“La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno”, ha scritto il drammaturgo Francis De Croisset.
Soprattutto negli ultimi anni, in cui le persone non hanno potuto varcare la soglia di casa e hanno dovuto annullare viaggi e programmi, si sono riaccesi l’interesse e la passione per le storie. Se non si può raggiungere un luogo con il corpo, lo si può fare con la mente e con l’immaginazione: la lettura permette di attraversare confini, visitare tempi e luoghi inesplorati, talvolta anche inesistenti. Tra i principali autori pionieri della letteratura di viaggio ci sono sicuramente Jules Verne e Emilio Salgari.
La letteratura di viaggio
La letteratura di viaggio, o letteratura odeporica (dal greco odoipoirikòs, ‘da viaggio’) è un genere letterario estremamente prolifico che racconta le motivazioni, gli eventi e le avventure di un viaggio.
È difficile identificare un aspetto specifico di questo genere dal momento che è incredibilmente produttivo: incrocia, infatti, dimensioni temporali e spaziali diverse, può assumere la forma di una testimonianza autobiografica, di un resoconto soggettivo, o di un poema epico, e può spostarsi tra luoghi realmente esistenti e luoghi immaginari.
Un ruolo fondamentale ha di sicuro la curiosità nei confronti dell’ignoto: quella che accompagna il protagonista del viaggio è la stessa che muove il lettore a seguire le vicende pagina dopo pagina. In questi termini si può accostare la lettura al viaggio: forse è proprio questo il motivo per cui ha esercitato tanto fascino nei secoli.
Nell’antichità e nel Medioevo
Le radici di questo genere sono antichissime: un primo esempio può essere rintracciato nell’Epopea di Gilgamesh, che presenta l’eroe eponimo come l’uomo che conobbe i Paesi del mondo.
L’opera fondativa della letteratura di viaggio è sicuramente l’Odissea, il racconto del ritorno a casa dell’eroe greco Odisseo dopo la guerra di Troia. L’importanza degli spazi, i luoghi fantastici, le avventure, i pericoli, il viaggio per mare, sono la trama che intreccia il tessuto narrativo del poema omerico.
Sempre nel mondo antico, le stesse tracce seguono le Argonautiche di Apollonio Rodio, che raccontano le vicende dell’eroe Giasone alla ricerca del vello d’oro, e l’Eneide di Virgilio, che pone all’origine della fondazione di Roma proprio un viaggio per mare.
Spostandosi nel Medioevo, uno dei primi resoconti di viaggio è senza dubbio il Milione di Marco Polo, che bene rappresenta il gusto medievale per l’insolito e l’esotico. Un altro viaggio memorabile, in questo caso immaginario, è quello che Dante racconta nel suo capolavoro, la Commedia: il viaggio è un’allegoria dell’esperienza esistenziale (il “cammin di nostra vita”) e del percorso escatologico verso Dio.
Jules Verne (1828 – 1905)
Nato a Nantes nel 1828, Jules Verne studia diritto a Parigi, dove diventa amico di Alexandre Dumas. Abbandona presto gli studi giuridici per dedicarsi completamente alla letteratura.
Quando gli viene chiesto di cosa scriva, risponde:
“Tento di descrivere la terra in forma di romanzo.”
Appassionato di geografia, Verne cerca mappe, consulta enciclopedie, è mosso da una sfrenata curiosità per tutto ciò che è bizzarro e anomalo. Il suo interesse si spinge anche oltre la sola esperienza umana: combinando le conoscenze tecnologiche e scientifiche che sconvolgono il XIX secolo, arriva a scrivere quella serie di romanzi chiamati Viaggi straordinari.
Questi romanzi sono quelli che ancora appassionano i lettori contemporanei, e che hanno forgiato l’immaginario comune di tutti gli scrittori di letteratura fantascientifica. Il loro successo è dovuto al particolare sguardo con cui Verne osserva le realtà nascoste del mondo: non si limita alla superficie, ma penetra nei segreti e negli spazi nascosti. L’ignoto è il territorio principe per l’esplorazione letteraria di Verne: le profondità della terra, come in Viaggio al centro della terra (1864), o gli abissi del mare in Ventimila leghe sotto i mari (1869-1870).
L’interesse per la Luna
Notevole è anche l’interesse per la Luna: in Dalla terra alla Luna (1865) Verne racconta la costruzione di un cannone in grado di lanciare un proiettile, chiamato Columbiad, sulla Luna. Un piccolo equipaggio parte in esplorazione della Luna, ma invece di raggiungerla il proiettile inizia a girarle intorno. Le vicende successive degli astronauti e il loro ritorno a casa vengono raccontate nel seguito, Intorno alla Luna, uscito nel 1870. Il lettore scopre così che il proiettile, dopo essere uscito dall’orbita della Luna, precipita nell’Oceano Pacifico.
Il racconto di Verne appassionò anche lo stesso Neil Armstrong, tanto che il modulo di comando della missione Apollo 11 venne chiamato Columbia proprio in onore dello scrittore francese.
Naturalmente, non si può non ricordare anche un altro dei romanzi più celebri di Verne, ossia Il giro del mondo in ottanta giorni, pubblicato nel 1873.
Emilio Salgari (1862 – 1911)
Scrittore italiano estremamente prolifico, nato a Verona nel 1862, Emilio Salgari è autore di titoli d’avventura tra i più celebri del genere. Fu appassionato lettore dello stesso Verne e di Robert Louis Stevenson. Scrisse più di ottanta romanzi, tra cui si ricordano I misteri della giungla nera (1895), I pirati della Malesia (1896), Il corsaro nero (1899), Le tigri di Mompracem (1900), La regina dei Caraibi (1901), Le pantere d’Algeri (1903), Il leone di Damasco (1910). È autore di innumerevoli universi narrativi e personaggi memorabili, come Sandokan e il Corsaro Nero.
L’enorme pressione editoriale che costringe Salgari a scrivere tre libri all’anno lo porta presto all’esaurimento nervoso e infine al suicidio. Muore a Torino nel 1911, lasciando pochissimi averi alla famiglia e definendosi “un vinto”.
A una vita piena di stanchezza e sofferenza corrisponde però un universo avventuroso e meraviglioso. La scrittura di questi mondi fantastici rappresentava per Salgari un modo per evadere dalla sua realtà borghese e provinciale.
È sorprendente che per Salgari la letteratura fosse un’evasione, esattamente come lo è per i suoi lettori, anche più di un secolo dopo. Il legame tra viaggio e letteratura è così stretto varcare i confini e le epoche più distanti.