Può la letteratura aiutare l’ambiente? Per quanto una persona possa far finta di niente, viviamo in un momento storico grave per il nostro pianeta. Sempre più persone iniziano a sentirsi coinvolti dalla causa ambientale, e sempre più aziende e multinazionali cercano di etichettare i loro prodotti come green.
Inoltre, sempre più discipline si avvicinano alla tematica ecologica e cercano di raccontare il nostro mondo che cambia: il cinema, la fotografia, la musica, e anche la letteratura. Si sviluppa un filone innovativo, quello della letteratura ambientale e dell’ecocritica.
L’ecocritica
La letteratura, si sa, è un veicolo di idee e di valori. Malgrado l’apparente distanza, la letteratura e la cura dell’ambiente sono due discipline più affini di quanto si pensi. Entrambe pongono al centro l’essere umano, con le sue contraddizioni e caratteristiche, e l’ambiente in cui questo è calato: entrambe si interessano alla relazione tra l’individuo e gli ambienti, sia sociali che naturali.
In particolare, lo studio della letteratura in chiave ecologica si è sviluppato negli anni Novanta negli Stati Uniti, dando vita alla cosiddetta “ecocritica” (ecocriticism): si tratta di uno studio da un punto di vista interdisciplinare della natura e della letteratura. Gli studiosi di ecocritica si occupano di analizzare autori e opere che trattano del dualismo uomo-natura o direttamente dei problemi ambientali. In anni più recenti l’ecocritica si è diffusa anche in Europa e in Italia, differenziandosi però dagli Stati Uniti sotto alcuni aspetti: mentre il modello americano sottolinea, per quanto riguarda la natura, l’aspetto della wilderness, ossia della natura incontaminata dalla presenza umana, l’Italia non può sganciare l’ambiente e il paesaggio dal passaggio umano e dalle impronte che questo ha lasciato nella storia.
Il dualismo uomo-natura
Il dualismo uomo-natura è permeante in tutta la letteratura, più di quanto sembri. Fin dalle pitture rupestri e dalla Preistoria, l’uomo ha avvertito la connessione tra se stesso e l’ambiente in cui era nato e cresciuto: basti pensare all’analogia, sopravvissuta nel mondo antico, tra la fertilità femminile e la fertilità della terra.
Nel mondo antico la natura diventa espressione del divino (Zeus, Poseidone, Demetra, Eolo, Gea ecc), e nasce anche uno dei topoi della letteratura destinati a maggior fortuna: quello del locus amoenus.
Spostandosi nel Medioevo e nel mondo cristiano, invece, la natura diventa estensione di Dio, in quanto sua creazione: all’uomo spetta il compito di preservare e indagare la creazione divina nella quale è immerso. A tal proposito, è interessante osservare come la natura scandisse anche la vita umana nelle sue attività fondamentali e fosse quindi il principale strumento di misurazione del tempo: i giorni, i mesi e le stagioni venivano misurate con i cicli dell’agricoltura e con i cambiamenti della natura.
La natura può essere fonte di ispirazione poetica, o può rispecchiare lo stato d’animo del personaggio che la attraversa, o può suscitare passioni travolgenti come il sublime, concetto chiave del Romanticismo.
A partire dall’Ottocento inizia un lungo processo di industrializzazione destinato a cambiare completamente il rapporto tra uomo e natura: l’industria e il progresso, simboleggiati dalla locomotiva, prendono sempre più spazio nella mente dell’uomo, al punto da sganciarlo dalla natura e dalla relazione primigenia che aveva con essa.
Qualche titolo celebre
Tra tutte le produzioni letterarie esistenti è necessario citare qualche esempio; nell’ambito della letteratura italiana si distingue Solo et pensoso i più deserti campi, sonetto di Francesco Petrarca in cui si sottolinea la corrispondenza tra la solitudine fisica del poeta e la sua sofferenza. Altri titoli celebri sono senza dubbio Frankenstein (1818) di Mary Shelley e Il vecchio e il mare (1952) di Hemingway, nonché il Walden (1854) di Henry David Thoreau e la produzione poetica di William Wordsworth (1770 – 1850).
Il Festival della letteratura ambientale ad Arco
Il mondo contemporaneo si è ormai reso conto della frattura che si è creata tra l’uomo e l’ambiente, una frattura così profonda da rischiare di essere insanabile. In quest’ottica è nata l’ecocritica e fioriscono manifestazioni e iniziative per promuovere un mondo più pulito e una relazione più sana con l’ambiente. Anche la letteratura ha fatto la sua parte: dal 15 luglio al 7 agosto si è tenuto ad Arco il primo Festival della letteratura ambientale, intitolato “Pensieri di una vita che cambia”. L’iniziativa è costituita di nove appuntamenti, dedicati anche ai più piccoli, in diversi luoghi della città per invitare a riflettere sui cambiamenti che sta subendo l’ambiente e sulle responsabilità che tutti si devono assumere.
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