“Ai miei tempi queste cose non succedevano”. Questa frase, detta da un ipotetico interlocutore, racchiude un senso di estraneità nei confronti di un mondo in cui egli non si riconosce più e che sta cambiando. Forse l’osservazione dell’interlocutore è vera, o forse no, ma quello che è importante indagare è il sentimento stesso. “Anomia“ è il termine che esprime il senso di smarrimento che vive un individuo quando non si identifica più con il sistema sociale in cui vive e non riesce a immedesimarsi nei suoi simili.
Cosa significa “anomia”?
Il concetto di anomia è stato introdotto per la prima volta da ÉmileDurkheim (1858-1917), sociologo francese, il quale lo usò per riferirsi alla percezione che la società stesse andando incontro a un progressivo decadimento morale. Recentemente, il concetto è stato ripreso da uno studio ad opera di due ricercatori belgi, Thierry Bornand e Oliver Klein, pubblicato sul giornale scientifico Social Psychological Bulletin. Costoro, prendendo in osservazione la popolazione della Vallonia (una delle tre regioni che compongono il Belgio), hanno osservato come l’anomia sia profondamente connessa alla scarsa fiducia riposta nelle istituzioni politiche.
Il concetto
Il concetto di anomia venne elaborato da Durkheim nell’ambito dei suoi studi relativi al suicidio. Egli riteneva che tra le motivazioni che spingessero le persone al gesto estremo ci fosse anche la totale rottura con il contesto sociale, necessario a regolamentare il proprio comportamento. Nel momento in cui una società entra in uno stato di anomia, i valori “tradizionali” vengono gradualmente abbandonati e si verifica un passaggio che alcune persone non sono in grado di sostenere. Questa condizione crea uno stato psicologico caratterizzato da mancanza di obiettivi, senso di inutilità e, nei casi più gravi, disperazione. È importante sottolineare che gli studi di Durkheim prendevano in considerazione una società intera o un gruppo sociale, mentre altri autori presero in considerazione casi più specifici.
Come l’anomia influenza la politica
Nonostante il concetto di anomia sia alla base di molti studi di psicologia, non era mai stato considerato in correlazione alla fiducia nutrita nei confronti delle istituzioni politiche. Ovviamente un sentimento di questo tipo è influenzato da molti fattori, sia di natura individuale che di natura collettiva, ma è importante considerare la percezione del contesto da parte dell’individuo. Se l’individuo ritiene che i valori reggenti della società stiano andando incontro a un declino, ecco che anche la fiducia nei confronti delle istituzioni politiche calerà. Inoltre, come confermato dallo studio di Bornand e Klein, questo andamento è visibile soprattutto tra le classi sociali meno abbienti.
Anomia e fiducia personale
Più basso è lo stato socioeconomico individuale, maggiore è la percezione che la società stia andando contro un processo di decadenza. Lo stato socioeconomico, quindi, è un elemento che influisce sulla fiducia riposta nelle proprie istituzioni, indipendentemente dagli obiettivi raggiunti. Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato come la percezione dell’anomia sia correlata alla fiducia personale. Le ineguaglianze, perciò, reggono un circolo vizioso che spetta alle politiche sociali, e ai loro successi, interrompere. Come anticipato in precedenza, lo studio ha preso in considerazione solo la Vallonia e, quindi, il contesto belga, senza confrontare la situazione con altri paesi.
La condizione giovanile in Nigeria
Per capire con esattezza come si concretizza l’anomia, potremmo prendere in considerazione la storia più recente della Nigeria, dove diverse condizioni di anomia hanno portato a crisi sociali di ampia portata. È bene tenere a mente che la povertà diffusa, l’inflazione, la disoccupazione giovanile e la generale arretratezza hanno posizionato il paese al 146esimo posto nella lista nel Global Peace Index redatto dall’Institute for Economics and Peace (IEP). La classificazione comprende una lista di 163 paesi totali, vedendo l’Islanda al primo posto, in quanto paese più sicuro in cui vivere, e l’Afghanistan all’ultimo.
Dal 2017 in poi sono aumentate le accuse rivolte contro la Special Anti-Robbery Squad (SARS), un’unità speciale nigeriana accusata di abuso di potere e violazione dei diritti umani. Questo organo venne istituito nel 1992 con l’obiettivo di contrastare fenomeni di criminalità come rapine mano armata e rapimenti. Tuttavia, nel corso degli anni la SARS è passata dall’essere protettore a carnefice, macchiandosi di gravi crimini come sevizie e torture. Amnesty documenta il suo operato da anni e ha diffuso un rapporto in cui denuncia le torture subite da almeno ottantadue persone, tra il gennaio del 2017 e il maggio del 2020.
Anomia e mobilitazione
La mobilitazione ha avuto inizio sui social network, dove l’hashtag #EndSars è arrivato ad essere tra i più in vista di Twitter. Successivamente, il video che documentava l’omicidio di un ragazzo ha fatto traboccare la protesta al di fuori dei confini virtuali. Questa ondata di proteste è stata la più grande degli ultimi trent’anni, e non è un caso che sia stata capitanata dai giovani. Costoro, infatti, sono i soggetti più esposti al rischio di soprusi polizieschi. Secondo Amnesty International le vittime predilette dalla Sars hanno un’età compresa tra diciassette e i trent’anni.
Come raccontato da Enzo Nucci, corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana, in un articolo dell’ottobre 2020 pubblicato su «Confronti», “il presidente Buhari, 78 anni, deve ormai fare i conti con la realtà: giovani stremati dalla corruzione che li condanna all’anomia, stanchi di promesse e pronti a scendere in campo”.
Il terremoto Covid-19
È facile parlare di anomia considerando luoghi lontani da noi e contesti che non ci sembrano appartenere, ma il rischio dell’anomia è presente in ogni società contemporanea. Il Covid-19 rappresenta il caso più eclatante di terremoto sociale perché ha colpito l’ordine a cui eravamo abituati, disintegrandolo in mille pezzi. Prima l’isolamento e poi il costante timore di una nuova ondata (e tutto quello che ne consegue: corsa ai tamponi, mascherine sempre a portata di mano ecc.) hanno fatto da motore per una nuova realtà. Da quel momento siamo precipitati in una spirale di cambiamenti che ci hanno portati sempre più lontani dalla realtà che conoscevamo. Di fronte a un mondo sempre più diverso, la prospettiva che emerge è quella di una società anomica, incapace di risollevarsi di fronte ai cambiamenti.