Maurizio Carucci
Per chi non lo conoscesse, Maurizio Carucci è il cantante della band Ex-Otago, band indie-pop formatasi nel 2002 a Genova, città che ha dato i natali tanto all’artista ligure quanto alla sua poetica.
Il cantante genovese nasce nel quartiere di Marassi nel 1980. A quarantun’anni, a luglio quarantadue, decide di pubblicare il suo primo album da solista, senza abbandonare la band. Respiro è il nome del lavoro discografico di Carucci, che in undici tracce descrive, spesso attraverso elementi di una quotidianità e semplicità malinconica ma anche speranzosa (come il respiro, il silenzio, un “ti voglio bene”), il presente multiforme, un futuro incerto e un passato confortevole. Insomma, un disco circolare che arriva ovunque.
Recentemente ha anche collaborato con Fabri Fibra nella canzone “Stelle”, facente parte dell’album “Caos”, ed è tornato a scrivere con la sua storica band. Insomma, un periodo per lui veramente florido.
Metà Mattina
Il brano d’apertura dell’album, Metà Mattina, traccia la strada per tutto il disco che seguirà, trasmettendo un pensiero chiaro e profondo:
Una cosa molto semplice
Forse un po’ banale
Sarebbe bello esser più liberi
Come bambini con i palloncini,
E dirsi a bassa voce
Ti voglio bene
La semplicità di una parola dolce detta a metà mattina, la difficoltà nel dire anche un “ti voglio bene”, forse perché non abbastanza liberi di farlo, legati a una qualche catena sociale o mentale. Fin dalla canzone d’esordio, lenta e malinconica, s’intende quali corde vuole toccare l’album di Carucci.
Planisfero e Silenzio
La seconda canzone del disco vuole arrivare a trattare del nostro essere piccoli davanti al mondo, di essere proprio “come formiche sul planisfero”. Non si abbandona la descrizione di azioni semplici e quotidiane sempre da leggere in chiave di “piccolezza”. Vano è infatti il parlare delle vittorie del proprio partito, o l’aspettare qualche treno (in senso allegorico) che non prenderemo perché troppo comodi nella nostra vita, troppo vili per cambiare. I cani stessi abbaiano ma sono ascoltati da ben poche persone.
Con “Silenzio” il campo semantico della semplicità si palesa anche nel titolo (come anche il titolo dell’album, Respiro, e Metà Mattina). Il cantante, protagonista del brano, vuole dedicarsi maggiormente al silenzio, anche nell’ambito della sua relazione amorosa. Le frasi spesso sono spezzate e racchiuse in più versi anche mediante l’uso di enjambement a dare l’idea di un’insieme di pensieri sparsi.
Genova anni ‘90 e Origini
Questo dittico di canzoni è incentrato sul tema del ricordo con due titoli molto espliciti. Genova anni ‘90 contrappone un mondo che si avvicina alle 10 miliardi di persone, a una vecchia Genova di fine secondo millennio racchiusa in un gelato o nel vedere Schillaci giocare a calcio.
La canzone sembra un vero e proprio coro da stadio, accompagnato da una parte dialogata tra Carucci e una donna incontrata presumibilmente al bar, in fila per il bagno. L’idea è quella di una città in cui il tempo scorre lento, perché più spensierati e felici.
Origini è ancora più autobiografica, con un ritmo a metà tra l’elettronico e l’esotico-caraibico. La canzone si interroga sulle radici del Carucci cantautore, colui che aveva difficoltà anche nel capire chi fosse.
Io non sapevo chi ero
Mi guadavo sempre allo specchio
Davvero non lo sapevo
Tuttavia forse non è veramente importante saperlo. “Non è necessario sapere sempre chi siamo”.
Uniti
A chiudere il cerchio vi è una canzone delicata e poetica. Uniti fa immergere nella natura, dal suolo delle cicale all’inizio, fino ai termini scelti per cantare l’immediatezza dei nostri sogni:
Su questi monti
E in queste città
Che odorano di lavanda e di benzina
Il nostro sogno più grande
È adesso
È qui.
[…]
Siamo alberi e fiumi
Uniti.
Forse non ci sono parole migliori per chiudere un album che oscilla sempre tra ricordi e prospetti futuri, tra semplicità e sentimenti complessi: noi, uomini, esseri naturali, dobbiamo prendere in mano il presente. Il nostro sogno più grande è adesso. È qui.
Il passato e il presente
Quella di Maurizio Carucci come solista è senza dubbio una piacevole novità, con un album che vuole e sa raccontare. Le linee temporali sono fondamentali: se in Uniti Carucci sembra vivere il presente come spazio del proprio grande sogno, non sempre è così. Ritorno al passato è la canzone che più di tutte rappresenta il passato come una calda coperta, confortevole e piena di ricordi. In opposizione a un passato ameno vi è un presente scomodo
Scusami se, scusami se
Questa vita non mi piace
Io me ne vado, vieni con me
Ritorniamo nel passato.
In conclusione, spesso i ricordi alleviano le difficoltà presenti, ma l’unico modo per avere dei ricordi è crearseli, vivendo nel presente.
FONTI
CREDITS
Un commento su “Maurizio Carucci: Respiro, l’album della vita”
Grande disco e bella recensione. Complimenti.