte tra le più importanti case di moda la prendono come ispirazione ogni anno, influenzando inevitabilmente il modo di vestire comune, creando look dai mood più diversi.

Da Britney Spears a Olivia Rodrigo, da Gossip Girl a Clueless, passando per le case di moda più importanti come Miu MiuTommy Hilfiger con la sua University Collection del 2013. L’uniforme scolastica ha vissuto momenti di natura varia e adottato significati sempre diversi a seconda dell’epoca in cui si è trovata a esplodere. E come non pensare all’uniforme indossata da cantanti come Avril Lavigne in Girlfriend, in chiave punk, o come Britney Spears nel video di Hit Me (Baby One More Time), fondazione dello stile Y2K.

Ma come è possibile che un indumento che da sempre rappresenta disciplina e rigore sia diventato così d’impatto nel mondo della moda?

La storia

Mentre l’uniforme scolastica da uomo nasce nel XV secolo, quella femminile nasce solo negli anni ’20, quando l’educazione inizia a diventare più accessibile anche per le donne. Negli anni ’30 e ’40 l’uniforme prevede un camicetta bianca e una gonna a pieghe sopra il ginocchio, in seguito inizia a diventare più simile a quella maschile. Così, vengono introdotti elementi come blazer, toppe raffiguranti stemmi scolastici, plaid scamiciati.

Oggi, i dibattiti pro e contro sono molteplici: con l’uniforme si perde meno tempo a decidere cosa indossare e si crea più uguaglianza tra gli studenti. Le argomentazioni contro invece sono anch’esse svariate: dalla soppressione dell’espressività dei ragazzi, al costo elevato che raggiunge ogni anno. Nel Regno Unito, infatti, è stato imposto un tetto annuale per permettere di renderla più accessibile a tutte le famiglie. Fino al 2021 poteva arrivare a costare fino all’equivalente di €285 annui per gli studenti delle scuole superiori.

Musica, cinema, serie tv

Sono comunque svariati le correnti culturali che hanno adottato l’uniforme scolastica come simbolo di stile. In primis, l’esempio più famoso, Britney Spears nel video di Hit Me (Baby One More Time), diventata parte fondamentale della cultura dei primi anni 2000, un immagnario che ha dato vita anche all’estetica Y2K di oggi. Poi serie tv e film come “Clueless” o anche il più sanguinario “Kill Bill“, tutte produzioni in cui l’estetica dell’uniforme rende riconoscibili i personaggi.

Hanno contribuito a plasmare questa immagine dell’uniforme nella cultura pop anche le kogyaru, ragazze giapponesi che a fine anni ’90 diedero vita a una sottocultura ancora oggi presente in alcune comunità di internet. Le ragazze gyaru, infatti, indossavano le loro uniformi scolastiche anche fuori scuola, accessoriandole per evitare il dress code e riuscire a mantenere la propria identità.

Come non menzionare poi anche Gossip Girl, dove lo stile da studentessa diventa parte dell’estetica old money dell’Upper East Side. Con il termine old money si definisce infatti l’estetica di una ragazza ricca di famiglia. Una semplice uniforme che, osservata con occhi più attenti, risolleva i problemi sul classismo, dato che è associata spesso a scuole private e poco accessibili. Ritorna poi in video musicali come quello di “good for u” di Olivia Rodrigo, e anche addosso alle maggiori superstar e modelle tra cui, ovviamente, Bella Hadid. 

 

Le controversie

Ma se da una parte garantisce l’uguaglianza tra gli studenti, dall’altra rappresenta l’immagine un classismo difficile da ignorare. Le uniformi scolastiche sono infatti spesso appannaggio degli studenti di scuole private, o richiamano, appunto, l’estetica old money preppy, quindi l’educazione elitaria.

Inoltre, l’uniforme femminile in particolare, si associa all’ideale di purezza e innocenza che viene spesso sfruttato in produzioni esplicite. Il video di Britney Spears Hit Me (Baby One More Time) ce lo mostra bene. Britney, appena sedicenne, è solo una delle tante ragazze rappresentate come “scolaretta sexy”. Questo scenario alimenta ulteriormente il problema della sessualizzazione dell’immagine femminile, che oscura l’altro messaggio nascosto dietro questo tipo di look, ovvero l’idea di una donna forte, competente e sicura di sé.

Su TikTok, infatti, gli hashtag #schoolgirl e #schoolgirloutfit sono bloccati da un disclaimer per atteggiamenti espliciti. Anche nel mondo del manga e degli anime l’uniforme scolastica femminile viene spesso utilizzata in modo esplicito, cosa che ha causato non pochi problemi alle ragazze Gyaru.

Sulle passerelle

Anche sulle passerelle l’uniforme è immancabile. È stata rivisitata dai più grandi stilisti in modalità diverse, dagli anni ’90 ad oggi. Impossibile non citare Vivienne Westwood Tommy Hilfiger, che riprende da sempre l’estetica preppy. La collezione forse più simbolica è quella di Chanel del 1994, che ha contribuito a cementificare questo stile nell’immaginario collettivo. Recentemente, invece, abbiamo l’ultima collezione Miu Miu, che ha proposto una sua rivisitazione dell’uniforme con minigonne e maglioncini cortissimi abbinate a calzini bianchi alla caviglia.

Perché è così popolare?

Sostanzialmente, la popolarità dell’uniforme scolastica nella moda è dovuta ai molteplici significati di cui si fa portatrice. In primis, quella dell’educazione elitaria, il sogno di essere parte di una società glamour come quella di Gossip Girl o di Cher di Clueless. Secondariamente, la voglia di trasmettere innocenza, con la quale si può giocare accostando un’immagine più sensuale o crudele come Gogo Yubari in “Kill Bill“. O ancora, la voglia di un abbigliamento senza tempo ma che sa comunque essere femminile, grazie alle gonne a balze, ai lunghi calzini bianchi e agli smanicati. In questo modo, da simbolo di rigidità, diventa un modo per esprimere femminilità e stile senza tempo. 

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